.: Discussione: Vogliamo nuove strade!

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 15 Ott 2008 - 14:40
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Gentile Mara,
leggo con attenzione la sua lettera e mi sento in dovere di risponderle. Lei solleva problemi che sono assolutamente oggettivi e universali oserei dire. Mi riferisco al fatto che a Milano la mobilità risulta essere sempre più "gravosa" e "onerosa" per chi si muove in città, dalla città e dentro e verso la città. Sono convinto che occorra una politica organica e non "settoriale" e "segmentata" sul tema: non è il momento di adottare palliativi che risultano quanto mai essere temporanei e fortemente limitati e limitanti. Mi riferisco a un disegno complessivo e generale che sappia costruire nuove prospettive che mettano al centro della politica sulla mobilità, da non astrarre da altri dinamiche e fattori sociali, culturali, urbanistici e, soprattutto, territoriali intesi nel senso di "ambientali", ecologici nel senso etimologico del termine.
Lei dice giustamente che i mezzi di trasporto pubblico sono alquanto inadeguati, spesso luoghi di forte disagio di ogni calibro si possa intendere: è vero. Ma questo testimonia come un'amministrazione non abbia saputo investire adeguatamente sulle reti infrastrutturali pubbliche, quali metropolitane e linee di trasporto urbano, superficiale, abbandonando gran parte delle stazioni metropolitane esistenti a un destino di forte degrado e abbandono. Occorre partire da un assioma che definisco assoluto: ossia il fatto che a Milano l'utilizzo del mezzo pubblico non è competitivo e conveniente rispetto a quello privato. Lo testimonia lei stessa giustamente nelle sue parole.
Non generalizzerei, però, sul disegnare gli ambientalisti, tutti senza distinzioni, come tiranni verdi. Esiste a Milano un vasto panorama di associazioni ecologiste che hanno saputo rendere la propria attività proposta politica per uno sviluppo equo e compatibile, possibile, del territorio cittadino e metropolitano, perchè è in questa ultima ottica che occorrerebbe pensare e riflettere, senza abbandonarsi in roboanti dichiarazioni di intenti, a volte benevoli, a volte strumentali, anzi quasi sempre.
Concordo con chi dice che a Milano occorrerebbero maggiori linee metropolitane, un aumento delle piste ciclabili e, sopratutto, mi si passi il termine, maggiore cultura della mobilità sostenibile e possibile. Sostenibile, gentile Mara, intendo non solo in senso ecologico, ossia una mobilità che garantisca nel futuro prossimo dei vantaggi in materia di vivibilità e di tutela della salute per la cittadinanza, ma intendo anche il senso economico del termine, ossia minore impatto finanziario e fiscale per l'utente. Agevolazioni nell'utilizzo dei mezzi pubblici, un adeguamento tariffario non cumulativo per spostarsi nell'area metropolitana, oggi provincia ma non solo, anche oltre la provincia, essendo l'area Ovest della Lombardia uno spazio urbanisticamente e socialmente omogeneo (che differenza si rivela a livello territoriale nel percorrere le strade che congiungono Milano con Varese, mi domando), una possibilità di detassare, come aveva previsto la legge finanziaria del Governo Prodi, il costo sopportato da chi utilizza i mezzi pubblici: sono adeguamenti che sembrano all'apparenza "superficiali" e vani ma che risultano, invece, nel medio e breve periodo alquanto utili e funzionali.
Gentile Mara non penso che costruire nuove strade sia un possibile, seppure esperibile come un'opzione risolutiva, percorso che possa promuovere agevolazioni pr chi si muove verso e dalla città di Milano: io penso, invece, che occorra innanzitutto investire nelle reti infrastrutturali, sgravare, mi rifaccio all'intervento primo avutosi in risposta alla sua lettera, il trasporto pesante autostradale o stradale tramite l'utilizzo delle vie ferroviarie (è una scelta che aiuterebbe a decongestionare fortemente il traffico nazionale e non solo lombardo, con anche uno sguardo possibile ai pericoli che possono derivare per gli automobilisti dall'attraversamento da parte dei mezzi pesanti delle vie stradali attualmente presenti). Penso che queste siano alternative giuste, oltre al fatto che a Milano dovrebbero essere resi efficienti e conosciuti i servizi di car sharing e car pooling, oggi fortemente limitati e inadeguati alla potenziale domanda presente a livello cittadino, e non solo. Penso che più strade risolvano in parte e in modo temporale il problema che lei giustamente ha sollevato con determinatezza: nel medio e lungo periodo più strade significherebbe più autovetture in entrata in Milano e in uscita da Milano, in quanto, senza una parallela opportunità di implementazione di percorsi alternativi alla mobilità su gomma, ci sarebbe un aumento della tendenza già viva in gran parte dell'utente italiano di utilizzare il mezzo privato, soprattutto in modo individuale (come si spiega che solo in Italia abbiano nuclei familiari di tre persone, per esempio, all'interno del quale ogni membro è possessore di un'autovettura). Non voglio essere "tacciato" di paternalismo: non è il mio stile nè la mia natura esserlo. Ognuno è libero di compiere azioni, ma nella consapevolezza responsabile del contesto in cui tali azioni vengono attuate e promosse. Non possiamo prescindere da fattori di analisi che sono di natura territoriale, sociale e di prospettiva per il futuro (la cosiddetta responsabilità intergenerazionale, ossia dare alle generazioni a noi prossime una qualità di vita migliore di quella attuale, non rendendo pessima eredità un ambito dove vi sia alta presenza di polveri sottili e un'aria irrespirabile). Parlo e propugno un modello possibile, oggi non esperito adeguatamente in Italia e a Milano soprattutto, fortemente penalizzato, come opportunità alternativa e altra a un disagio che anche lei giustamente avverte e ha avvertito, ossia la difficoltà e la forte impossibilità di garantire una mobilità individuale libera e funzionale.
Vogliamo provarci? Se non ora quando qualcuno dirà giustamente.

Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
In risposta al messaggio di Mara Carnelli inserito il 2 Lug 2008 - 17:33
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