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Gregorio Mantella

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Inserito da Gregorio Mantella il 7 Apr 2011 - 12:54
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  Buon dì partecipaMi,

  La liggi pi' l'amici s'interpreta, pi l'autri s'applica.
 
  Cu havi dinari e amici teni 'n culu la Giustizia.

  Judici, prisidenti e avvocati in Paradisu nun'nni truvati.

  La furca è pi lu poviru, la Giustizia pi lu fissa.

  Questi detti popolari, racconta Andrea Camilleri, sono la dimostrazione di quanto sia radicata la sfiducia verso la Giustizia i cui codici sarebbero stati fatti dalla "classe dominante" per sottomettere e vessare la povera gente.

 
L'impegno che dobbiamo portare avanti è tentare di conquistare una profonda conoscienza sulle manifestazioni ed il folklore di Cosa Nostra per mettere a nudo il re. Ed è per questo che inizio con la tradizione orale, che molte generazioni dell'area del Sud del nostro Paese hanno ascoltato in famiglia o dagli amici, la quale si perpetua nell'indissolubile atto del giuramento che presenta da un paese all'altro qualche variante nell'uso di alcuni brani. Detto il fondamento di tradizione lo statuto disciplina l'organizzazione e l'attività stessa che ne deriva, riflette tratti evidenti della dominazione araba della Sicilia durata dal 827 e terminata nel 1091; è il vademecum su cui giura l'affiliando, rintracciabile fra le sottolineature e i ripieghi del nostro Alessadro Coletti. E così scavando fra i "reperti " della Storia emerge il prontuario che prescrive obbedienza e segretezza, ma non solo:

  " Giuro su questi Santi Vangeli che d'ora innanzi sino all'ultimo giorno della mia vita sarò fedele a te.

    Giuro che non farò nè dirò mai nulla di male contro di te; e che se avrò saputo che qualcuno voglia farlo, cercherò di impedirlo e ti avviserò.

   Se accadrà che tu perda qualcosa dei tuoi beni, per caso o per ingiustizia, ti aiuterò a ricuperare e a conservare. E se tu vorrai assalire giustamente qualcuno, e chiederai il mio aiuto, giuro che lo darò.

   E se tu avrai rivelato qualche segreto, non lo svelerò ad alcuno. E se chiederai un consiglio, te lo darò come mi sembra più utile per te. "

 
 
Certo è che dobbiamo osservare l'affinità alla maefil araba. Dobbiamo osservare per capire, per giungere più vicino alla realtà storica e lontano dai luoghi comuni. Colpisce l'impronta di dominio sulla Sicilia durato a lungo: il comune senso all'obbedienza indiscussa ai vertici e al capo. Chi sa obbedire, eseguendo gli ordini con il minimo dei costi, ha la carriera assicurata; l'una come l'altra è governata da una oligarchia che conservano tracce di sacralità e un'obbedienza cieca dei gregari al capo supremo. Si fonda su una organizzazione segreta essenzialmente maschile, dove la subordinazione della donna all'uomo è totale. Il vincolo familiare è sacro e l'adulterio femminile è punito con la morte. Vige la regola della vendetta e anche della vendetta trasversale. All'indomani di un delitto la violenza è spesso occulta e ufficialmente negata; prassi quotidiana il sequestro e l'assasinio, il cui tipo e le modalità dell'esecuzione ne indicano le ragioni e le motivazioni, ma non mancano i casi degli innocenti come strumento di estorsione o ricatto della persona o del gruppo da coartare. La lupara bianca, così come la descriveva il Giudice Giovanni Falcone, evidenzia la scomparsa pura e semplice della vittima designata senza lasciare traccia del cadavere: una realtà che lascia sconvolti e turbati dalla violenza. Vincenzo Ceruso racconta che Buscetta rivela l'uso di torture per mezzo di scariche elettriche come strumento negli interrogatori con il fine di punire e estorcere delle informazioni, che oggi le mafie hanno raffinato alcune tecniche con l'uso principale di armi non letali. La doppiezza è considerata non solo leggittima, ma doverosa. Le Satrapie arabe seguono il segno di continuità nella giustificazione del cinico proverbio:

                                                             " i nemici dei miei nemici sono amici "

L'oligarchia dominante, sfruttatori, tiene " i loro popoli" nella miseria e le loro donne nella schiavitù;  creano harem con cui hanno contemporaneamente relazioni amorose e ovviamente navigano nel lusso.

 La Mafia continua ad essere un cammino che marca profondamente l'esistenza di singoli e di grandi masse notevoli, tenute in condizioni semifeudali o comunque sottomesse.

    Don Primo Mazzolari ha dettato un impegno contro le Mafie.

    Don Luigi Ciotti ha raccolto l'impegno per una battaglia per la Giustizia sociale che, afferma, potrà essere vinta solo se ognuno fa la sua parte, fino in fondo, senza sconti.

   Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, sottolinea che non si può vincere questa battaglia senza una grossa mobilitazione civile.


                                                           A presto,

                                                                                    wezword
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 10 Nov 2010 - 20:54
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