.: Discussione: Operazioni sui derivati del Comune di Milano

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 13 Nov 2009 - 12:09
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Da milano.corriere.it:

Gli indagati, tra cui Giorgio Porta e Mauro Mauri, avrebbero truffato palazzo marino

Caso derivati, chiesto rinvio a giudizio
per 13 persone e quattro banche


Presunte irregolarità nell'emissione di un bond da un miliardo e 685 milioni di euro sottoscritto dal Comune

MILANO - Il pm Alfredo Robledo ha chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di truffa aggravata di 13 persone e di quattro banche a conclusione dell'inchiesta su presunte irregolarità nell'emissione di un bond da un miliardo e 685 milioni di euro sottoscritto dal Comune di Milano dal 2005 al 2007. Si tratta di 11 funzionari di banca e di due ex manager di Palazzo Marino. Le banche sono Deutsche Bank, Ubs, JP Morgan e Depfa Bank. Secondo l'accusa, dall'emissione dei derivati gli indagati avrebbero fatto guadagnare illecitamente alle banche circa 100 milioni ai danni del Comune.

GLI INDAGATI - I funzionari delle quattro banche coinvolte nell'inchiesta, assieme a Giorgio Porta, ex direttore generale del Comune di Milano, e a Mauro Mauri, esperto incaricato della ristrutturazione del debito comunale, avrebbero - come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio - truffato «dolosamente» l'amministrazione comunale. Gli istituti bancari, infatti, si legge ancora nella richiesta del procuratore aggiunto Robledo, «erano stati selezionati» dal Comune di Milano per «un'emissione obbligazionaria in vista della ristrutturazione del debito». Tra gli imputati figurano anche Gaetano Bassolino, figlio del governatore della Campania, e Simone Rondelli, ex funzionario di JP Morgan, indagato anche in un'inchiesta del pm Luigi Orsi sull'alterazione delle quotazioni della Saras, l'azienda per la raffinazione della famiglia Moratti.

UN BUCO DA 300 MILIONI - Gli imputati sono accusati, tra le altre cose, di aver certificato «falsamente» la «sussistenza delle condizioni di convenienza economica per l'Ente territoriale», allo scopo di arrivare all'emissione obbligazionaria, invece di suggerire la «rinegoziazione dei mutui» stipulati dal Comune, causando così «passività» per l'amministrazione. Il Comune infatti, secondo l'accusa, si ritrovò in mano uno strumento finanziario del valore negativo di 300 milioni di euro. Sempre secondo la richiesta di rinvio a giudizio, l'ex manager comunale Porta avrebbe «organizzato, controllato e coordinato l'operazione finanziaria».

12 novembre 2009

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In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 5 Lug 2008 - 20:48
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