.: Discussione: Appalti Expo, le mani della 'ndrangheta

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 23 Lug 2010 - 12:28
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... come volevasi dimostrare: inaugurare i giardinetti va bene, ma prendere coscienza delle dimensioni del fenomeno , no!!
2 articoli tratti dal notiziario settimanale ChiamaMilano di oggi.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin
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LA LOTTA ALLA MAFIA NON È “COSA NOSTRA”
La maggioranza respinge per la quarta volta in vent’anni la richiesta di istituire una Commissione comunale antimafia

Non sono bastati i circa 150 arresti, nella sola Lombardia, nell’ambito del maxi-blitz di due settimane fa che ha fatto vacillare il ramo lombardo della ‘ndrangheta: la commissione consiliare antimafia a Milano non serviva prima, e non serve nemmeno oggi. Almeno secondo la maggioranza di Palazzo Marino.
Il PD ci ha riprovato. Come due anni fa, quando la proposta di istituire una commissione antimafia era stata affossata dal centrodestra perché ritenuta “inutile” e a rischio di “strumentalizzazione politica”.
Ci ha riprovato, dopo che l’anno scorso il centro-destra era riuscito ad abrogare attraverso un cavillo del Regolamento comunale la commissione istituita con fatica appena cinque mesi prima.
Secondo il PD la lotta alle organizzazioni criminali deve svilupparsi anche grazie al protagonismo delle istituzioni locali: “Le stesse che non hanno mosso un dito in questi anni, mettendo in campo semmai azioni ambigue e contraddittorie” ha dichiarato Pierfrancesco Majorino, capogruppo dei democratici a Palazzo Marino.

Ma la maggioranza non ci sente, e in aula la discussione è finita in bagarre: tensione alle stelle e minacce di querela da parte di qualche Consigliere del Pdl nei confronti di alcuni colleghi dell’opposizione.  
“Non siamo disponibili a discettare di ‘filosofia delle mafie’ in inutili commissioni, utili forse a certi professionisti dell'antimafia ma non al ripristino della legalità” ha spiegato Carlo Fidanza, consigliere comunale del Pdl e presidente della Commissione Expo di Palazzo Marino.
Le posizioni restano quelle di sempre, ovvero quelle del 1993, quando fu la Lega ad opporsi, e quelle del 2000 quando il niet arrivo dall’allora Casa delle Libertà.
Da un lato c’è chi ritiene sia importante dimostrare che anche le istituzioni locali, pur nei limiti del loro ruolo non giudiziario, vogliono e devono contribuire al monitoraggio delle attività economiche più minacciate dalle organizzazioni mafiose. Non solo per dare un segnale di trasparenza e intransigenza ai cittadini, ma anche perché solo attraverso una conoscenza più approfondita e capillare delle realtà a rischio è possibile prevenire e contrastare eventuali infiltrazioni criminali.
Dall’altro c’è chi da quasi vent’anni continua a ripetere come un mantra la teoria della strumentalizzazione ai fini della propaganda politica e dell’incompatibilità di una commissione comunale d’inchiesta con il lavoro di delle forze dell’ordine e alla magistratura nelle indagini.
“Lo stupore con il quale Palazzo Marino commentato gli arresti recenti la dice lunga: le alte cariche di questa città sono totalmente inconsapevoli di quanto sta accadendo -denuncia Majorino- Non solo: vi è anche una pericolosa sottovalutazione delle evidenti responsabilità e complicità politiche”.

 Giulia Cusumano
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C’È CHI DICE, SEMPRE, NO
Le incomprensibili ragioni del centrodestra milanese che continua ad opporsi all’istituzione di una Commissione comunale antimafia

C’è molto di incomprensibile nell’ostinazione con la quale la maggioranza di centrodestra a Palazzo Marino continua a fare muro contro la proposta di istituire una Commissione consiliare sugli interessi mafiosi a Milano.
Le ultime indagini della magistratura che hanno portato al maxiblitz di cui abbiamo parlato la scorsa settimana e che certificano quanto sia estesa la penetrazione della ‘ndrangheta a Milano e in Lombardia dovrebbero indurre quanto meno ad una posizione più aperta nei confronti di qualsiasi strumento –anche politico– che possa dare un contributo di chiarezza e trasparenza, anche da parte del Comune, per quanto può essere nelle sue possibilità e competenze.
Al contrario, dai banchi della maggioranza continua a levarsi ancora un ‘no’ netto che ha portato alla bocciatura  della nuova proposta presentata dell’opposizione di istituire la Commissione.
Un muro incomprensibile quindi. Poiché se è vero come è vero, come sostiene il Capogruppo del PdL a Palazzo Marino, che la storia e l’attività dei consiglieri di centrodestra è “cristallina” e se è altrettanto vero che i membri della maggioranza di Palazzo Marino hanno intelligenza ed onestà intellettuale per comprendere la gravità della situazione, non si capisce la pervicacia in un rifiuto che ha compattato tutte le anime del centrodestra, pronte invece a dividersi e sgambettarsi su ogni altro tema, dall’ecopass ai rom, dal PGT all’Expo, alla spartizione delle poltrone delle aziende partecipate dal Comune.
Inutilità e rischio di speculazione politica. Queste le ragioni che il centrodestra continua a mettere in calce al proprio voto contrario. Ragioni deboli, queste sì a rischio di speculazione politica, poiché è noto, soprattutto ai Consiglieri che si ostinano a votare contro, che la Commissione di indagine sugli interessi mafiosi non può e non vuole sostituirsi alla magistratura e agli inquirenti, bensì può essere allo stesso tempo uno strumento di trasparenza all’interno di una macchina comunale complessa e un veicolo di sensibilizzazione per una città distratta che continua a non rendersi conto –o non vuole farlo, e in questo ha a modello proprio Palazzo Marino– di essere diventata la capitale della ‘ndrangheta, la quale ormai ha in mano grandi appalti, mega cantieri e sta allungando i propri tentacoli sull’Expo.
Per quanto riguarda il rischio di speculazione politica, sta proprio in un rifiuto ostinato che non sembra avere alcuna ragion d’essere.

B.P.
In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 19 Lug 2010 - 09:49
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