.: Discussione: Slitta l'isola pedonale sui Navigli

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Salvatore Chiaia

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Inserito da Salvatore Chiaia il 9 Set 2008 - 10:49
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Riporto testualmente la lettera del Ministro Sandro Bondi (pubblicata sul Corriere del 5 settembre) in cui critica la costruzione del parcheggio sulla collina del Pincio e la proliferazione di locali nel centro storico di Roma.

http://www.corriere.it/cronache/08_settembre_05/lettera_bondi_pincio_bene_inalienabile_97633572-7b0d-11dd-9625-00144f02aabc.shtml 

Praticamente uno scenario molto simile al parcheggio in Darsena e ai locali sui Navigli.

Considerando che il sindaco di Milano è dello stesso partito del Ministro Bondi prevedo che il parcheggio in Darsena non si farà e che i locali sui Navigli subiranno un giusto ridimensionamento.

Cordiali saluti,

     Salvatore Chiaia.
 

 

Bondi: è un bene inalienabile
Troveremo altre soluzioni

Roma, il caso del parcheggio al Pincio

Caro direttore, leggo la lettera al Corriere dell'ex sindaco di Roma Walter Veltroni, e apprendo che la «Barbarie» oggi sarebbe opporsi al progetto di costruire un parcheggio in una delle aree più belle di Roma. L'onorevole Veltroni è un grande pescatore di parole. Ha avuto il merito di rilanciare l'idea di rinascenza, di richiamare in vita l'antica tradizione che ha reso grande il genio architettonico italiano, da Leon Battista Alberti a Corrado Ricci. Motivato dal desiderio del bello, temo però che lo persegua con mezzi opinabili. Insiste infatti nel progetto di liberare il Tridente e tutta Villa Borghese dalle auto.

 

E' un obiettivo encomiabile, che i cittadini non possono che condividere e i responsabili politici devono fare proprio. Solo che la politica e ancora di più l'amministrazione di una città complessa come Roma, con un tessuto urbano che costituisce oggi uno dei rari esempi al mondo di stratificazioni ultramillenarie, hanno l'obbligo di commisurare i mezzi al fine. Non possono cavalcare l'utopia, come sembra fare l'ex sindaco Veltroni, quando nella sua generosità visionaria non si limita a proclamare nobili ideali ma mobilita energie e risorse per realizzarli passando alle vie di fatto. Di questo infatti si tratta. Spinto dal progetto di pedonalizzare il centro storico di Roma, l'ex sindaco di Roma, assistito da una giunta di sinistra e dall'ex Ministro per i Beni culturali Francesco Rutelli, ha voluto «mettere all'asta » la collina del Pincio, per offrirla al miglior offerente in cambio della costruzione di 726 posti auto, da rivendere poi ai residenti nel centro di Roma e ai grandi alberghi della capitale.

 

In altri termini, si è trattato di lucrare su un bene comune, inalienabile e indisponibile, oltre che sacro a quanti nel mondo coltivano la memoria di quello che fu il centro propulsore della civiltà occidentale, col pretesto di migliorare la qualità della vita dei romani, ma mirando in realtà a un obiettivo ben più modesto: rimpinguare le casse del Campidoglio, afflitte da un debito esorbitante. «Verranno liberate dalle auto via del Babuino, via di Ripetta, viale D'Annunzio, viale Trinità dei Monti, via di san Sebastianello, e tutte le traverse» ha scritto ieri Veltroni. «Sarà un'operazione economicamente conveniente, che costa 30 milioni e può renderne il doppio, cosa che non guasta in tempi di difficoltà finanziarie per tutti i Comuni e il Campidoglio in particolare». Ora il progetto del parcheggio sotto la terrazza del Pincio sembra l'ennesima conferma di una gestione discutibile del patrimonio storico-artistico nazionale. Veltroni ricorda l'opera di pedonalizzazione del centro storico di Roma, da piazza Capranica a piazza del Popolo, da piazza della Pilotta a piazza Sant'Ignazio. Omette però di sottolineare come, il più delle volte, le vie del centro storico si siano trasformare sotto la sua stessa amministrazione in mense paraziendali per turisti disperati. Una proliferazione fuori controllo di concessioni e permessi ha portato alla svendita del suolo pubblico, alimentando un'infinita schiera di osti, baristi, ristoratori, gestori di mescite rapaci e pronti a tutto pur di dilagare coi loro tavolini oltre il dovuto.

 

La conseguenza è sotto gli occhi di tutti. Il centro storico di Roma, non diversamente da quello di Firenze, di Venezia, di Napoli, da museo a cielo aperto, dove ogni pietra, ogni facciata, offre al visitatore la testimonianza di una stratigrafia millenaria della nostra civiltà, si è trasformato nel supermarket di un turismo di massa, che spesso aggiunge alla mancanza di decoro delle strade, la mancanza di decoro degli stessi comportamenti dei visitatori, mentre si svuotano dei loro abitanti, dei piccoli commerci, degli artigiani, dell'umanità che dà vita al tessuto urbano delle nostre città. Il nostro governo, e in particolare la nuova amministrazione della Capitale guidata da Gianni Alemanno, ora vuole invertire la tendenza. Continuare a mettere ordine, a valorizzare le città, le aree urbane, rilanciando un piano per migliorare le periferie, tragicamente trascurate dal governo di sinistra. E soprattutto vuole porre fine alla svendita di risorse inalienabili e indisponibili.

 

Ripristinare il senso del bene comune, in nome di un interesse collettivo, razionalizzando e perfezionando le strutture esistenti, per esempio il parcheggio del galoppatoio, riqualificando le aree più sensibili e suggestive del centro di Roma, senza svuotarle dalle auto per riempirle subito di bancarelle di vu cumprà. E soprattutto vuole coinvolgere in quest'opera di riqualificazione e consapevolezza i cittadini, l'opinione pubblica, le élite in uno sforzo comune di consapevolezza e progettazione. Per questo, fra le tante iniziative nate dal dibattito intorno al parcheggio del Pincio, sarebbe utile lanciare un concorso internazionale di idee per risolvere il problema del traffico urbano entro l'antica cinta muraria della città di Roma. Sono certo che il sindaco di Roma avverta come e più di me la necessità di un progetto lungimirante per lo sviluppo di Roma.

 

Sandro Bondi

Ministro della Cultura

05 settembre 2008

In risposta al messaggio di Gaetano Francesco Bianchi inserito il 1 Lug 2008 - 21:24
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