.: Discussione: Camper del Corriere, il bilancio: una citta' a due velocita'

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 22 Ott 2009 - 12:05
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Da milano.corriere.it:

dalla parte del cittadino

In coda per pagare multe, bollette e tasse Sfida quotidiana per centomila milanesi

Il Camper davanti all’Asl di via Doria. «La burocrazia? Un inferno ma Internet ha tagliato molte file»

MILANO - Uomini, donne, giovani, an­ziani, mamme con un bimbo nel marsupio, badanti che sor­reggono un nonno, lavoratori costretti alla mezza giornata di permesso. Centomila perso­ne che ogni giorno si metto­no in coda. Una città di medie dimensioni che affronta la fi­la per pagare una bolletta, riti­rare la pensione, contestare una multa, fare un biglietto, prenotare una visita. In ogni angolo, in ogni via, c’è uno sportello, c’è chi sbuffa per l’attesa, chi lamenta un’ingiu­stizia, chi sorride perché se l’è cavata in cinque minuti, per­ché ha vinto un ricorso dal giudice di pace. Forse si è persa la memoria di quel che erano le code pri­ma che gli uffici entrassero nell’era informatica. E prima dello tsunami Brunetta. Ma nella Milano che corre, ogni minuto perso in attesa conti­nua a far soffrire. Una vita in coda. Ci sono le Poste. Uffici rifat­ti, personale che sorride, mac­chine efficienti. Ogni giorno accolgono 30-35 mila perso­ne. Alle Poste rimanda anche il Comune, per ritirare certifi­cati anagrafici, pagando un obolo di 2 euro.

Ma anche do­ve all’apparenza tutto è bello e nuovo, c’è la nota stonata: in viale Andrea Doria, dove da poco hanno trasferito gli uffici postali che prima erano ai margini di piazza Argenti­na, con le code fin sulla stra­da, hanno dimenticato di in­stallare il distributore dei bi­gliettini per le prenotazioni. Risultato: tutti in piedi, anche nell’attesa. Giuseppe Villani, dirigente d’azienda, racconta che al suo ufficio postale, in zona Parco Solari, ha fatto la coda sbagliata: «Dovevo fare un vaglia e ho preso il numeri­no per pagare la bolletta. Arri­vato il mio turno, m’hanno ri­mandato indietro». Perché, si sa, la burocrazia non deroga. E c’è l’anagrafe, che ogni giorno feriale totalizza 3.500 utenti. In via Larga, dove en­trano quasi 1.400 cittadini (e le code si sono ridotte del 40%). E nelle altre 16 sedi, de­centrate, che insieme accolgo­no altri 2.000 utenti. Una le­gione dell’esercito romano che si accalca agli sportelli.

Il Comune punta molto sulla certificazione on line. Partirà a novembre. Intanto, come spiega l’assessore alla partita, Stefano Pillitteri, si cerca di cogliere l’umore degli utenti attraverso gli emoticon (quel­li voluti dal ministro Brunet­ta). Ma chi ha finito allo spor­tello, non ha tempo. Pochi si confidano con il totem (il 10%). Tanti attendono, inve­ce, la carta d’identità elettroni­ca. Se ne fanno appena 10mi­la l’anno. E’ partita in sordina. Forse prenderà piede ora che Milano ha ottenuto di farla pa­gare solo 5 euro, come il docu­mento cartaceo. Non c’è luogo senza coda. Periferia nord-ovest. In via Ci­lea, all’ufficio della motorizza­zione civile, bussano mille persone al giorno. In fila dalle 7 del mattino, soprattutto quando c’è in gioco la revisio­ne della macchina, per essere primi quando si apriranno gli sportelli, due ore più tardi. E mille entrano ogni gior­no agli uffici del giudice di pa­ce, in via Sforza. A chiedere clemenza. Centomila tra con­tenziosi ordinari e decreti in­giuntivi all’anno i volumi di «traffico». Solo nel civile.

Con il coordinatore Vito Dattolico che sottolinea un’impennata dei ricorsi (+40%). In sintesi: una mattina spesa per capire. Un’altra davanti al giudice. Ci sono trentacinquemila persone che ogni giorno si presentano alle biglietterie delle stazioni FS a Milano. Per ognuno di loro, c’è un altro che si industria ed evita la co­da: compra il biglietto su In­ternet o alle macchinette auto­matiche. Attese per chi tenta di pre­notare una visita oculistica e si sente rispondere al telefo­no di un grande ospedale: «Tra un anno». Chi deve atten­dere tre quarti d’ora per cam­biare il medico di base. E chi, affidandosi al «call center pre­notazioni » della Regione (do­ve arrivano 3mila chiamate ogni giorno, 60 mila prenota­zioni in un mese, e la visita è garantita in tempi brevi) l’at­tesa la fa comunque al telefo­no. Non importa che sia un numero verde. E la crociata di Brunetta? In coda si allargano le braccia: «La burocrazia è in­vincibile».

Paola D’Amico Andrea Senesi
22 ottobre 2009

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In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 1 Ott 2009 - 15:05
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