.: Discussione: Camper del Corriere, il bilancio: una citta' a due velocita'

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 4 Ott 2009 - 20:40
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Da milano.corriere.it:

Torna il camper del «Corriere»

Un tagliando alla città partendo dal basso

Sicurezza e vivibilità in Centrale: anche il prefetto Lombardi alla prima tappa in piazza Duca d’Aosta


E’ una città sporca, ha detto il premier. Sembra l'Africa, ha aggiunto. E c'è un traffico pazzesco: più di un'ora da Arcore a Milano. Anche Berlusconi, quando scende in strada, dà ragione al cittadino. Poi la politica interviene, le cose si confondono, l'ideologia strumentalizza. E viene un dubbio: avrà esa­gerato? Per chi fa il mestiere di cronista c'è una sola risposta da dare: andare sul posto e raccon­tare. Milano è una città difficile: i problemi si aggrovigliano e a volte si complicano. Quanti bli­tz serviranno per riportare la le­galità nelle case Aler? C'è il ri­schio dell'assuefazione al peg­gio: dalla doppia fila alle auto sui marciapiedi tira una brutta aria di rassegnazione. Dove so­no i vigili, i beneamati ghisa?

Torniamo a parlare di vivibili­tà, di immigrazione, di scuole, di verde e di ordinaria manuten­zione da un punto di osservazio­ne speciale: un camper che gira e raccoglie la voce della gente. In una stagione segnata dai ran­cori e dalle fughe in avanti è op­portuno tornare coi piedi per terra: è giusto interrogarsi sul futuro, ma bisogna risolvere i problemi de presente, creare le precondizioni per vivere me­glio in città. Il Corriere l'ha già fatto: e qualche risultato c'è stato. Per i cittadini, che hanno avuto la possibilità di far sentire a loro voce, accorciando la lunga di­stanza che c'è fra loro e le istitu­zioni; per chi deve informare, che ha verificato come l'insicu­rezza non è soltanto un fenome­no percepito: in tante zone di Milano è un'emergenza reale. In alcune palazzine di periferia la droga ha devastato i canoni del­la civile convivenza: ci sono an­ziani che convivono con gli in­cubi dei furti, delle rapine, delle aggressioni.

Due anni fa, legali­tà era la parola più frequente, as­sieme al rispetto delle regole, al civismo dei comportamenti. È ancora così? Chiedono più con­trolli, più vigili di quartiere, più uomini in divisa, i cittadini, per avere una presenza amica e crea­re una dissuasione ai violenti e malintenzionati? Milano è anche altro, è vero. E la città che offre lavoro, cultu­ra, opportunità. È la metropoli che si prepara all'Expo per sor­prendere il mondo con i nuovi talenti e una ritrovata sobrietà. È la città alla quale si chiede di avere un ruolo per aiutare il Pae­se a ritrovare lo spirito giusto ca­pace di innescare la ripresa: qua­lità, legalità, riconoscimento del merito, riscoperta di antichi valori, tra cui l'accoglienza e la solidarietà.

Ma è anche la città che taglia i fondi al difensore ci­vico, perché i rompiscatole non sono graditi a chi governa, e non riesce ad avere un garante dei diritti dell'infanzia o un cen­tro chiuso alle auto. Prima di scrivere il Manifesto di Milano è importante fare il tagliando al­la città partendo dal basso, en­trando nel cuore di alcuni pro­blemi aperti, che anche il presi­dente Berlusconi sente il dovere di denunciare. Partiremo dalla sicurezza, per vedere se è mi­gliorare qualcosa, in una zona simbolica: la stazione Centrale. Qui un recente restauro ha cer­cato di eliminare antichi proble­mi per migliorare il servizio al cittadino. Saremo lì, lunedì, per assolvere a un compito: es­sere utili. Dalla parte del cittadi­no.

Giangiacomo Schiavi
04 ottobre 2009(ultima modifica: 05 ottobre 2009)
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 1 Ott 2009 - 15:05
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