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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 14 Maggio, 2008 - 15:15

PD: un governo ombra all'ombra del PdL

Ieri alla Camera è nato il Governo Berlusconi quater, ottenendo la fiducia. La fiducia da parte della sua coalizione arlecchinesca, PdL e Lega Nord, con gli accoliti movimenti autonomisti e corporativi del Sud, MPA di Lombardo in primis, ma, ci mancava poco, un voto contrario ma attentamente responsabile del PD. Fassino, capogruppo alla Camera, al momento delle dichiarazioni di voto ha tenuto a precisare che il suo gruppo avrebbe votato contro la fiducia, sembrerebbe pleonastico asserirlo, ma considerando importante accogliere ogni volontà di dialogo e di apertura, dato lo spirito molto buonista che pareva trasparire dalle parole del neo eletto attuale premier.
La maggioranza di destra, senza centro, già prima di avere la fiducia da parte della Camera ha dovuto imbattere e impattare con problemi abbastanza gravi sorti come conseguenze ad alcune scelte politiche che sono state fatte dall'attuale coalizione, che chiaramente desta perplessità e poca fiducia negli ambienti internazionali. Da una parte la Libia che vedeva nuovamente Calderoli come ministro un pericolo per le relazioni diplomatiche, dall'altra la Romania che teme una recrudescenza xenofoba con leggi ad personam e ad hoc prospettate dall'attuale ministro degli interni Maroni, disconoscendo l'efficacia primaria della normativa comunitaria in merito e per bloccare le "orde" di rumeni, rom, sinti, tanto per il ministro non esiste nella sua grossolaneria alcuna differenza, che premerebbero secondo la sua immagine sui confini del Nord Est.
Nonostante questi primi "biglietti da visita" distribuiti gratuitamente dal nuovo governo, il PD assicura attenzione per un percorso di dialogo costruttivo sulle riforme, sempre questo termine vuoto e insensato. Le riforme sul piatto sarebbero quelle del sistema istituzionali, magari mettendo mani sulla Costituzione verso una deriva secessionista di fatto, tanto agognata dalla lega, presidenzialista, tanto amata da AN, e di limitazione del potere della magistratura, tanto auspicata da Forza Italia, e quelle del sistema economico, magari colpendo sì le banche e i petrolieri scomodi per casa Berlusconi, ma assicurando l'azzeramento dell'unica voce di entrata su cui i Comuni possono contare e disporre, l'ICI, senza se e senza ma.
Sono preoccupato in quanto qualcuno finge di non avere capito la natura e l'origine di questa destra che si accinge a governare con colletto bianco e inamidato, ma sostanzialmente immutata, il Paese. Parliamo, poi, della defiscalizzazione degli straordinari e del premio di impresa, vero e proprio danno per le lavoratrici e i lavoratori che vedranno diminuire il livello di garanzia sociale e di protezione.
E' vero, convergo con Di Pietro, l'unico che ha saputo opporsi con convinzione all'attuale maggioranza e al discorso addolcito di B., il cavaliere nero è come un ragno che chiama la mosca nella propria tela per, poi, mangiarsela. I preludi fanno presagire una certa continuità rispetto alla legislatura in cui il secondo e terzo governo B. hanno guidato il paese al fallimento.
Nonostante questo il PD si ostina a elevare Berlusconi al titolo di "statista" consapevole e responsabile. Antonio Di Pietro, giustamente, ha rilevato come sia possibile accettare segnali di dialogo con spirito di fair play britannico, nel momento in cui Berlusconi non ha mai menzionato al caso personale del conflitto d'interessi, che ancora aleggia come un grande avvoltoio sui destini futuri prossimi della nostra democrazia fortemente incrancrenita da una presenza imbarazzante e pericolosa di un premier che detiene proprietà in settori importanti del sistema economico e imprenditoriale nostrano.
Ma come poter acconsentire a Berlusconi di diventare l'interlocutore principale con cui dipingere il quadro delle regole istituzionali e sociali nel momento in cui gran parte della sua coalizione ha reagito in modo assurdo e inconcepibile per uno stato europeo alle giuste e veritiere, fondate, argomentate, dimostrate come corrispondenti al reale, esternazioni sulle passate amicizie malavitose in affari avute dalla seconda carica dello stato, Schifani, di Marco Travaglio che, nell'intervista a Che tempo che fa, ha esposto quello che è riportato in un libro presente sul mercato da ben 4 mesi, mai contestato. Contro Travaglio una canea insensata e inconcepibile: non solo da parte della maggioranza, fatto alquanto atipico ma normale in un paese anormale, dove chi denuncia il potere pur essendo in presenza di fatti testimoniati e provati viene perseguito, ma anche da esponenti autorevoli del PD, che hanno fatto eco alle dichiarazioni di solidarietà sperticate pronunciate nei riguardi di una terza carica dello stato che, in riferimento ai fatti contestati, avrebbe fatto scaturire qualche critica e forte sospetto in un parlamento di un qualsiasi paese europeo. Penso che non sarebbe neppure nominato presidente del senato per una giusta e considerevole opposizione etica.
In Italia tutto è normale ed è invece perseguibile in modo accanito colui che giustamente utilizza la propria funzione e professionalità per informare la cittadinanza sulle caratteristiche dei propri governanti, con senso di responsabilità e di trasparenza, di ricerca della verità, in nome del servizio deontologico a cui un giornalista dovrebbe agire.
Il PD ha fatto un governo ombra, la cui utilità istituzionale non si comprende bene a cosa serva: forse ad avvallare o farsi scrivere l'agenda politica dal governo reale contro cui dovrebbe pronunciare un progetto alternativo, cosa che non ho mai creduto possa realizzarsi con il PD, candidandosi come coalizione di un governo futuro. Ma oltre ad avere fatto un governo ombra, con ministri ombra, con consigli ombra, con provvedimenti ombra, con finanziarie prossime ombra, con viaggi diplomatici ombra, con voti di fiducia ombra, dall'ombrosa efficacia e conseguenza, non posso che dire che il PD è all'ombra del PdL, cercando di accattivarsi il sorriso benevolo di Mr. B. magari accogliendo alcune misere briciole di concessioni di potere e di riconoscimento per la non opposizione: parlo della direzione futura nel prossimo organigramma della RAI di alcune reti o telegiornali in un sistema complessivo eterodiretto e pilotato, nonchè ammorbato dal cancro di un conflitto d'interessi senza precedenti e mastodontico.
Vedo che gli errori fatti in casa PD non aiutano a migliorare, ma diventano presupposti e precedenti su cui proseguire sulla strada fallimentare del buonista spirito bipartisan, trasversale, termini, questi, molto di voga ultimamente ma deleteri a livello politico e istituzionale, quanto incomprensibili a livello sociale.

Alessandro Rizzo