.: Discussione: Una costituente per un nuovo welfare

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Pierfilippo Pozzi

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Inserito da Pierfilippo Pozzi il 27 Giu 2008 - 08:48
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Scusa, ma ho come l'impressione che sostanzialmente tu dica: va tutto bene, se non fosse che gli italiani sono minacciati dalla presenza degli immigrati.

L'Italia secondo me, invece, non è un'isola felice e Milano non è un esempio di integrazione. E affermare che uno è emarginato solo se lo vuole, mi sembra francamente una crudeltà. O un'affermazione dal sapore vittoriano: ai poveri si da un letto, ma scomodo, del cibo, ma dal sapore poco invitante, affinché il povero desideri in ogni modo elevarsi dalla sua condizione e si renda conto che sua è la responsabilità del suo stato di povertà e solo lui può modificarlo.

I diritti fondamentali della persona umana - il cibo, un tetto sotto il quale non solo ripararsi ma anche vivere relazioni e il diritto di avere la possibilità di progettare una vita che non sia solo la mera sussistenza - riguardano ogni persona e non si possono creare gerarchie tra indigeni e stranieri. Sono diritti della persona umana, non dei genovesi o degli aborigeni, ma proprio della persona umana. Stabilire una gerarchia tra i portatori di diritti sulla base del luogo di nascita o della cittadinanza è sempre e solo una - magari inconsapevole - reminiscenza dei fondamenti della cultura della destra più tenebrosa: sangue e suolo come elementi di identità individuale e sociale.

In questi anni abbiamo assistito al progressivo disimpegno dello Stato prima nella gestione degli interventi sociali e poi anche negli investimenti finanziari. L'associazionismo e le onlus si trovano a dover cercare i soldi presso le aziende, con le difficoltà conseguenti sia in termini di continuità dei propri progetti sociali sia in termini di coerenza con la propria missione. Non dico che questo sia il Male, ma certamente si introducono elementi che influenzano spesso negativamente la progettualità: in pratica, non sempre ciò che sembra più opportuno realizzare è ciò che le aziende ritengono più opportuno per la propria immagine. La strada si allunga, insomma, e i progetti si accorciano.

Lanciare dunque una seria riflessione sull'attuale stato del welfare non può che essere auspicabile: prima di dirsi che siamo bravi e belli, dovremmo guardarci forse con maggiore sincerità.

Un antropologo sottolineava la differenza per lui più evidente tra la specie umana e le altre specie animali: un leone senza denti viene abbandonato e muore, un uomo senza denti viene imboccato dai componenti del gruppo. Indire concorsi e graduatorie per assegnare le poche dentiere rimaste ci avvicina un poco di più alle bestie.

Pierfilippo Pozzi.

In risposta al messaggio di Paolo Ramella inserito il 24 Giu 2008 - 07:25
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