.: Discussione: Annunci e buone intenzioni non moltiplicano le biciclette

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 16 Apr 2010 - 22:30
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Ottime domande... purtroppo da anni senza risposte!

Qualche ulteriore elemento di riflessione dalla lettura dell'articolo pubblicato sul notiziario ChiamaMilano di oggi: l'amministrazione comunale soffre di una mentalità che relega la mobilità ciclabile all’ultimo gradino della scala dei mezzi di trasporto.
Tuttavia è difficile voler APPARIRE moderni, quando si E' mentalmente arretrati e ancora succubi dell'industrialismo non post-fordista (sarebbe già un pregresso!), ma ancora fordista (altro che 1 auto per ogni famiglia americana, qui si vorrebbe 2 auto per ogni cittadino milanese!)

Quando vi sarà tolleranza ZERO per le auto in divieto di sosta sulle piste ciclabili: quando la polizia locale ritornerà a far rispettare il codice della strada, invece di sgomberare famiglie rom in pieno inverno, sotto la neve e la pioggia perchè "le legge non conosce stagioni"... ma come al solito per alcuni è sempre inverno e per altri invece è sempre primavera!

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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PISTA RI-CICLABILE
Marciapiede e parcheggio occasionale: i molti usi della ciclabile di via San Marco

Milano in bicicletta è quanto mai difficile, si sa: le piste sono poche, poco funzionali, immerse nel traffico cittadino, e soprattutto ostaggio di una mentalità che relega la mobilità ciclabile all’ultimo gradino della scala dei mezzi di trasporto.
L’ennesimo esempio è, come ci viene segnalato da uno dei nostri lettori, una delle piste ciclabili più storiche della città, quella che corre lungo via San Marco e si collega da un lato a Melchiorre Gioia e dall’altro prosegue verso via Ancona.
Se è poco grave che il tratto della pista in zona via Ancona venga occasionalmente affittato per la collocazione di banchetti e gazebo per raccolte fondi, è più grave che spesso venga usato come parcheggio, più o meno provvisorio, da automobilisti, motociclisti e addirittura camioncini per carico e scarico merci.
Per non parlare del fatto che, pur essendo adiacente a un marciapiede, la pista venga regolarmente utilizzata dai pedoni al posto del marciapiedi stesso, mentre all’inverso i ciclisti usano per lo più il marciapiedi: forse perché quel tratto di pista è realizzato in cubetti di porfido, notoriamente inviso ai ciclisti in quanto deleterio per biciclette e vertebre lombari, soprattutto se non si va a passo d’uomo.
Ma del resto è difficile veder sfrecciare ad alta velocità i ciclisti a Milano, dato che la bicicletta viene considerata per lo più come mezzo da passeggio che come mezzo di trasporto alternativo all’automobile o ai mezzi pubblici, e lo dimostra anche il fatto che di solito non c'è alcun tipo di segnalazione intelligente ed intelligibile, orizzontale o verticale che sia.
Ad esempio all’incrocio con via Montebello il semaforo c’è per tutti, auto e pedoni ma non per i ciclisti. Nell’altro senso, invece, sbucando su via Legnano, la pista scompare e si è costretti a incanalarsi nel traffico che porta verso Piazzale Biancamano.
La pista in questione è usata ad altri scopi, compreso il mercato settimanale, oppure abbandonata a se stessa, tanto che spesso i cassonetti della spazzatura trovano alloggio proprio sulla ciclabile, nello specifico una pista ciclabile centralissima e non per questo meno ignorata dall’amministrazione.
Spostandosi poi sul tratto Melchiorre Gioia, tanto per completare il discorso, la solfa non cambia, nonostante la via sia tra le più ampie e lineari di Milano: anche qui parcheggio selvaggio (e nessuno prende la multa), bancarelle di ambulanti, cassonetti che ingombrano. Meglio fare un’altra pista, in occasione dell’Expo e dei suoi raggi verdi: nello specifico il primo raggio per cui in teoria verrebbe rivisto il percorso in modo che da via San Marco attraversi un tratto del parco di Garibaldi-Repubblica, sbuchi in piazza Carbonari e prosegua verso la Martesana.
Invece di sistemare una cosa che c’è già e che potrebbe funzionare, meglio farne una nuova: tanto ci sono tutto il tempo e soprattutto le risorse...

Antiniska Pozzi

In risposta al messaggio di Giovanni Muttoni inserito il 4 Apr 2010 - 10:17
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