.: Discussione: Idea verde per Milano Expo (di Carlo Petrini)

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 25 Mar 2009 - 09:40
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Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/dettaglio/parco-sud-spuntano-cascine-e-mercati/1608995

Parco Sud, spuntano cascine e mercati
Recuperare le cascine abbandonate, rilanciare l’agricoltura di prossimità, ridurre la catena dell’alimentazione e combattere il degrado. Portando i milanesi a fare la spesa direttamente all’interno del Parco Sud. Ecco l’ambizioso progetto dell'assessore Masseroli per rilanciare l’enorme area verde
di Teresa Monestiroli

Nella grandi trasformazioni urbanistiche che vedranno cambiare il volto della città da qui al 2015 c’è anche il Parco Sud. Per l’e stesa area verde che abbraccia il sud di Milano e sconfina per migliaia di ettari nei comuni limitrofi l’assessore all’Urbanistica di Palazzo Marino ha grandi progetti. E una promessa: rilanciare l’a gricoltura, senza cadere nella trappola della speculazione edilizia.

La zona è senza dubbio molto appetibile e gli interessi immobiliari sempre in agguato. Ma nei piani dell’amministrazione, almeno stando alle parole di Carlo Masseroli, c’è prima di tutto quello di valorizzare la terra e i suoi prodotti, recuperare le cascine abbandonate, affittarle con contratti trentennali agli agricoltori, spingere l’agricoltura di prossimità, ridurre la catena dell’a limentazione e avvicinare i milanesi a una realtà «oggi spesso sconosciuta e lontana anche se è a due passi dal centro». Il progetto, vincolato alla votazione in consiglio provinciale del Piano territoriale di coordinamento provinciale dal momento che il Parco Sud è di competenza della Provincia, coinvolgerà i 18 mila ettari di terreno milanese e le 61 cascine attualmente attive. Ma se Regione e Provincia dovessero accogliere la proposta di Masseroli, potrebbe coinvolgere tutta l’area: 86 mila ettari e 800 cascine.

Come? «Il Parco è una grande opportunità di sviluppo che va sfruttata — racconta Masseroli — Per farlo però è necessario cambiare la logica che ha guidato finora la sua gestione. Negli ultimi 50 anni si è pensato che per salvare il verde fossero necessari dei vincoli, ma lo stato di degrado di molte zone e le difficoltà dei contadini che oggi operano dimostrano che non hanno funzionato». Ecco allora il progetto: «Bisogna che le aree private diventino pubbliche. Una volta passate all’amministrazione, le cascine potranno essere ristrutturate e rilanciate con contratti di affitto molto più lunghi di quelli che vengono stipulati attualmente ai contadini».

L’idea, a cui stanno lavorando anche Slow Food, la facoltà di Design del Politecnico e l’Università di Scienze gastronomiche, è quella di incentivare la coltivazione multifunzionale e accorciare la filiera della distribuzione in modo da far diventare il Parco Sud uno dei mercati privilegiati di Milano. Con l’organizzazione di gruppi di acquisto, mercati della terra o vendita al dettaglio direttamente in cascina. «Bisogna sviluppare l’agricoltura di prossimità — spiega Carlo Petrini, presidente di Slow Food — Realizzeremo prototipi virtuosi di cascine in grado di accorciare la filiera di distribuzione. Così Milano potrà alimentarsi, almeno in parte, di quello che produce».

Un obbiettivo ambizioso che dovrà fare i conti con gli interessi economici degli immobiliaristi che vedono nel parco una zona di possibile sviluppo edilizio. Il meccanismo per raggiungere questo risultato è quello della perequazione, uno dei cardini del nuovo piano di governo del territorio. «Sostituiamo i vincoli con un progetto, quello di rilanciare l’agricoltura in città — prosegue Masseroli — Così come Barcellona ha vinto la sfida della trasformazione puntando sul mare e sulle opportunità di sviluppo che questo poteva offrire, così Milano deve sfruttare il parco. Anche noi abbiamo il nostro mare e si chiama Parco Sud».

Fuor di metafora, il ragionamento del Comune si può riassumere così: attraverso lo strumento della perequazione che permette di trasferire le volumetrie da un punto all’altro della città, il Comune ha intenzione di prendersi in carico le aree verdi oggi in mano ai privati. Verrà fissato un indice volumetrico per quelle zone in modo da valorizzare terreni che oggi valgono poco o niente e permettere al privato di spostare le sue volumetrie da un’altra parte cedendo il terreno al Comune. «In questo modo — conclude Masseroli — combatteremo anche il degrado che c’è in quella cintura che circonda il parco e che allontana i cittadini».

Un’operazione su cui Legambiente ha qualche perplessità: «Vogliamo vedere gli indici che verranno assegnati, i progetti, le aree coinvolte — spiega il presidente Damiano Di Simine — La manovra è un po’ rischiosa ma che può servire per combattere l’abusivismo. Il problema è che deve essere associata a politiche di controllo severe altrimenti finisce che queste gli abusivi semplicemente si sposteranno altrove».

(24 marzo 2009)


In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 14 Lug 2008 - 21:32
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