.: Discussione: Perché censire cittadini italiani..solo perché rom?!

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 16 Feb 2009 - 12:28
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Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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Vittorio Agnoletto - segreteria@vittorioagnoletto.it

IMPRONTE DIGITALI, IL COLPEVOLE SILENZIO DELL’ITALIA

da Lavori in corso n. 138 - febbraio 2009

L'Europa chiede al governo italiano di avere una dettagliata analisi della raccolta dei dati dei Rom, svoltasi alcuni mesi fa e contro la quale la società civile aveva ampiamente protestato. Ma, nonostante I richiami della Commissione, il nostro Paese non ha ancora provveduto a rispondere alle precise richieste di Bruxelles

Di fronte alle proteste che la schedatura dei Rom ha sollevato in tutta Europa, con le contestazioni di tantissime associazioni, ong, giuristi e altre voci della società civile, il governo italiano, per giustificare quel provvedimento, in data 1 agosto 2008, aveva garantito all’Ue il rispetto delle direttive comunitarie e delle convenzioni internazionali vigenti.

La realtà è che, ad oggi, la Commissione europea, nonostante diverse sollecitazioni, non è ancora riuscita a sapere come e perché fu fatta quell’operazione e nemmeno dove sono finiti i dati raccolti dalle autorità italiane.

Questa è, in sintesi, la risposta data pochi giorni fa, giovedì 12 febbraio, dal commissario Jacques Barrot a un’interrogazione presentata dal sottoscritto insieme ad altri parlamentari europei, tra i quali Giusto Catania del GUE e altri due italiani, Marco Cappato e Monica Frassoni, in merito alla raccolta delle impronte dei cittadini di origine Rom.

Il governo italiano all’epoca dei fatti aveva garantito alla Commissione Ue di far riferimento a lineeguida che «non autorizzano la raccolta di dati relativi all’origine etnica o alla religione» e che «Il rilevamento delle impronte è soggetto a condizioni rigorose, solo a fini di identificazione, e come estrema risorsa, anche per i minori, quando l’identificazione non è possibile con altri mezzi».

Il Commissario Barrot aveva comunque sottolineato di aver «personalmente insistito sul fatto che l’identificazione debba avvenire nello stretto rispetto dello spirito delle linee direttrici».

Ma la Commissione ha fatto presente, nonostante abbia fatto una formale richiesta, di non aver «ancora ricevuto dalle autorità italiane le informazioni richieste relative agli sviluppi, ai risultati finali e alle conclusioni dell’operazione di identificazione svolta nei campi nomadi», tanto che «il 9 gennaio 2009 la Commissione ha chiesto nuovamente alle autorità italiane le informazioni di cui sopra, insieme a una relazione sull'osservanza della normativa italiana relativa alla protezione dei dati nel trattamento dei dati personali durante le operazioni di identificazione".

Chiunque abbia assistito alla schedatura dei Rom sa bene che nessuno dei criteri indicati dalle linee-guida (dichiarate dal nostro stesso governo per "rassicurare" l'Europa) è stato rispettato. Mai come in questo caso, dunque, il silenzio del governo italiano è un’evidente ammissione di colpa.

In risposta al messaggio di Francesco Batocchi inserito il 14 Nov 2008 - 06:00
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