.: Discussione: Una costituente per un nuovo welfare

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Paolo Ramella

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Inserito da Paolo Ramella il 24 Giu 2008 - 07:25
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“Abbiamo bisogno di rilanciare la speranza – ha affermato Babolin -. La speranza che la lotta alla povertà è possibile, che le risorse ci sono, che solo politiche di inclusione, di riconoscimento dei diritti negati, di accettazione incondizionata delle diversità possono produrre benessere sociale, tranquillità, fiducia nelle istituzioni e tra la gente”.

Non mi pare che in Italia non vi siano politiche di inclusione (magari locali) o diritti negati. Certo, i media danno più enfasi alle differenze, a quelle marginali "lotte tra poveri" , ma il nostro Paese ancora oggi è molto più tranquillo rispetto alla sola Francia, nostra vicina in tutto.

Poi è anche naturale che una popolazione sia un pò a disagio per le 160 etnìe arrivate in Italia, in particolare negli ultimi 15 anni, senza uno straccio di politica di integrazione. E' normale che un operaio italiano si senta minacciato da uno rumeno o polacco o ghandese proprio perchè in Italia si era abituati a "star bene", ad avere un minimo di sicurezza sociale, nel lavoro in primis, che ha davvero aiutato molte famiglie a guadagnare status. Nel suo piccolo, l'operaio italiano era "ricco" rispetto alle masse di poveracci che oggi sbarcano il lunario in Italia. E infatti, non è un caso se proprio il voto di questa gente è andato a gonfiare un partito, in particolare, che ha fatto della battaglia all'immigrazione irregolare uno dei suoi cavalli di battaglia. 

La nostra città è un esempio di integrazione, solo nelle scuole un alunno su quattro è straniero. Ci sono, è vero, casi sensibili, ma in linea di massima a Milano uno straniero non può dire che venga emarginato, a meno che sia lui a volerlo.

Conosco tanti stranieri eppure non mi è mai capitato di avvertire quel senso di disagio. I media non aiuitano, è vero, anzi spesso sono coloro che aizzano sentimenti sbagliati in alcune persone, ma non trovo sbagliato il cpt o sue declinazioni perchè una nazione deve poter decidere se accettare una persona oppure no senza per questo che debba essere tacciata di razzismo. Ci sono delle regole che tutti dobbiamo rispettare.

Le associazioni di volontariato fanno un  lavoro enorme, spesso nemmeno riconosciuto ed è giusto che cerchino più visibiltà, ma attenzione perchè spesso danno l'impressione di voler "prevaricare" i diritti della popolazione locale a favore di quelli dei migranti o dei detenuti, per fare un esempio. Spesso queste categorie impattano direttamente proprio sulle categorie più deboli italiane.

Un ultima cosa: l'episodio della ragazzina rom di 12 anni e del padre ad oggi non ha trovato conferma (per quanto riguarda il fatto che fossero state forze dell'ordine) per cui se i media sbagliano quando enfatizzano certe cose anche noi dobbiamo avere più cautela nel diffondere certe notizie. Ricordiamoci sempre che anche le forze dell'ordine fanno un lavoro spesso pericoloso che pochi riconoscono, tanto più che hanno stipendi davvero scarsi.

In risposta al messaggio di Germana Pisa inserito il 22 Giu 2008 - 13:39
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