.: Discussione: L'EXPO dei poveri

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 18 Lug 2008 - 15:02
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L'EXPO 2015 ... Parlarne diventa sicuramente importante. Ho visto un collega, Ivano Grioni, che saluto, costituire un gruppo di lavoro delle zone 7 e 8 di Milano del PD. Noi, come Sinistra Metropolitana abbiamo costituito il Forum Milano 2016, per analizzare e prevenire che cosa Milano potrebbe essere e che cosa rischia di diventare dopo l'avvento dell'EXPO 2015: The year after possiamo dire, e speriamo non sia di eguale portata e devastazione.
Ci s'interroga, è anche comprensibile e importante, sulle strategie da perseguire: da una parte l'amministrazione comunale, dall'altra le varie realtà dell'opposizione, dall'altra ancora noi, all'opposizione, che ci domandiamo come avremmo gestito la partita se al governo della città fossimo stati noi, si sperava di diventarlo almeno. Le organizzazioni e le associazioni di volontariato si dimostrano in diversi modi sensibili alla questione. Da una parte Legambiente e le organizzazioni ambientaliste parlano di EXPO come occasione di lavoro per il rilancio ambientale della città, altre ancora di cooperazione internazionale parlano dell'EXPO come opportunità di costruzione di un mercato alternativo e possibile per i paesi del Sud del mondo di esporre e proporre le proprie risorse. Nessuno si pone, però, una domanda: i soldi che sono stati trasferiti, i fondi, per la realizzazione del grande evento espositivo come saranno investiti? Ossia quanta parte dei medesimi sarà destinata a progetti di rilancio infrastrutturale? Quanti per piani di intervento culturale e di costruzione di nuovi centri di accesso al sapere, di accesso ai saperi? Quanti fondi saranno, infine, destinati per interventi di tipo sociale e integrativo? Maurizio poni un tema su cui poco si discute, essendo tutti, anche naturalmente, impegnati a rilevare il volto urbanistico della città dopo le grandi e mirabolanti costruzioni edilizie previste, come Isola Garibaldi, Citi Life, la grande Fiera di Rho. Non posso che sostenere questa tua lettera, il tuo appello. Ma temo che sia sempre più necessario agire e stimolare la cittadinanza su questioni che concernono una visione alternativa di come l'EXPO sarà realizzato. Si parla di grandi temi senza pensare a una programmazione coerente. Si parla di grandi opere senza pensare che cosa occorra fare come prioritario. Si parla di città mondiale senza pensare a come potrebbe essere considerata mondiale una città dove il semplice diritto alla casa viene spesso eluso, vedendo quello che accade nelle diverse zone popolari, dove immensi quartieri di edilizia residenziale pubblica sono abbandonati a sè stessi. Ma come poter pensare a costruire un'occasione con l'EXPO se poi vediamo l'assenza di qualsiasi trasparenza nel gestire i fondi che sono provenuti a sostegno delle opere necessarie per finire i progetti di realizzazione per l'accoglimento di questa grande impresa? Ma come possiamo dire che l'EXPO potrebbe essere un'occasione per la città se gli unici progetti con fondi bloccati e destinati risultano, allo stato attuale, quelli delle grandi opere, dividendo e frammentando una città in quartieri poveri e in quartieri ricchi e agiati, sempre più teatri dell'opulenza? Io veramente spero in una coscienza civica che assicuri un'attenzione su dove i fondi verranno destinati e la loro ripartizione. Milano non è un comune? E come comune deve essere visto patrimonio universale, nell'accezione definita da Samuelson, premio Nobel per l'economia: bene pubblico è un bene per cui non ci deve essere rivalità e non deve esserci esclusività. Tutte e tutti ne possono godere e disporre nel rispetto dell'utilizzabilità da parte di terzi. Ma finora si può pensare a Milano come bene comune nell'accezione di Samuelson?

Bene pubblico vuol dire anche un insieme di risorse redistribuibili sul territorio in modo equo e ben definito. Non è ammissibile che ci siano periferie intere che siano disegnate come isolati senza alcuna presenza di servizi sociali, civici, educativi, assistenziali e aggregativi, mentre tutta l'attenzione dell'amministrazione, vedi l'assessorato al commercio di Milano, si concentra sulla valorizzazione di Via Brera, perchè zona turistica, quindi ricca di opportunità di guadagni lauti. Le periferie dimenticate, il centro ancora di più arricchito. E', questo, il pensare al governo metropolitano? Si costruisce la città metropolitana pensando a uno sviluppo urbanistico tipico degli anni 70, dove le periferie sono semplici aggregati di immensi caseggiati accoglienti le lavoratrici e i lavoratori solamente per le ore notturne e serali?

Anche da questa ottica deve ripartire un nuovo concetto di città socialmente e umanamente sostenibile: dall'ottica urbanistica e di sviluppo del territorio.


Alessandro Rizzo

Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano

Consiglio di Zona 4 Milano

In risposta al messaggio di Maurizio Rotaris inserito il 16 Lug 2008 - 23:45
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