.: Eventi

« Aprile 2024
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          

.: Candidati

.: Link

Pagina Personale

.: Ultimi 5 commenti

.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Venerdì, 6 Giugno, 2008 - 10:30

Sapienza, il rettore con gli studenti

Sapienza, il rettore con gli studenti
Renato Guarini incontra una delegazione universitaria e conferma le critiche al convegno sulle foibe
Nell'autorizzazione concessa a Forza nuova da Pescosolido ci sarebbero vizi di forma: giovedì la discussione in senato accademico. E oggi assemblea dei collettivi
Giacomo Russo Spena
Roma
Il Manifesto 4 giugno 2008

Una vittoria, almeno a sentire gli studenti. Il rettore della Sapienza Renato Guarini, di ritorno dal quel convegno a Mosca che gli ha fatto saltare una settimana turbolenta per il suo ateneo, ieri mattina ha ricevuto una delegazione dei collettivi universitari. Per fare chiarezza sui fatti. L'incontro, durato mezz'ora, ha toccato i punti che hanno «acceso» l'università nei giorni scorsi: il convegno di Forza Nuova, la successiva aggressione e, per il futuro, la condotta da seguire.
«E' stato un incontro positivo - afferma Francesco della Rete per l'autoformazione - Guarini ha confermato tutte le posizioni prese da Frati». D'altra parte era prevedibile che le parole del prorettore di questi giorni fossero concordate con il suo «superiore» da Mosca. Ma forse il rettore si è spinto anche oltre. Nella discussione con gli studenti, Guarini avrebbe condannato il fatto che il convegno sulle foibe organizzato da Lotta Universitaria (sigla di Forza Nuova), e autorizzato dal preside di Lettere Guido Pescosolido, fosse tutto «esterno» all'ateneo, non essendo coinvolti nel dibattito docenti della Sapienza. Sugli episodi dello scorso martedì mattina il rettore avrebbe poi confermato le posizioni espresse da Frati, non parlando di rissa tra gruppi, ma attaccando gli atteggiamenti violenti dei forzanovisti contro studenti regolarmente iscritti. E per questo Guarini, secondo l'impressione percepita dagli studenti, sarebbe piuttosto orientato nell'evitare eventuali future concessioni ad iniziative di Fn. Nessuna parola invece sulla decisione di costituire l'università parte civile al processo: se ne discuterà giovedì mattina in senato accademico, in presenza di tutti le istituzioni dell'ateneo.
Ma a sorpresa il rettore si sarebbe soffermato su alcuni vizi di forma di cui soffriva l'autorizzazione di Pescosolido. Il primo: il forzanovista ventunenne Andrea Fiorucci, ora a giudizio per «rissa aggravata», che aveva presentato domanda per il convegno sulle foibe, risulta iscritto a Scienze Politiche e non a Lettere, condizione necessaria per ottenere la disponibilità di un'aula della facoltà. A questo proposito i collettivi si interrogano sul «perché il ragazzo di Lotta Universitaria sia andato proprio a Lettere a chiedere l'autorizzazione». «Forse - malignano - ha visto in Pescosolido l'unica sponda istituzionale possibile». Molto più probabilmente si tratta della facoltà migliore per la riuscita di una provocazione studiata ad hoc. Ma i vizi di forma riscontrati da Guarini non sono finiti: il regolamento dell'ateneo prevede, infatti, che in caso di invito di un parlamentare, e Roberto Fiore lo è, è necessaria la «codecisione»: rettore e preside decidono insieme. Regolamento che Pescosolido avrebbe violato. Tali questioni verranno discusse in senato accademico con il rappresentante dei collettivi Francesco Brancaccio che presenterà un'interrogazione.
Nell'incontro Guarini non ha però voluto parlare delle minacce che Pescosolido avrebbe ricevuto da uno studente di sinistra: sulla questione, si sarebbe limitato a dire il rettore, la procura ha aperto un fascicolo, bisogna ora attendere che la giustizia faccia il suo corso. Rinviati invece al mittente gli attacchi della destra sull'«anomalia della Sapienza» e sull'idea di «ingovernabilità» dell'ateneo. «Abbiamo avuto parole confortanti sulle nostre pratiche di partecipazione - riferisce la delegazione studentesca - Guarini ha rimarcato la via del dialogo».
Intanto i collettivi per oggi pomeriggio lanciano un'assemblea pubblica dal titolo «La verità sotto sequestro», con l'intento di fare chiarezza sui fatti. «Non abbiamo minacciato proprio nessuno - si difendono - chiediamo la liberazione di Emiliano Marini, quel giorno siamo stati aggrediti». E per pagare le spese legali stanno organizzando una festa il 19 giugno a Lettere. Poi confidano sul senato accademico di giovedì: «Speriamo si faccia chiarezza e l'ateneo prenda una posizione ufficiale sull'aggressione di Forza nuova».