.: Discussione: Appalti Expo, le mani della 'ndrangheta

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 26 Lug 2010 - 22:41
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Da Arcipelago Milano di oggi 26 luglio c.m.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin
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LA ‘NDRANGHETA E’ A MILANO

26-7-2010 by Carlo Dalla Chiesa 

 

Nelle ultime settimane la nostra città si è ritrovata al centro di importanti inchieste sulla criminalità organizzata. In particolare, quella denominata “Il crimine”, condotta congiuntamente dalla Procura di Milano e dalla Procura di Reggio Calabria, risulta essere la più imponente operazione di contrasto al fenomeno della ‘ndrangheta dal 1994 a oggi. Le indagini hanno permesso l’arresto di oltre 300 persone affiliate alle ‘ndrine oltre al sequestro di beni per centinaia di milioni di euro. Durante la successiva conferenza stampa, i Pubblici Ministeri che hanno condotto l’inchiesta, Ilda Bocassini, Edmondo Bruti Liberati e Giuseppe Pignatone, hanno ribadito che “la capacità d’infiltrazione negli ambienti più diversi è la cosa che più preoccupa”.  

Nella sola provincia di Milano, dal primo luglio sono stati effettuati più di 200 arresti e sono stati posti sotto sequestro beni mobili e immobili per un valore di oltre 300 milioni di euro. Tra le persone coinvolte nelle indagini figurano non solo personaggi appartenenti alle famiglie Oppedisano, Valle, Pelle, Mazzaferro e altri sanguinari e spregiudicati clan. No, tra le persone coinvolte figurano i nomi di almeno 15 tra consiglieri, assessori e dirigenti pubblici. Oltre a questi, decine e decine di soggetti che sguazzano nel sottobosco politico o nell’amministrazione pubblica milanese.

In altre parole, nel luglio 2010 a Milano (la città in cui Dell’Utri viene eletto senatore in collegio 1) è avvenuto qualcosa di particolare. Una parte delle Istituzioni ha denunciato pubblicamente l’esistenza della criminalità organizzata sul nostro territorio. Non l’ha denunciata “per sentito dire”. Ha seguito, intercettato, filmato, fotografato boss e semplici affiliati per anni interi. Ha scoperto il loro modus operandi, cristallizzandone le gerarchie e i gruppi egemoni. Ha ricostruito le origini e le destinazioni di inimmaginabili flussi di denaro. Ha individuato i punti di contatto tra i clan e la politica, tra i clan e l’imprenditoria.

Tutto questo nel silenzio delle Istituzioni cittadine. Silenzio prima e silenzio dopo. D’altra parte è normale. Nella storia repubblicana quali fenomeni criminali sono stati contrastati dall’iniziativa del potere legislativo o esecutivo? Chi ha combattuto contro la criminalità organizzata o il terrorismo (o lotta armata, non importa: la Storia ridimensiona certe inutili e ridicole pretese terminologiche)? Sempre loro: magistrati e forze di polizia.

La politica, quella che fa le leggi e che governa, arriva dopo. O perchè non le conviene o, semplicemente, perchè sottovaluta. Sottovaluta perchè non ha né gli strumenti culturali né le qualità umane per comprendere cosa accade nella comunità che rappresenta. Fino a qualche mese fa, il Sindaco Moratti dichiarava che a Milano la mafia non esisteva. Anche il Prefetto Lombardi affermava la stessa cosa. E il ViceSindaco De Corato, altrettanto: “Il problema sono gli immigrati, mafia non ce n’è”, rispondeva alle domande di qualche giornalista libero. Nella migliore delle ipotesi, quindi, hanno sottovalutato il fenomeno.

Basti pensare che nel marzo 2009, in Consiglio Comunale era stata istituita la Commissione di Vigilanza Antimafia. A distanza di due mesi, la delibera che l’aveva istituita veniva revocata tra mille polemiche. Dopo le ultime vicende, l’opposizione – soprattutto i capigruppo del PD e della Lista Dario Fo, Pierfrancesco Majorino e Basilio Rizzo – hanno riproposto l’urgenza di tale Commissione in Consiglio Comunale. Niente da fare. Silenzio prima e silenzio dopo. Silenzio anche da parte di un pezzo della stessa opposizione. D’altronde anche gli assessori Brembilla e Oliverio, entrambi della Giunta di Filippo Penati, sono risultati coinvolti in vicende di ‘ndrangheta.

Sono anni che gli osservatori sulla legalità, i magistrati ai convegni, le associazioni contro le mafie (Libera su tutti) denunciano la presenza della criminalità organizzata sul nostro territorio.

 Le indagini per le ultime inchieste sono partite nel 2006 presso la Procura di Monza dopo aver seguito una pista investigativa per un c.d. reato spia (quelli ora interessati dai divieti introdotti dal ddl sulle intercettazioni). I cittadini, almeno quelli ben informati, sapevano. Bastava ascoltare Alberto Nobili o Armando Spataro a un dibattito. Oppure assistere agli innumerevoli incontri che i volontari di molteplici associazioni hanno tenuto e continuano a tenere in tutta la provincia. In città si sa che determinati ristoranti di bufale, cozze e pomodorini non sono altro che lavanderie di denaro sporco. Eppure ne spuntano di nuovi a ogni angolo e le licenze fioccano. Le Istituzioni cittadine, come si diceva, in silenzio. Prima e dopo. E’ un silenzio che lascia esterrefatti. Perchè di fronte al perpetrarsi del silenzio, avanza un dubbio. Che non si tratti di semplice sottovalutazione.

Altrimenti non si spiegherebbe come mai alla commemorazione di Paolo Borsellino, Carlo Fidanza – presidente della Commissione Consiliare Expo 2015 oltre che parlamentare europeo – abbia pubblicamente (e vigliaccamente) attribuito ad Armando Spataro la decisione di non istituire una Commissione di Vigilanza. Non si spiegherebbe neppure perchè la Moratti nella stessa occasione abbia affermato che “il Comune di Milano ha fatto della lotta alla mafia, alla corruzione e al malaffare, una priorità” quando, invece, la sua stessa maggioranza ritiene che le ultime vicende non costituiscano altro che una gogna mediatica.

E’ dunque collusione o sottovalutazione? Facciamo che sia semplice sottovalutazione. Con un’avvertenza però. Che a sottovalutare le drammatiche conseguenze di un territorio in mano alla criminalità organizzata (dove le vittime hanno più paura delle ritorsioni piuttosto che subire un procedimento penale per favoreggiamento), non si fa la figura degli sprovveduti o degli irresponsabili. No. Si fa la figura dei farabutti. 

 

Carlo Dalla Chiesa 

In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 23 Lug 2010 - 12:28
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