.: Discussione: Annunci e buone intenzioni non moltiplicano le biciclette

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Oliverio Gentile

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Oliverio Gentile il 26 Nov 2008 - 11:09
accedi per inviare commenti

Da ViviMilano - caso del giorno:

http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2008/11_Novembre/26/caso.shtml

Il caso del giorno

Bike sharing, inutile se il ciclista dà fastidio

Le piste ciclabili non ci sono o sono malmesse. Ma se sominciamo con il far succedere qualcosa, magari cambierà in meglio

Caro Schiavi, Milano, si sa, è una città tendenzialmente generosa. Rispetto ad altri centri italiani, quando può, cerca di concedere spazio a tutti coloro che lo cercano: le persone vengono qui per cercare lavoro, libertà, avanguardia (per quanto possibile nel nostro Paese), dinamicità, organizzazione. Insomma... le persone arrivano a Milano alla ricerca di uno spazio per se stessi. E Milano, dove può, concede. Epperò una categoria, pur essendo sempre più numerosa, arranca nella sua ricerca di un posticino per se stessa: quella dei ciclisti. Peccato. Peccato per molteplici ragioni. Peccato perché si tratta del mezzo che più facilmente può aiutare i milanesi a ripulire l'aria che respirano. Il ciclista non sa dove stare. Nel suo percorso-tipo, ammettendosi sulla strada, egli sarà consapevole che verrà costantemente sottoposto alla scelta fra la sopravvivenza e l'amor proprio: alternativamente, infatti, sarà minacciato da auto e moto che non si curano di lui, ovvero da automobilisti e motociclisti che gli lanciano ogni genere e tipo di improperi a causa dell'esigua velocità che la trazione umana consente. Se oserà poggiare le ruote sul marciapiede (foss'anche solo per posteggiare), il ciclista sarà consapevole che, pur prendendo ogni precauzione al fine di evitare ogni fastidio ai pedoni qualcuno lo userà per sfogare la propria frustrazione: nuovi improperi e sguardi sdegnati... Da ultimo, il ciclista troverà una pista ciclabile. «Microscopica», penserà fra sé e sé, «ma tutta per me». Sbagliato: il soggetto in questione dovrà giostrarsi in un vero e proprio percorso ad ostacoli. E non proverà nemmeno a suonare il campanello, perché sa che gli improperi gli saranno lanciati persino in quella sede. Eppure, pedalando, non potrà fare a meno di porsi una domanda: che senso ha stanziare fondi per il bike sharing se prima quei fondi non vengono stanziati per ricavare uno spazio adeguato ai suoi utenti?

Francesca Ajello


Gentile Francesca, l'avventura dei ciclisti in città l'abbiamo più volte documentata, i ritardi della politica a favore delle due ruote, pure. Resta la domanda delle cento pistole: che senso ha pensare al bike sharing quando le piste ciclabili non ci sono o sono malmesse. Beh, posso rispondere cosi: cominciamo con il far succedere qualcosa. Poi scopriremo quel che già sappiamo sulle difficoltà per le bici a Milano e magari qualcosa cambierà in meglio. Perché, se non possono girare, che cosa ce ne facciamo delle bici in affitto? Io ci metto un po' di fiducia, sognando Barcellona. E spero nella pace coi pedoni.

Giangiacomo Schiavi
26 novembre 2008

 

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 21 Nov 2008 - 12:12
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]