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Venerdì, 6 Giugno, 2008 - 15:15

Comunicato Stampa dell'Opera Nomadi

COMUNICATO STAMPA

 
L’operazione di controllo di un insediamento rom, che ha preso il via questa mattina verso le ore 5,00 in Via Impastato 7 a Milano e che ha riguardato c.ca 35 persone, cittadini italiani residenti a Milano da oltre 4 decenni, ha dato il via a quella che era stato preannunciata nei giorni scorsi dal Commissario Straordinario e Prefetto di Milano come un più vasto censimento di tutte le comunità rom e sinte presenti a Milano e nella Provincia.
C.ca 50 agenti di Polizia di Stato, Polizia Locale e Carabinieri hanno fotografato i documenti d’identità di tutti gli appartenenti alla comunità (dati per altro già in possesso delle autorità comunali e dell’anagrafe di zona presso cui sono regolarmente iscritti), configurando così l’intera operazione come una vera e propria schedatura su base “etnica” di una parte di concittadini, in violazione dei più elementari diritti costituzionali delle persone.
L’operazione è avvenuta in assenza della stampa e di organismi autonomi di controllo, ragione per cui è ipotizzabile che gli interventi che seguiranno negli altri insediamenti, dove la consistenza numerica dei Rom e Sinti è assai maggiore e i problemi sociali più rilevanti, potrebbero dar luogo ad abusi d’autorità e procedure irregolari ancor più gravi per le persone che saranno identificate.
L’Opera Nomadi chiede che al più presto vengano quindi date effettive garanzie di tutela e rispetto dei diritti delle persone che saranno sottoposte ad operazioni di censimento del territorio e che  queste avvengano nel pieno rispetto delle leggi vigenti, anziché configurarsi come iniziative discriminatorie su base etnica.
Per fare questo si chiede che alle operazioni venga autorizzata la presenza di un comitato di controllo indipendente sul modello di quelli previsti dall’OSCE.
Nelle ultime 24 ore sono giunte all’Opera Nomadi di Milano perché trasmettessero alle famiglie di via Impasto centinaia di lettere di solidarietà da parte di autorità politiche, culturali e associative nonché di cittadini e di molti ex deportati nei campi di concentramento.
Tutti hanno ugualmente manifestato per iscritto la loro indignazione e profonda preoccupazione per quanto sta accadendo.