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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 25 Giu 2008 - 08:16
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Dal sito Web del Comune di Milano:

Progetto 'Immigrazione sana'

A Milano l'integrazione passa per la salute

Positivo il primo bilancio dell'iniziativa. Il 70 per cento dei soggetti visitati non si è mai sottoposto a controlli sanitari

In sette uscite centoquindici contatti e settantuno colloqui sostenuti con cittadini extracomunitari. E' il primo bilancio dell'attività dell’antenna sanitaria del Comune, il camper di 'Immigrazione sana' il progetto che promuove una concreta e responsabile integrazione degli stranieri e dei milanesi sul versante della salute. predisposto dall'Assessorato alla Salute e presentato lo scorso marzo dall’assessore Giampaolo Landi di Chiavenna.

Sul totale dei casi esaminati si è rilevato che il 70 per cento dei soggetti non si è mai sottoposto a controlli sanitari.

Il primo rapporto rivela che il 45 per cento degli stranieri contattati è sudamericano, il 40 arabo e il restante 15 per cento di altre origini. L'età media è 26 anni, nel 60 per cento dei casi si tratta di uomini. Alto il gradimento della presenza dei mediatori culturali che affiancano il personale medico nell'attività di counseling.

"Stare bene – ha spiegato l’assessore Landi di Chiavenna - non è solo un diritto ma anche un dovere per qualsiasi essere umano che vive in una società moderna, in particolare una grande città come la nostra, in continuo contatto con altre persone. Frequentare i punti di incontro della città ‘in salute’ deve essere un impegno per chiunque decida di risiedere a Milano, così da garantire la tutela della propria salute e di quella degli altri cittadini".

Tre furgoni, uno dei quali attrezzato come ambulanza, che, con medici e mediatori culturali a bordo, offrono controlli sanitari gratuiti e materiale informativo delle patologie più frequenti: tubercolosi (TB) e malattie sessualmente trasmissibili (MTS). Ogni tre mesi verrà stilato un report offrirà un bilancio dell’andamento delle patologie per valutarne l’evoluzione delle patologie. I mezzi copriranno a rotazione tutte le nove zone di Milano, fungendo anche da punto di distribuzione di materiale informativo multilingue sulla tubercolosi (TB) e una brochure per la prevenzione delle malattie trasmissibili sessualmente (MTS) con l’indicazione dei centri del privato sociale e dell’Asl ai quali rivolgersi.

Al progetto “Immigrazione sana” collaborano le associazioni di volontariato già aderenti al GRIS (Gruppo Regionale Immigrazione e Salute), come l’Opera di San Francesco e i Fratelli di San Francesco che hanno realizzato una cartella clinica unificata per garantire l’uniformità di rilevazione dei dati e una condivisione attraverso accordi mirati, nel rispetto della privacy individuale. Il Progetto TB, già avviato presso l’Opera San Francesco, in una sola settimana ha dato risultati incoraggianti. Sono 426 le persone che hanno accettato di sottoporsi a controlli. La percentuale di adesione volontaria allo screening è passata dal 51 al 74 per cento mentre quella di abbandono del programma è scesa dal 42 al 27 per cento.

I residenti stranieri 'regolari' a Milano sono 170.619 così suddivisi: 33.241 Paesi Europei; 39.240 Africa; 37.554 Americhe e 60.435 Asia. Accanto a questa realtà vive e lavora il 'popolo dei clandestini', immigrati irregolari che spesso vivono in condizioni di degrado e igienico-sanitarie sotto il limite di sicurezza. Questi soggetti spesso presentano patologie portate dal paese d’origine: malattie infettive (es. tubercolosi e salmonellosi), parassitosi, lesioni di vario tipo subite nel paese d’origine (es. traumi malcurati, mutilazioni rituali); oppure patologie da disagio o degrado o ancora malattie che assumono particolare gravità in condizioni di vita precarie (es. infezioni delle vie aeree superiori).

“Il processo di integrazione di uno straniero che arriva nella nostra città, passa anche da condizioni igienico-sanitarie ottimali. È per questo motivo – ha spiegato l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali Mariolina Moioli – che presso tutti i nostri centri d’accoglienza, operano medici volontari che accertano le condizioni di salute dei neo arrivati e li tengono sotto controllo nel corso della permanenza all’interno del centro. Inoltre - ha proseguito l’assessore Moioli –, lo stesso Patto di Socialità e Legalità sottoscritto dai capifamiglia dei campi rom autorizzati prevede il rispetto delle principali norme igienico-sanitarie e che tutti i bambini siano sottoposti alle vaccinazioni di rito, perché anche l’inserimento a scuola possa avvenire nel rispetto delle regole”.

“Il Settore Sicurezza – ha aggiunto il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato – ha una conoscenza approfondita del territorio e delle sue criticità. Sulla base di queste informazioni, è stato stabilito il percorso cittadino del camper che visiterà le aree colpite da problemi di spaccio, prostituzione e immigrazione clandestina, quindi maggiormente esposte a rischi dal punto di vista sanitario. Con questo progetto il Comune dice ‘no’ alle zone franche della salute, continuando a perseguire quel binomio di accoglienza-legalità che finora ha caratterizzato non solo i propositi, ma soprattutto i fatti. Per un’immigrazione sana e regolare, sempre più lontana da criminalità e illegalità”.

Nel progetto rientra anche l’accordo stipulato con il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la creazione di un "Osservatorio sulla Salute nelle Carceri" che ha l’obiettivo di formare e informare i detenuti anche dopo l’uscita dalle Case Circondariali.

“Il primo passo verso l’integrazione – ha concluso l’assessore Landi di Chiavenna - dovrebbe essere quello di avere condizioni di buona salute. L’immigrazione è un fenomeno che va governato nei numeri e nei processi qualitativi. Il legislatore deve garantire un percorso di ingresso nella legalità, l’Amministrazione locale deve invece assicurarsi che la cittadinanza rispetti i diritti e i doveri, tra i quali quello della salute, principale fattore di virtuosa e propositiva partecipazione sociale nella comunità di residenza o dimora. Essere cittadini vuol dire anche salvaguardare la propria salute, perchè non sia un pericolo per gli altri e gli altri per noi. Risiedere a Milano in salute è dunque un dovere”.

(24/06/2008)

In risposta al messaggio di Virginio Colmegna inserito il 11 Giu 2008 - 15:36
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