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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Giovedì, 26 Giugno, 2008 - 15:02

Oltre questo limite non vogliamo andare!

 
Oltre questo limite non vogliamo andare!
 
Appello per fermare Razzismo e Intolleranza, figli spietati di Paura e Miseria.
 
Non volevamo credere ai nostri occhi, ma l'escalation di intolleranza dell'ultimo periodo, culminata nell'odiosa schedatura avvenuta a Milano di cittadini “nomadi”, un atto basato su discriminanti etniche (Rom e Sinti, non a caso nel passato obiettivo anche delle “pulizie razziali” naziste), ci ha spinto a mettere in chiaro le cose: oltre questo limite, non vogliamo andare!
 
La sprezzante noncuranza con cui alcune forze politiche (purtroppo anche di centrosinistra) e molti media e giornali da tempo battono senza pietà e coscienza sul ferro caldo del senso di sicurezza, ci fanno temere un preciso disegno politico sul fondo di questa vicenda.
 
Che sia il pretesto, o il capro espiatorio, per non affrontare i problemi di un'Italia vicina allo sfascio? Sembra di intravedere lo scenario non nuovo di una guerra tra poveri. La difficoltà di arrivare alla fine del mese, pagare la casa, la luce, la spesa, quando si lavora tutto il santo giorno per mille euro al mese quando va bene, fa il paio con il bisogno di vivere in luoghi accoglienti, con aria respirabile, servizi alla persona e, per dirla tutta, con la possibilità di stare insieme. E se si perde la fiducia che lo stato abbia la forza e il coraggio di cambiare le cose, perché le cose potrebbero cambiare se noi cittadini veramente lo volessimo (citiamo Mario Monti: “E' il nostro modo di chiuderci in tante caste, a dover cambiare, non solo i nostri politici”[1]) il problema sono loro, i più poveri di noi.
 
Non importa se le (benedette...) statistiche affermano che i reati in Italia sono in calo, che le nostre città restano tra le più sicure al mondo. Si preferisce giocare la carta di un vecchio meccanismo piuttosto abusato in Italia, azionando la leva della paura, e soprattutto della spaventosa immaturità, un delirio onnipotente, del cittadino che tutto vuole rifiutandosi di pagarne il prezzo. Vogliamo le metropoli e il benessere, ma non vogliamo affrontare i problemi che queste portano con sé: l'inquinamento, il traffico, la frammentazione del tessuto sociale, l'asfalto dappertutto, la crescita di sacche di emarginazione e povertà (e quindi il rischio criminalità).
 
Chiediamo ai cittadini in che genere di posto vorrebbero vivere, e se credono di risolvere i problemi che assillano il nostro paese e le nostre esistenze schedando e scacciando una “razza” che ha la particolarità di avere più difficoltà ad integrarsi in un sistema sociale che già “noi” troviamo così impoverito, sordo, immutabile e chiuso. Chiediamo come le coscienze (spesso caritatevoli e cristiane, almeno nelle parole) di chi applaude gesti come questo possano tollerare il peso della discriminazione e dell'umiliazione. Una vergogna che oggi si abbatte con particolare durezza su Rom e Sinti, ma che non risparmia gli altri “invisibili”, a prescindere dalla loro provenienza etnica.Un'onda di intolleranza razzista comoda e carogna, che sfrutta il lavoro di questo popolo di senza diritti e che ogni giorno, calpestando legge e umanità, dà una bastonata al benessere e allo sviluppo di tutta la collettività.
 
 
Associazione Arci Varieazioni

[1]    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200802articoli/30401girata.asp – Si legga con attenzione l'opinione di un economista autorevole e “non schierato” come Monti sul tema delle caste e dei privilegi, di cui qui riportiamo un frammento particolarmente significativo: “Uno Stato che sappia imporre a noi cittadini, a tutte le nostre organizzazioni e corporazioni, un disarmo della foresta di protezioni e rendite. Una foresta che si è ampliata a dismisura nei decenni proprio con la complicità di uno Stato debole. Per acquisire consensi, ha introdotto norme che riparano dalla concorrenza e ha eretto le organizzazioni delle categorie in protagonisti ufficiali delle decisioni di politica economica.”