.: Discussione: Aumentano gli affitti ALER

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 31 Maggio 2008 - 13:38
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La Regione Lombardia palesa una contraddizione assurda nelle politiche riguardanti l'edilizia pubblica e la tutela dell'inquilinato delle case popolari. L'ALER gestisce come propria proprietà 105000 delle 170000 alloggi popolari presenti nel contesto regionale, molti dei quali a Milano. Ricordiamo a proposito che Milano vede la presenza di cinque contratti di quartiere, ossia quelle realtà convenzionali che vorrebbero definire programmi e progetti di intervento per la riqualificazione urbana, sociale e culturale delle zone a edilizia popolare, con forte densità di stabili popolari. In zona 4, la zona dove sono consigliere, ci sono ben 3 di questi 5 contratti e, si spera, tra pochi mesi, si aggiungerà un quarto contratto di quartiere, il contratto di quartiere 2 bis, riguardante una zona finora non riconosciuta come realtà beneficiante di un progetto concordato di riqualificazione complessiva, il quartiere Salomone.
Da una parte, a urne chiuse, la maggioranza di centrodestra ha scelto di provvedere a tagliare il 75% dei fondi destinati a provvedimenti di manutenzione e interventi di edificazione riguardanti la residenza pubblica. La giustificazione del provvedimento consiste nel fatto che si voleva risparmiare perchè le casse regionali soffrivano, mentre qualche mese dopo si verifica la disposizione in bilancio di una cospicua somma, 470 milioni di euro, per dare avvio al progetto di intervento per il nuovo polo regionale amministrativo. La contraddizione è evidente: tagliamo un capitolo a beneficio delle classi più indigenti e, dall'altra parte, rimpinguiamo i fondi per interventi di edilizia roboanti e mastodontici.
Non solo: dopo alcuni giorni dalle ultime elezioni la Giunta Formigoni decide di aumentare il canone di affitto per gli inquilini delle case popolari. Questo tema riguarda anche Milano per i motivi sopra esposti. L'aumento è stato consistente e concerne un incremento in percentuale molto elevato rispetto ai precedenti anni. La giustificazione di questo provvedimento è stata data dall'assessore alla casa della Regione Lombardia, il quale ha detto che per limitare situazioni di privilegio si è ipotizzato fosse importante avviare questo strumento di deterrenza. Mi domando quali siano le condizioni di privilegio per migliaia di nuclei familiari che si trovano ogni mese oberati da spese indirette e comuni che aumentano a dismisura e in modo esponenzialmente insostenibile. Mi riferisco, in primis, alla "tassa sui rifiuti", il cui canone risulta essere maggiore rispetto allo stesso affitto. Ma mi riferisco a diverse voci di spesa irrazionali e non comprensibili, decretate dall'ente gestore ALER, senza che vengano assicurati servizi opportuni e utili, nonchè funzionali ed efficienti per la vivibilità di interi isolati dimenticati dalle amministrazioni comunali, soprattutto a Milano.
Mi viene anche il dubbio che l'ALER palesi una gestione poco trasparente e soggetta a incomprensibili sperperi, data la non comprensibilità di diverse voci di spesa gravanti sulle famiglie dei quartieri popolari.
I sindacati degli inquilini da tempo chiedono un incontro con l'assessorato e l'amministrazione regionale, ma niente è stato assicurato, nèrisposta alcuna è stata data a questa richiesta, nonostante ci sia stata in aprile una manifestazione davanti al Pirellone per denunciare la politica dell'aumento degli affitti delle case popolari.
A Milano vediamo sempre di più l'assenza di un progetto qualificato e completo di intervento nelle zone dove alta è la densità di quartieri popolari. Spesso gli interventi e i progetti che vengono deliberati, con copiosa somma per il finanziamento e la copertura spese, vengono descritti come inutili da parte della maggioranza degli inquilini, non coinvolti e non resi partecipi, spesso neppure informati, dell'entità del progetto e della sua elaborazione,delle conseguenze che da esso deriverebbero profuturo.
Occorre invertire la dimensione politica in merito all'edilizia popolare, alla manutenzione e alla edificazione di nuovi comprensori, al coinvolgimento della cittadinanza residente in progetti di intervento di riqualificazione non solo superficiale delle "facciate dei condomini più esposti", ma di natura sociale, civica, culturale e aggregativa, affinchè diventino zone vivibili e sostenibili.
Non si può proseguire in una pratica del non ascolto dei comitati degli inquilini e dei sindacati stessi, da parte della Regione Lombardia, che pecca di autoreferenzialismo, come denuncia il consigliere di Rifondazione , Luciano Muhlbauer, e di un Comune spesso assente e poco propenso a una riqualificazione ampia e partecipata dei cinque, tra poco sei, quartieri beneficiati dai contratti.

Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4