.: Discussione: Una costituente per un nuovo welfare

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Paolo Ramella

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Inserito da Paolo Ramella il 30 Giu 2008 - 08:24
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La questione degli immigrati è un pò come quella dell'AIDS, me ne scusino.

Attraverso la scuola entro in contatto con persone immigrate e, ti garantisco, non ci sono problemi anzi c'è una bella integrazione  di "vita semplice" (caffè, quattro chiacchere, feste organizzate, ecc). I loro figli non sono discriminati in classe (questa, ammetto, può essere fortuna...). Attraverso il lavoro sono in contatto con persone di altri paesi, ma, per parte mia, non ho mai avuto nessun problema di dialogo con queste. Ricordo all'inizio della "scoperta" dell'AIDS che ognuno di noi, all'interno della sua cerchia di conoscenze (se ricordo bene era una 30ina) avrebbe potuto avere un contagiato. Statistiche, come quella del pollo. Questo non significa che il problema non esista, però.

Non sto affermando che i problemi non ci siano, forse, però, riguardano una certa fascia di immigrati (tendenzialmente vorrei dire quelli più poveri, con più difficoltà).

I problemi che hanno sono simili a quelli dei "nostri" poveri  accentuati, a volte, dall'essere stranieri.

Gli italiani, una parte, sono sicuramente minacciati dagli stranieri,  non nascondiamoci dietro ad un dito.  E chi è più minacciato in genere è la parte debole della società italiana. In genere gli stranieri "rubano" posti di lavoro=soldi a una fascia di italiani che o non vogliono fare quei lavori o costerebbero di più.

Quanto allo stato del welfare, oggi in Italia sta bene chi ha certi diritti che altri non potranno mai più avere. Ci sono sostanzialmente tre livelli: chi ha i diritti al 100%, in genere i lavoratori dipendenti-pensionati, chi al 70% (i lavoratori in bianco ossia lavoratori occasionali, piccoli professionisti-artigiani...) e chi annaspa con lavoretti di vario tipo bianchi o neri che siano.

Probabilmente uno Stato serio dovrebbe destinare più risorse al fondo della classifica, ma qui ci scontriamo con i privilegi, da una parte, e con le spese fuori controllo e i debiti dall'altra, oltre al fatto che la scarsissima crescita economica non permette granché.


In risposta al messaggio di Pierfilippo Pozzi inserito il 27 Giu 2008 - 08:48
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