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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Domenica, 1 Giugno, 2008 - 13:55

Un atto di discriminazione: le retate sui mezzi ATM

Da tempo si è dato avvio a una caccia alle streghe, come se di nuovo si fosse piombati nell'oscurantismo medioevale più cupo, quello dei tempi dell'inquisizione. Le streghe, individuate come capri espiatori delle disgrazie sociali, sono i nomadi, dapprima, i migranti, ora, chissà quali altre categorie in futuro, non tanto remoto.
Il vicesindaco sceriffo Decorato ha palesato zelo nei riguardi della sua maggioranza nazionale, dando attuazione anzi tempo a un decreto che deva ancora essere discusso e deliberato in Parlamento: il pacchetto sicurezza, che prevede la penalizzazione e la perseguibilità del reato di "clandestinità".
I cascami e le conseguenze gravose derivanti dal futuro disegno di legge sono già ampiamente sperimentati nella città meneghina, in questi casi posta all'avanguardia di un provvedimento che soffre, come palesato da diversi paesi europei e dalla stessa Unione Europea, di eccezioni di illegittimità e di contrasto con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, della Carta Europea dei Diritti Umani, delle Convenzioni internazionali in materia di difesa del diritto d'asilo politico.
La Giunta di Milano prosegue imperterrita sulla strada della sicurezza senza se e senza ma, divenendo laboratorio, nonostante il significato nobile del termine, di pratiche quotidiane di repressione poliziesca. Addirittura un reato amministrativo, quello di clandestinità, diventa condizione per porre in limitazioni severe di libertà persone di diverse etnie, detenendoli in Centri di Permanenza Temporanea, dove diversi soprusi e diverse angherie sono state documentate e registrate da ispettrici e ispettori europei, del Parlamento Europeo, italiano, della Commissione UE.
Da qualche giorno alle fermate dei mezzi pubblici abbiamo una pletora di controllori ATM affiancati dalla Polizia Locale, i consueti vigili urbani, oggi dotati di manganello e di pistola, che controllano i "non italiani" per verificarne il possesso del permesso di soggiorno e, in caso di assenza, caricarli su appositi mezzi, sempre disposti dall'azienda dei trasporti, che li traghetteranno in Questura e, infine, nei CPT in attesa di essere ricondotti nei paesi di provenienza. Non importa la causa della loro fuga da situazioni di alta tensione bellicosa o di disperazione economica, non importa se soggetti di diritto di riconoscimento dell'asilo politico, istituzione internazionalmente tutelata, ma elusa dall'Italia: è importante eliminare il "criminale potenziale" individuato nell'"extracomunitario" di turno che deve essere allontanato perchè mette in pericolo la sicurezza civile della quotidiana vita ed esistenza di una città asfissiata dall'individualismo e dalla grettezza.
E' veramente singolare l'utilizzo della Polizia Locale in una funzione che non è propria di questo corpo e che non coincide con l'obiettivo della loro istituzione come vigili del traffico e delle infrazioni varie e molteplici esistenti a livello di codice della strada .
Ma è anche fortemente grave che esistano delle retate sui mezzi pubblici e che si consideri la clandestinità come reato. La clandestinità è una condizione sociale ed esistenziale non solo precaria ma fortemente tragica, drammatica, di chi vive in condizioni disumane, di disagio estremo, di non vivibilità, di esclusione da processi, di non riconoscimento di diritti sociali e di garanzie, spesso vittime di un mercato che tende a schiavizzare e a sfruttare senza garanzie e tutele la forza lavoro a basso costo.
Molte e molti clandestini oggi presenti in Italia lavorano e si sono perfettamente integrati in un sistema complessivo che richiede il loro ricnoscimento come risorse: vedo ragazze e ragazzi a vendere in modo ambulante, si considera abusivo, che sono persone con alta formazione professionale e che, se diversamente canalizzati, potrebbero garantire una ricchezza per la nostra società, non solo economia, come alcuni industriali tendono a minimizzare.
E' assurdo che un'azienda dei trasporti adotti pratiche di controllo altamente discriminatorie e dia supporto a una disposizione, non discussa in consiglio comunale, quindi inficiata per le modalità e la procedura di eseguibilità da vizi di procedura democratica, assolutamente repressiva, fortemente limitativa dei diritti umani, gravemente condizionata da una logica generalizzante e massificante del concetto di "reato e infrazione", come avviene per i nomadi che vengono perseguiti solamente perchè appartenenti a un'etnia e a una cultura. Le disposizioni che prevedevano un'applicazione massificata e generalizzata, disposte ad hoc per un intero popolo, una intera categoria, sono le disposizioni che sospendono e si antempongono a uno stato di diritto e che propendono per il pregiudizio rendendo il sospetto, fondato su irrazionali motivazioni, come base giustificante un procedimento di sospensione di garanzie e di tutele.
Sono preoccupato e chiedo all'amministrazione il motivo delle disposizioni, quale sia stata la procedura che ha avviato questa disposizione, quale siano gli effetti e le conseguenze derivanti, sospendendone immediatamente l'attuazione per palese violazione dei diritti umani, per atttribuzione di competenze escluse dalle funzioni istituzionali dei corpi della vigilanza e della Polizia Locale, per eccesso di potere, per assenza delle motivazioni di urgente applicabilità, per possibilità di rendere il Comune e la sua amministrazione passibile di procedure di infrazione di disposizioni internazionali in materia di diritti umani e di tutela e riconoscimento del diritto di asilo politico, estremo, questo, già presente nella non assicurazione di alloggi per i migranti eritrei presenti per diversi mesi in condizioni di disumano
degrado, obbligati a vivere nell'ex caserma dell'aviazione di Viale Forlanini.
Milano ritorni a essere la città cosmopolita della tolleranza e della giustizia sociale, della multietnicità, dell'integrazione, quale sempre stata nel suo passato, e quale oggi rischia di non diventare in modo sempre più repressivo e regressivo.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano