.: Discussione: Un assessorato fantasma per i centri giovanili

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Linda Polli

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Inserito da Linda Polli il 12 Giu 2008 - 10:08
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Credo anch’io che vada fatta chiarezza e quindi, lasciando ad altra occasione di entrare nel merito del lavoro che i Centri svolgono nella città, vorrei precisare alcuni punti che mi sembrano importanti per rendere il quadro reale più completo. Tali punti sono stati già esposti da noi in un audizione in commissione decentramento il 6 giugno scorso. Questa sintesi corrisponde alla lettura condivisa dai 14 CAG aderenti al Collegamento Territoriali CAG città di Milano.
 
1. L’assessorato ha scelto di passare da un rapporto di convenzionamento all’assegnazione di un contributo che copre un massimo dell’80% dei costi del servizio. È di fatto un disimpegno e un disinvestimento dell’amministrazione riguardo ai CAG. I centri così non sono più parte della rete dei servizi che il comune di Milano offre ai preadolescenti e adolescenti della città, ma è come se l’Ente pubblico prendesse atto dell’esistenza di queste realtà territoriali indipendenti dal Comune e decidesse di contribuire in parte al funzionamento, rinunciando ad una dimensione progettuale comune.
 
2. Con questa scelta di fatto ha ridistribuito gli stessi fondi prima destinati alle convenzioni (il bando mette a disposizione un milione di euro) su un maggior numero di servizi, tutti già esistenti, col risultato di un appiattimento qualitativo della maggioranza di centri. I centri prima convenzionati (13) hanno visto quasi dimezzare il loro bilancio. Di fatto quindi risulta un taglio.
 
3. il sistema del bando per l’assegnazione di contributi è complesso: prevede 3 livelli presentati in tempi diversi.
Il primo livello dovrebbe corrispondere al funzionamento di base minimo di un centro. Fino al 2007 questo livello minimo prevedeva risorse per 68.000 euro. Oggi i centri hanno per questo primo livello poco meno di 29.000 euro. Quasi il 60% in meno.
(E nessun centro riceverà complessivamente per i tre livelli previsti quei 68.000 euro che prima erano considerati il livello minimo per il funzionamento di un centro.)
 
4. Il livello minimo di funzionamento di un CAG perché si possa dire tale prevede:
- lo svolgimento di attività quali: libera aggregazione, laboratori espressivi, attività sportive, sostegno scolastico, attività esterne (gite, teatro…)
- compresenza durante le attività di almeno 2 educatori professionali con titolo specifico
- apertura di 20 ore settimanali per 5 giorni la settimana
- che gli operatori dedichino il 35% del loro monteore ad attività di rete col territorio, di riunioni d’equipe, raccordi con la scuola ecc.
Tutto questo con meno di 29.000 euro. Quanto pensate sia il costo aziendale di un operatore qualificato regolarmente assunto per 27 ore settimanali ?

5. il bando è costituito in modo tale che i tempi di approvazione dei vari livelli non ci permettono di fatto ad oggi di conoscere la reale entità del contributo complessivo previsto per il 2008. Gli enti quindi stanno gestendo i centri al buio dal 1 gennaio, senza poter fare un preventivo sul 2008, ma dovendo realizzare un progetto indipendentemente dai fondi attribuiti. Stanno svolgendo un servizio esponendosi economicamente al buio. Qualcuno l’ha definita una sussidiarietà al contrario.

6. Il dato apparentemente positivo è che il bando è triennale, mentre le convenzioni erano rinnovate annualmente. Purtroppo però è una solidità solo apparente poiché ogni anno il budget a disposizione dipenderà dalle disponibilità di bilancio. Quindi gli enti hanno presentato un progetto triennale che dovranno poi attuare, ma su cui non è data la disponibilità economica.
 
Crediamo quindi  che il mezzo usato e il sistema così complesso abbia impoverito più che ampliato l’offerta e l’abbia resa ancora meno stabile di prima. Ci chiediamo quindi quale sia l’obiettivo di questa amministrazione e il suo pensiero rispetto ai CAG e alle esigenze di crescita dei preadolescenti e degli adolescenti.
Se l’esigenza era quella del controllo e della valutazione delle prestazioni e dei risultati, perché non pensare di attrezzarsi con degli strumenti quantitativi e qualitativi pedagogicamente aggiornati e adeguati allo scopo ?
E soprattutto a fronte di un disinvestimento di questo tipo, quanto poi costa alla società e al bilancio comunale stesso intervenire a posteriori per affrontare le conseguenze di un disagio già esploso (parliamo per esempio del fenomeno delle bande, del bullismo, della dispersione scolastica, del disagio psicologico, ecc.).
 
Linda Polli
Referente Collegamento Territoriale CAG città di Milano
In risposta al messaggio di Ombretta Colli inserito il 9 Giu 2008 - 11:44
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