.: Discussione: La legge 180 nel 1978 ha deciso la chiusura dei manicomi

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Rosanna Saija

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Inserito da Rosanna Saija il 2 Maggio 2008 - 14:41
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Sono passati trent' anni da quando, nel 1978, grazie alla legge Basaglia, si è decisa la chiusura dei manicomi.
Quale occasione più adatta per una riflessione sui servizi rivolti a persone con disturbi psichici?
Trenta anni non sono passati invano: la chiusura dei manicomi, attuata a tappe, ha fatto sì che la Psichiatria non fosse più un universo separato (anche nella gestione, affidata alla Provincia), e le ha permesso di diventare una specialità medica interna all’organizzazione della Sanità, di competenza della Regione.
Il paziente psichiatrico è stato così restituito ai servizi della zona di appartenenza, abbandonando il non-luogo del manicomio.
E’ stata creata una rete di servizi territoriali che permette interventi integrati: il reparto all’interno dell’ospedale civile al manifestarsi dell’acuzie, CPS e Centri di Igiene Mentale per la presa in carico e la cura ambulatoriale, Centri Diurni per la riabilitazione, strutture residenziali a diversa protezione (alta,media, bassa).
Certo, rimangono problemi aperti, quali la disomogeneità di funzionamento dei servizi stessi: ottimo in alcuni settori, carente in altri: l’assistenza ai pazienti psichiatrici anziani, la prevenzione della cronicità nei soggetti giovani.
Per quanto riguarda Milano, dopo una  partenza promettente, registriamo oggi forti ritardi.
Al di là delle polemiche sulle inadempienze nell’applicazione della Legge, ciò che emerge è la diversità di trattamento del paziente psichiatrico rispetto ad altri tipi di malati.
Nonostante la fine della segregazione manicomiale, egli sembra infatti essere non solo un cittadino, ma anche un paziente di serie B.
In primo luogo è escluso dalla libertà di scelta che la Legge attribuisce a tutti gli altri: nella generalità dei casi non decide il servizio sanitario cui rivolgersi, ma per consuetudine viene inviato al servizio psichiatrico della zona di residenza.
Qualora abbia bisogno di ricovero, anche questo avviene, di solito, presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di zona.
Il vantaggio di una maggiore comodità di accesso ai servizi è una giustificazione solo apparente: nei fatti al paziente viene negato il diritto di esercitare la proprio volontà, il suo parere non viene richiesto. Se gli capita di cambiare zona di residenza, il paziente viene trasferito ad altro servizio: sarebbe invece auspicabile maggior riguardo alla continuità terapeutica, particolarmente importante per una persona che, al di là delle diverse diagnosi, soffre comunque di disturbo relazionale, e per la quale il rapporto con il terapeuta è, più che in altre patologie, molto delicato ed emotivamente coinvolgente.
Quali le ragioni di questo trattamento nei confronti del paziente psichiatrico? Si tratta di un paziente che continua a non avere potere contrattuale, come ne ha poco la sua famiglia.
Ci si accorge allora che avere chiuso i manicomi non basta se al paziente psichiatrico non viene restituita interamente la dignità di un individuo che chiede di essere reso partecipe degli interventi a lui diretti.
Certamente ci sono fasi in cui la capacità di decisione può venire a mancare, ma la famiglia dovrebbe comunque essere coinvolta nella scelta del percorso terapeutico-riabilitativo.
Quella della Psichiatria è un’organizzazione rigida, che ha impedito e impedisce una libera, e quindi sana, concorrenza tra i servizi, garanzia di una migliore qualità terapeutica.
In questo settore è giunto il momento di un confronto tra scuole di pensiero e di sperimentare strategie di approccio diverse, con l’obiettivo di arricchire l’offerta di intervento sia sul versante della cura che su quello della riabilitazione.

E' proprio per questo motivo che la Fondazione Lighea che si occupa di ricerca sul disagio psichico e formazione degli operatori oltre che seguire la progettualità dei percorsi terapeutici delle Comunità Lighea e del Centro Diurno con l'Associazione Obiettivo Città che si propone di sviluppare la partecipazione alla vita della città in modo da contribuire a realizzare un'integrazione reale fra forma urbana e attività sociali, hanno promosso il Convegno: "1978-2008 - Riflessioni a trent'anni dalla legge sulla Psichiatria".
 
Il Convegno si terrà giovedì 29 maggio alle ore 9,30 presso lo Spazio Oberdan di via Vittorio Veneto, 2- Milano.

Una discussione su questi temi penso possa essere di stimolo anche al Convegno.