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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Lunedì, 14 Luglio, 2008 - 16:09

E' Estate e riparte la Movida notturna dalle diverse conseguenze

E' strano che a Milano si ripetano annualmente, stagionalmente, le stesse situazioni, con le stesse problematiche, le stesse circostanze, le stesse reazioni. Mi sembra di vedere una pubblicità di inizio estate, dove ogni giugno si apre il ciclo degli spot dedicati alle creme solari o ai gelati confezionati. Per, poi, arrivare a fine ottobre per aprire la stagione degli spot dedicati ai profumi o ai cioccolatini in attesa degli acquisti di Natale. E' un ennesimo deja vue che si ripete costantemente: se riprendessi le cronache milanesi delle pagine dei maggiori quotidiani della città, di un anno fa, leggerei gli stessi articoli, le stesse testimonianze, le stesse doglianze, le stesse vicende. Mi riferisco al dibattito, spesso abbastanza animato, che si presenta sulle conseguenze derivanti dalla Movida notturna milanese. I residenti si lamentano del rumore elevato fino a notte tarda e della presenza di rifiuti di vario tipo e genere prosenti l'indomani mattina, domenica o sabato, per le strade dei propri quartieri. Gli esercenti si lamentano dell'assenza dell'amministrazione, in quanto scarseggiano le risorse adibite alla sicurezza e alla repressione di violazioni del codice della strada, garantendosi, così, la possibilità di esercitare la propria attività commerciale per tutta la serata. I clienti dei locali, maggiormente appartenenti a una fascia di età molto giovane, rivendicano il diritto a rimanere per strada fino a notte tarda e liberamente divertirsi all'aperto, magari accompagnati da allegre note di musica. Tre diversi interessi che si ripresentano ogni inizio estate. Tra interessi che costantemente sono evasi e non discussi preliminarmente, al fine di prevenire ogni forma di contrasto e conflittualità, spesso poco piacevole e sostenibile dal punto di vista sociale e culturale.
La mappa delle zone che sono interessate dal dilagare della Movida milanese notturna si estende sempre di più: prima si parlava solamente della cerchia dei Navigli, oggi si parla anche di Viale Papiniano, Viale Monte Nero, Corso Como, il quartiere Isola, le storiche Colonne di San Lorenzo.
Il fenomeno aumenta di portata e coinvolge zone differenti, spesso lontane le une rispetto alle altre. Ma il Comune di Milano che cosa propone? De Corato ha deliberato per motivi di ordine pubblico il divieto di vendere bottiglie in vetro o versare bevande in bicchieri di vetro da parte dei locali ai clienti che si fermano lungo la strada nelle ore serali e notturne. Ma come bene si può comprendere se a delibera avanzata, o a disposizione emanata, o a provvedimento urgente emesso, non conseguono misure e criteri di applicazione e attuazione, difficile pottrebbe esserne l'amministrazione e l'eseguibilità della stessa disposizione. Dai criteri generali devono seguire provvedimenti esecutivi particolareggiati, di natura amministrativa. Penso che se non sussistono le risorse umane utili a garantire la prevenzione dei fenomeni che mettono a rischio la quiete pubblica, l'ordine pubblico, la pace civile, utili a garantire, pertanto, la perseguibilità di reati e violazioni del codice della strada, del regolamento per l'orario di apertura degli esercizi pubblici, di varia natura e tipologia, anche penali, lo stesso provvedimento adottato diventa vano. Come testimonia il caso specifico in questione. Il divieto di vendere bottiglie di vetro per gli esercizi commerciali ha favorito, come era pensabile, l'aumento di un commercio illegale diffuso che si avvantaggia della proibizione per assicurarsi un mercato lasciato libero dalla disposizione. E' utile avere vietato il commercio di bottiglie in vetro o di bevande in bicchieri di vetro? Io credo che ci si debba domandare se è stato utile non disporre armonicamente di un disegno strutturale che avesse previsto ogni forma di prevenzione di situazioni di disagio e di forte pericolo per la quiete pubblica. Ancora sabato sera, presso le Colonne di San Lorenzo, si è avuto il lancio della bottiglia di vetro contro la folla da parte di un giovane. Quale strada sarebbe necessario perseguire? La partecipazione e il coinvolgimento delle persone interessate per disegnare un nuovo disegno di città che valorizzi i propri spazi e dimensioni lo spazio pubblico all'utilizzo da parte di tutte e di tutti, in una visione di "bene comune" fondato sulla non rivalità come definito dal Premio Nobel per l'economia, Paul Samuelson.
E' possibile che il Comune si faccia interprete dell'istituzione di un tavolo di concertazione dove rappresentanze della clientela, rappresentanze delle associazioni dei commercianti e i comitati dei residenti si trovino, si confrontino e dialoghino per rendere questa città vivibile, usufruibile e pubblica. Vorrei una città che sappia convogliare la bellezza della vitalità, della creatività, dello stare insieme, del condividere iniziatrive ed eventi, dell'aggregazione culturale e non meramente "commerciale" con la vivibilità, la sostenibilità, il rispetto delle libertà altrui, delle dignità altrui, dei diritti di tutte e di tutti. Il Comune appronta interventi che riguardano solo la cerchia dei Navigli: oltre ad avere una dimensione un po' ristretta di campo d'azione per solvere la questione, siamo in presenza di una ristrettezza nel campo di applicazione e interessamento della stessa disposizione. Il problema non riguarda solo i Navigli e ha radici più profonde. Avevo tempo fa lanciato la proposta da queste pagine di creare agorà pubbliche, dove l'aggregazione culturale, il piacere di stare insieme, il rispetto civico, che conseguentemente deriva se si creano condizioni di arricchimento civile e sociale delle iniziative e dei motivi del condividere spazi e tempi della città, abbiano ampio diritto di cittadinanza. Oggi come oggi, invece, siamo in presenza di una esasperante rincorsa al consumerismo fin a sè stesso, senza finalità alcune e senza obiettivi collettivi. Abbiamo una logica del rapporto individuale di consumatrici e consumatori di beni e non di servizi. Bisogna agire con la concertazione e con la partecipazione, rendendo interagibili e convergenti interessi che, apparentemente, sembrano oltremodo divergenti.
Questa è la prospettiva politica che potrebbe arricchire questa città, rendendola vera capitale europea della cultura e dell'aggregazione, del senso comune e collettivo degli spazi ubani. Perchè invece di mettere nuove barriere, nuove transenne, nuovi divieti non si parla di serate culturali, dove compagnie giovanili teatrali e musiali possano esibirsi per un interesse collettivo. Perchè non si procede a deroghe da assicurare nei mesi estivi per garantire concerti e kermesse teatrali e musicali che sono patrimonio di una città vitale e vivace, comune in senso letterale e reale, sociale. Il Comune, nella fattispecie, ha valutato i livelli di emissioni acustiche presenti nelle zone interessate dalla presenza dei locali? Quale livello si è riscontrato? Si è predisposto un provvedimento di accertamento degli orari di apertura dei locali, nel rispetto del regolamento comunale per gli esercizi commerciali notturni? Si sono adeguatamente penalizzate le infrazioni a riguardo? Quante risorse umane, in termini di agenti di Polizia Locale, sono state disposte per garantire forme di controllo dei territori al fine di prevenire forme e situazioni di violazione del codice della strada? Quale programma generale il Comune ha predisposto nei mesi estivi, e come è stato predisposto, secondo quali canali, strumenti, modalità, per garantire l'arricchimento sociale e culturale degli spazi pubblici e municipali presenti in città? Leggo manifesti che promuovono la città considerandola occasione estiva per chi rimane nei mesi estivi, ormai appartenente a una popolazione sempre più numerosa, tramite titoli invoglianti e allettanti, giochi di parole simpatici: E-state a Milano. Ma la programmazione come è avvenuta? Come vengono disposti i siti dove dare ospitalità a questi importanti eventi? E' possibile che vediamo grandi eventi e manifestazioni nelle zone centrali o, spesso, nelle stesse consuete zone già beneficiate da una ricca programmazione cultuale pubblica annuale. Perchè non coinvolgere in modo completo i vari attori sociali e istituzionali consiliari circoscrizionali nel predisporre, in fase preparatoria e in fase esecutiva e applicativa, una programmazione compiuta e coerente di manifestazioni culturali e artistici? Il Comune è bene comune, un patrimonio inalienabile, non rivale e non esclusivo. Rendiamolo tale già nel disporre misure e modi di intervento risolutivi di questa annosa disputa poco conveniente per l'immagine della nostra città. Provvederò a partire dal consiglio di zona dove sono consigleire a recepire le questioni qui formulate predisponendo una parte dispositiva della stessa interrogazione che proponga vie alternative di partecipata gestione degli spazi pubblici nelle ore serali e notturne nei mesi estivi, coinvolgendo residenti, commercianti, clienti, utenti cittadini, istituzioni locali e zonali.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano