.: Discussione: Milano Expo 2015 e la definizione della sua governance

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 30 Ago 2008 - 12:50
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ATTUALITÀ

MORATTI E GLISENTI RIDIMENSIONATI NOTEVOLMENTE NELLA GESTIONE DELL'EXPO

(30/08/2008) - Alla fine, la Sindachessa di Milano, Letizia Moratti, ha ceduto. Il suo spin doctor, Paolo Glisenti, giornalista pubblicista, presidente o amministratore delegato in diverse aziende italiane ed estere, consulente d'azienda, ex redattore Ansa ed ex corrispondente de Il Sole 24 ore, non sarà più amministratore unico della So.Ge. Spa (la società che si occupa della realizzazione dei cantieri dell'expo) ma i responsabili della governance saranno ben cinque membri di un CdA che rappresenteranno Regione e Governo con Paolo Glisenti amministratore delegato. Questo significa che Glisenti dovrà rispondere del suo operato ai cinque Consiglieri e non solo a Letizia Moratti come i due avevano ideato all'inizio dell'Expo. Non si sa per ora la sorte di Filippo Penati, Presidente della Provincia di Milano in quota PD. Poi ci sarebbe un Comitato di pianificazione che potrebbe essere il Cipe. "Penso che l'ipotesi istituzionale del Cipe possa andare bene a ogni modo. Anche se nascesse il Cipem molte questioni dovrebbero comunque passare per il Cipe''. Così il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha parlato della gestione dell'Expo 2015 ed esclude di voler controllare, attraverso il suo ministero, il comitato organizzatore. ''Ho letto sui giornali - ha detto Tremonti - che se ne vorrebbe occupare il Tesoro. 'Not at all'. In assoluto no. Il ministero ha già una quantità di compiti e funzioni, per cui è assolutamente da escludere un allargamento''. Un principio poi declinato nel nuovo schema Tremonti. Sette articoli con al centro un Comitato di programmazione economico-finanziaria (Cipe) che approva l'atto costitutivo e lo statuto della So.Ge. Spa. Nomina, su proposta del Commissario Straordinario i componenti del cda di SoGe indicandone l'a.d. Ma soprattutto, un Cipe che ha potestà sull'assegnazione diretta dei finanziamenti, di approvazione del piano finanziario sulle opere e che, secondo l'input tremontiano, nelle materie Expo sarà allargato a Cosde, Regione, Comune, Provincia, Camera di Commercio, Fiera, ai ministeri degli Interni, Beni culturali, Istruzione, Difesa (cioè La Russa), Riforme (cioè Bossi), e ai sottosegretari al Turismo e Protezione Civile. Distinta dal Cipe c'è poi una SoGe i cui soci saranno in quote stabilite dal Cipe il Tesoro, Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio. SoGe che avrà un cda formato da tre componenti (nominati dal Cipe tra cinque nominativi proposti dal Cosde) e tra questi un amministratore delegato. Nel nuovo schema di Dpcm resta poi il Cosde, cioè Letizia Moratti, che esercita poteri di impulso sugli interventi e funzioni di vigilanza sulle opere connesse. Un collegio di Alta sorveglianza e il Tavolo Lombardia, presieduto dal Pirellone, che ha potestà sulle opere connesse. Si tratta insomma di una bozza da limare ma che sostanzialmente funziona per Roberto Formigoni. A chiedere che il controllo di SoGe sia paritario e non a predominanza del Tesoro. Che non scompaia il Cipem. E che il cda di SoGe sia nominato dai suoi soci invece che dal Cipe. A sua volta, CdC e Provincia hanno chiesto e ottenuto di allargare da 3 a 5 i membri del board. Ma in questa mediazione Moratti salva almeno Glisenti, che sarà comunque l'a.d. della Società. Tempistiche? Formigoni auspica «una convocazione rapida per chiudere». Un'ipotesi ormai vicina. «Con la nuova bozza di Dpcm - spiega Filippo Penati - è stato fatto un passo in avanti che dimostra un atteggiamento costruttivo da parte del Tesoro. Ci sono dunque tutte le condizioni perché si possa arrivare a una sua stesura definitiva senza ulteriori rinvii». Magari già oggi (Moratti permettendo). I poteri dell'amministratore delegato Glisenti verrebbero arginati (a essere ridotto sarebbe anche lo stipendio che, secondo indiscrezioni, nella prima bozza del Comune si sarebbero aggirato attorno agli 800mila euro l'anno di base, senza contare eventuali premi) al momento di scrivere lo statuto della società e soprattutto verrebbe affiancato da un'assemblea dei soci in cui tutti, appunto, hanno lo stesso peso. Chi dovrà preparare ora il nuovo decreto legge è il ministro Calderoli della Lega Nord, decreto che sarà pronto tra una settimana. L'area prescelta per ospitare l'Esposizione Universale del 2015 è prossima al nuovo Polo fieristico di Rho-Pero, unica e ampia zona libera della Città dotata delle necessarie infrastrutture per un evento di richiamo internazionale (autostrade, treno ad alta velocità, metropolitana). Qui i Padiglioni Nazionali, quelli Tematici e tutti i servizi necessari – oltre alle ampie superfici libere – occuperanno una superficie di circa 1.100.000 mq. mentre, su un'analoga estensione, verranno localizzate le funzioni di supporto alla manifestazione (parcheggi, alberghi, il Villaggio EXPO, ecc.). Nel dettaglio, il Masterplan del progetto EXPO 2015 vede predominante la componente paesaggistica (verde e acqua) rispetto agli elementi costruiti. Il Sito, infatti, si struttura lungo un grande asse centrale di attraversamento - caratterizzato dalla presenza di prati, alberi, canali, vasche e fontane, ecc. – all'interno del quale si sviluppa l'itinerario di visita. Questa sorta di boulevard ha come terminali le aree nei pressi dell'ingresso Ovest (Piazza EXPO e Torre EXPO Milano) e dell'ingresso Est (Piazza e Padiglione ITALIA). Queste zone accoglieranno, principalmente, tutti gli eventi all'aperto (cerimonie, manifestazioni nazionali, spettacoli) così come avverrà nella vicina Piazza delle Regioni, un grande bacino d'acqua sul quale affacceranno i 20 Padiglioni regionali italiani. La Torre EXPO Milano, altro importante elemento del progetto, costituirà una delle componenti architettoniche più caratterizzanti l'Esposizione Universale del 2015: un grattacielo alto oltre 200 metri che permetterà di rendere riconoscibile il Sito EXPO anche da notevole distanza. Tutti i Padiglioni, realizzati dai diversi Paesi partecipanti o dal Comitato Organizzatore, sono da intendersi come strutture provvisorie che, una volta terminato l'evento, dovranno essere smontate e recuperate. Infatti, tutta la progettazione e la realizzazione dei sistemi edilizi e impiantistici dell'area EXPO sarà caratterizzata da un approccio eco sostenibile improntato sia al contenimento dei consumi energetici (elettrici, idrici, ecc.) che alla riciclabilità dei materiali. Infine, una volta terminato l'evento, l'area verrà trasformata in una nuova porzione di territorio urbano dove alcune delle principali realizzazioni (ad es.: la Torre EXPO Milano, i Padiglioni Tematici, il Padiglione Italia, ecc.) verranno mantenute per essere riconvertite in strutture di interesse pubblico. Viceversa, le aree che verranno liberate dalla presenza dei Padiglioni nazionali, vedranno la nascita di un nuovo quartiere cittadino con funzioni tipicamente urbane: dalla residenza, agli uffici, al commercio. Per questo evento sono previsti 30 milioni di visitatori, con un incremento del fatturato del 10%. Per la Lombardia e per le sue aziende ci sarà un incremento di 50 miliardi che aumenterà la nostra economia e gli Emirati Arabi faranno investimenti ''per 15-20 miliardi''. Edmondo Rho, su Panorama, commenta cosi il fiume di denaro per l'Expo: "Con l'Expo 2015 Milano tornerà una città d'acqua, come prima che coprissero i Navigli. Infatti una via navigabile dovrebbe collegare il nuovo quartiere espositivo, accanto alla Fiera di Rho-Pero, con la Darsena nella zona Ticinese. E ci guadagneranno Marco e Matteo Cabassi: i figli di Giuseppe, costruttore e immobiliarista chiamato "Sabiunat" perché suo padre aveva fatto fortuna scavando e vendendo sabbia. Un destino sull'acqua: la loro famiglia diventò ricca anche grazie ai barconi che solcavano i Navigli, fino alla Darsena, con la sabbia e gli altri materiali per costruire Milano. Ora i Cabassi possiedono parte delle aree dove, intorno a un lago artificiale, sorgerà l'Expo. Perciò la Bastogi e la Brioschi, società quotate del gruppo Cabassi, hanno avuto forti rialzi in borsa subito dopo l'assegnazione dell'Expo battendo la città turca di Smirne: 86 a 65 voti dei paesi del Bie, il Bureau international des exposition che organizza l'evento. Letizia Moratti, sindaco di Milano, ha vinto la sua scommessa. Ma sono già cominciate le polemiche: per esempio con l'architetto Massimiliano Fuksas che contesta la via d'acqua o con Adriano Celentano che paventa una colata di cemento sulla città. E a Silvio Berlusconi, secondo il Corsera non piace il grattacielo storto di Libeskind. In realtà, molti progetti sono ancora da definire. Il boom immediato, 27 per cento di guadagno in un giorno, l'ha avuto in borsa il titolo Fiera Milano. Sia perché la fondazione che la controlla possiede la parte più ampia delle aree dell'Expo, sia perché la Fiera beneficerà dell'evento del 2015: sei mesi d'inaugurazione, 29 milioni di visitatori previsti. E qualcosa dopo resterà: anzitutto il collegamento ferroviario diretto tra la nuova stazione di Rho-Pero (dovrebbe già essere pronta nel 2009, sulla linea ad alta velocità Torino-Milano) e l'aeroporto di Malpensa, per cui è probabile un rilancio nonostante la fine di gran parte dei voli Alitalia.Comunque i grandi affari li faranno costruttori, cementieri e immobiliaristi. Così si spiegano, dopo la vittoria di Milano, i forti guadagni in Piazza Affari di Impregilo, Astaldi, Buzzi Unicem e Italcementi, considerati tra i titoli più favoriti. "Abbiamo vinto un terno al lotto, l'Expo farà da volano per l'immobiliare e le costruzioni" sintetizza Michele Cibrario, amministratore delegato della Bnl fondi immobiliari, "due settori che insieme rappresentano oltre il 15 per cento del pil italiano. In Lombardia esistono 10 milioni di metri quadrati di aree dismesse. Sono disponibili fondi europei per la rigenerazione urbana finora non utilizzati". Insomma, non solo Expo. Quando si stima in 20 miliardi l'investimento previsto, si comprende anche l'indotto. "Nel dossier per il Bie abbiamo considerato oltre 10 miliardi già previsti per le infrastrutture lombarde: come le linee 4 e 5 del metrò e le tre nuove autostrade, la Pedemontana, la Brebemi e la Tangenziale esterna milanese" ricorda Roberto Daneo, direttore del Comitato Expo, mentre lo stanziamento "è di 890 milioni di euro per la gestione vera e propria dell'evento, oltre ai 3,2 miliardi per gli investimenti infrastrutturali, compresa la nuova linea 6 del metrò Castelbarco-Pagano-Bisceglie che consentirà di smaltire meglio il traffico sulla linea 1 che arriva a Rho Fiera". Rimangono però alcuni problemi. A partire da quello urbanistico. Una parte dell'area è della società Euro Milano (che fa capo a Intesa Sanpaolo, Bernardo Caprotti dell'Esselunga, Legacoop e Acli) e lì è già previsto un futuro di edilizia residenziale. E il resto? "I Cabassi cedono le aree a un prezzo simbolico, ma verranno loro restituite valorizzate dopo l'Expo" osserva Maurizio Baruffi, capogruppo dei Verdi al Comune di Milano. "E non si è presa la decisione sugli aspetti urbanistici successivi: per esempio si potrebbero fare gli impianti sportivi che mancano a Milano per candidarsi alle Olimpiadi". Dopo l'Expo saranno abbattuti in buona parte i padiglioni costruiti dai paesi partecipanti. Gli edifici permanenti saranno trasferiti al Comune di Milano dopo il 2015, in particolare quelli tematici e quelli dell'Italia lungo il boulevard centrale, eventualmente una torre alta 200 metri (che però non è sicura, Moratti ha già frenato). Destinazione? Tutto da vedere. Come sono da decidere le modalità per assegnare i progetti, una torta che fa gola ai più grandi studi mondiali di architettura. L'architetto Stefano Boeri chiede "una campagna di trasparenza sui concorsi, puntando sulla qualità"."Occorre una legge speciale per Milano" propone Piero Borghini, city manager del Comune. Cosa vuol dire? "Per esempio, sui trasporti dovremmo avere la possibilità nei bilanci di sforare il patto di stabilità. Bisogna ripensare tutto in termini di Expo e quantificare meglio la spesa: gli enti locali devono mettere oltre 800 milioni" rammenta Borghini. A questo proposito Massimo Corsaro, assessore lombardo (di An) alle Attività produttive, aggiunge: "Le istituzioni locali dovranno garantire che non si ripetano episodi come quelli avvenuti per i Mondiali di calcio del 1990, con alberghi iniziati e mai terminati e però abbondantemente finanziati". Già, il rischio dello spreco è in agguato. Secondo Corsaro, "dovrà essere prevista dal nuovo governo una corsia preferenziale per i lavori in vista dell'Expo: è lo schema già usato per le Olimpiadi di Torino 2006?. Altrimenti, il pericolo è arrivare coi cantieri aperti al 2015." In ogni caso, prima dell'accordo, noi avevamo attaccato su IMGPress, i poteri di Paolo Glisenti di A.U. della So.ge. spa e il suo stipendio di 800 mila euro all'anno. Ora Glisenti sarà A.d. con stipendio notevolmente ridotto (uguale agli cinque membri del CdA) e dovrà rendere conto ad una governance di 5 persone del suo operato. Per noi, oggi, è una bella vittoria. Anche se si pone la questione seria di un conflitto di interessi per Glisenti che è presente in decine di Consigli d'Amministrazione. Queste società possono avere interessi con quelle dell'Expo? E' una domanda che lasciamo a Basilio Rizzo consigliere comunale e all'opposizione. La Sindachessa invece avrà tempo per dedicarsi a tempo pieno della città di Milano, visto che nel 2006 è stata eletta per fare il Sindaco e l'amministratore.

Alberto Giannino
alberto.giannino@gmail.com


Da Reuters:

Expo Milano, Moratti: è progetto sociale, non interessa governance
sabato, 30 agosto 2008 1.05

RIMINI (Reuters) - Il sindaco di Milano Letizia Moratti, commissario per l'Expo 2015, torna sulle polemiche sulla preparazione dell'evento che la vendono contrapposta al presidente della Regione Roberto Formigoni ed al presidente del Consiglio che ha assunto il ruolo di mediatore fra i due, dicendo che l'evento dovrà essere sviluppato nei suoi aspetti "sociali" e non guardando invece a quelli economici.

La Moratti è tornata sul tema che l'ha visto contrapposta a Formigoni soprattutto prima delle vacanze, nel corso del suo intervento ad una tavola rotonda al Meeting dell'amicizia in corso a Rimini.

"L'Expo non è un progetto infrastrutturale, economico o immobiliare: è un progetto sociale", ha detto la Moratti polemizzando con chi sottolinea lo straordinario valore economico del progetto che convoglierà nell'area interessata risorse per circa 30 miliardi di euro con un indotto molto maggiore.

"Non mi interessa la governance, quella poi la faremo. L'Expo o sarà un progetto sociale o non sarà", ha aggiunto la Moratti.


Dal sito Web del Comune di Milano:

Meeting di Rimini

"Expo 2015: un progetto di solidarietà sociale"

Il Sindaco Moratti: "Vogliamo dare la possibilità a milioni di persone di vivere la propria vita"

"Il progetto Expo è nato per dare aiuto e assistenza concreta ai Paesi in via di sviluppo. Vogliamo dare la possibilità a milioni di persone di vivere la propria vita e scegliere il proprio percorso. La priorità non è la governance, quella si risolverà, ma quella di essere un progetto sociale. O l'Esposizione sarà così o non sarà". È intervenuta così questa mattina al Meeting di Rimini, il Sindaco Letizia Moratti, commissario straordinario del Governo per l'Expo 2015.

Parlando dei progetti, il Sindaco ha spiegato che "il centro per lo Sviluppo Sostenibile, che attraverso l'Expo 2015 Milano-Italia verrà realizzato, si propone di fornire al mondo un punto di incontro di una rete globale e concreta per lo sviluppo. Il G8 è superato. Non si può pensare che in otto decidano delle sorti del mondo. Bisogna trovare da protagonisti dei modi diversi per affrontare le sfide che abbiamo di fronte".

Parlando proprio del prossimo G8 e del legame con l'Expo, Letizia Moratti ha spiegato che "si sta già lavorando con il ministro Frattini per far sì che sia un G8 in cui elaborare temi e progetti concreti. Abbiamo contattato tutti i 151 Paesi che fanno parte del BIE, per preparare con ognuno di questi un progetto specifico. Nei confronti delle attività di relazioni internazionali e dei rapporti tra Istituzioni e Governi, l'Expo può portare un contributo di diplomazia, integrando il contributo di realtà diverse come le Ong, le Agenzie di Cooperazione Internazionale, le Università, il mondo scientifico, le Imprese e i cittadini".

(30/08/2008)

 

 

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 29 Ago 2008 - 09:08
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