.: Discussione: Perché censire cittadini italiani..solo perché rom?!

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 20 Giu 2008 - 11:55
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Condivido tutte le considerazioni di Francesca Zajczyk.

Colgo l'occasione per segnalare -a tutti coloro che desideramno conoscere per capire- la presentazione del libro "ROM, UN POPOLO - DIRITTO A ESISTERE E DERIVA SECURITARIA"  a cura di Erica Rodari - Edizioni Punto Rosso,  organizzata dall'Associazione La Conta in collaborazione con il Circolo ARCI Martiri di Turro.
Si terrà, con ingresso gratuito con tessera arci, lunedì 23 giugno 2008 alle ore 21,00 al Circolo ARCI Martiri di Turro - Via Rovetta, 14 a Milano.

In particolare parteciperanno alla serata:
Erica Rodari, autrice del libro  "ROM, UN POPOLO - DIRITTO A ESISTERE E DERIVA SECURITARIA" che ci parlerà, tra l'altro,  della ricerca condotta nei campi Rom di Milano e Provincia,
Dijana Pavovich, attrice e mediatrice culturale di origine Rom,
Ernesto Rossi, dell'Associazione AVEN AMENTZA  - UNIONE ROM E SINTI - Onlus, che da anni svolge attività assistenza ai Rom ed i Sinti di Milano e Provincia e 
Valeriano Cisini,  della nostra Associazione, che per anni  ha lavorato con Carlo Cuomo nell'attività di FILEF Lombardia.

Il libro raccoglie scritti di Carlo Cuomo, Vittorio Agnoletto, Giorgio Bezzecchi e tanti altri ancora. 

Per l'italiano medio, "normale", anche se democratico e di sinistra, la parola "zingaro", la vista nel proprio quartiere di una famiglia di zingari (la roulotte, i moltissimi bambini, le donne con le gonne lunghe) provocano inquietudine, diffidenza, qualche ribrezzo. Nessun'altra minoranza etnica suscita un così forte e totale sentimento di "sgradevolezza", nessuna è altrettanto misconosciuta, ignorata. Noi, i "gagé" - i non zingari - non sappiamo niente di queste comunità, di questo piccolo popolo che vive tra di noi da più di cinque secoli. Ma crediamo di sapere. Al posto della conoscenza mettiamo un mito e crediamo che il mito sia conoscenza. "Sono molti, moltissimi - pensano i "gagé" - dilagano, ci invadono; sono vagabondi senza arte né parte, nomadi disordinati; sono pigri e ladri; maltrattano e sfruttano i loro bambini; non sono una realtà etnica, sono una realtà malavitosa; sono infidi, violenti, pericolosi; sono - come recitava il titolo di un vecchio film sui borgatari romani - "sporchi, brutti e cattivi". Nel nostro immaginario collettivo questo mito negativo convive, a sprazzi - complice un po' di mediocre cinema e mediocrissima letteratura e tanti ambigui nostri desideri - con un mito diverso, opposto, che esprime fascinazione: "Sono liberi, 'figli del vento'; sono musicisti straordinari; le loro donne sono voluttuose e i loro uomini fieramente virili; non si piegano alle false lusinghe della civiltà e del progresso; loro sì, che sono felici!" La diversità basta non vederla com'è, basta esorcizzarla nei sogni delle nostre nevrosi, delle nostre paure, dei nostri ambigui desideri (dal saggio di Carlo Cuomo, contenuto nel libro "Rom, un popolo")

Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliere di Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano www.lasinistrainzona.it
In risposta al messaggio di Jole Garuti inserito il 16 Giu 2008 - 14:02
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