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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Martedì, 29 Aprile, 2008 - 13:17

Roma non è più città aperta: ora però basta con i capri espiatori

Anche Roma non è più una città aperta. E' chiusa, serrata, impraticabile dalla cultura della solidarietà e socialità che l'ha sempre contraddistinta in questi ultimi 15 anni di buon governo.
Abbiamo fatto appelli come coscienze democratiche e antifasciste affinchè si potesse arginare l'arrivo disastroso di uno squadrista picchiatore al Campidoglio: Alemanno non è la destra che vuole, anche se l'operazione non è ancora avvenuta, lavare in una grande lavacro la propria origine di certo non costituzionale e non europea, presentandosi come liberale e conservatrice. Alemanno ha un passato che risuona come fortemente revanscista, provocatore, appartenente a squadre organizzate di picchiatori, vicini e assoldati dalle fila rautiane. E' la destra neofascista e reazionaria, dell'intolleranza e della violenza, della prevaricazione e della prepotenza.
Valentino Parlato aveva scritto chiaramente nel suo appello su Il manifesto di proseguire sull'onda lunga di una grande manifestazione nazionale per il 63° anniversario della Liberazione a Roma ad affermare la decisa difesa della Capitale da un pericolo che sarebbe stato devastante, demolitore non solo di anni e anni di amministrazione dedicata a uno sviluppo sociale e alla crescita civile, ma anche di una tradizione culturale e civica che vede nella tolleranza e nel cosmopolitismo la propria base fondante di una capitale europea fatta di differenze e di coesione pacifica.
Questo non è avvenuto e ieri sera, la notte della capitale, al Campidoglio difronte a una finestra aperta sulla piazza con affacciato il neofascista vincitore una massa di individui esaltati con braccio alzato e scritte del tipo "Campidoglio oppio", croci celtiche, frasi apologetiche di fascismo.
E' una destra pericolosa quella che si accinge a governare il paese e Roma. Il dato che risulta chiaro è questo: una coalizione che avrà sicuramente riflessi di questo nuovo "equilibrio" interno derivante da un'affermazione, che sta diventando minatoria, della Lega Nord nel settentrione, quella forza che organizza spedizioni puntiive contro i nomadi, a Milano, ricordo Salvini e le ronde "padane", oppure quella forza che ogni volta attenta alle basi dello stato democratico intimando l'uso dei fucili qualora i propri progetti di scomposizione del Paese non venissero perseguiti; di un'alleanza nazionale molto missina al centro, e precisamente in quell'enclave che era la capitale e che, se fosse stata confermata nella sua maggioranza, avrebbe potuto garantire un freno forte di esempio politico di amministrazione nei riguardi di un'azione futura di governo sicuramente irresponsabile e dannosa alla società. Quindi avremo una maggioranza parlamentare dove le pulsioni xenofobe e razziste legaiole, al sapore poujadista e fortemente autoritario, unite alle tendenze neofasciste revansciste di una destra che ancora esiste e persiste, inquina, la realtà che aspira a diventare "popolare ed europea" alle prese con evidenti "correnti" apologetiche e molto nostalgiche.
La caduta di Roma nelle mani dell'alemanno invasore, ricordo una vignetta di Vauro su Il Manifesto del 25 aprile del giovane guerrigliero romano contro il barbaro minaccioso, è grave per la dimensione nazionale delle conseguenze che da essa derivano.
Ma sul piano locale penso a quello scritto da Marco d'Eramo sulle pagine de Il Manifesto, dove paventava una serie di aggressioni al territorio dell'urbe, dove gli appetiti palazzinari delle varie "bande della Magliana" esistenti, dei "Ricucci quotidiani" dell'agro pontino, si affacceranno e determineranno la linea di una devastazione ambientale senza precedenti. Ma la privatizzazione del territorio sarà anche presente nell'espropriazione di spazi pubblici e aperti, di luoghi di contaminazione attiva, di aggregazione sociale alternativa, imponendo quel pensiero unico prevaricante che è tipico della logica affaristica. Sul piano culturale, poi, avremo vere e proprie repressioni del "diverso", dell'"altro", di colui che è debole, emarginato, magari in Italia perchè fuggitivo da situazioni disperate, magari in Italia perchè nomade e alla ricerca di una garanzia e difesa della propria autonomia di cultura. Avremo sgomberi magari condotti con il pugno di ferro alla "decorato", come ne è esempio Milano in questi ultimi decenni, avremo periferie presidiate, isolate, ingabbiate, accerchiate per insediare nelle persone quella paura del diverso, già presente e alimentata per, poi, strumentalizzarla, come il grave fatto che ha sconvolto Roma qualche giorno fa, di violenza su una donna, e da subito opportunisticamente cavalcato elettoralmente dall'"alemanno" per guadagnare consensi. La volontà è sempre la stessa: mettere l'uno contro l'altro armati alla base della piramide, soffocando spazi di partecipazione e permettendo, così, una libera e autoreferenziale gestione del pubblico in modo affine ai propri interessi economici individuali e corporativistic, è occasione per dirlo in presenza di una destra rieditata romana.
Il centrosinistra non è riuscito a mobilitare alle urne le stesse persone che avevano, al primo turno, riversato il proprio consenso su Rutelli: neppure tutte e tutti coloro che hanno scelto Zingaretti alla Provincia, rendendolo vincente, fortunatamente anche se il valore condizionante della provincia è sempre molto limitato, hanno scelto Rutelli per il Comune. Molte e molti si sono astenuti.
Mi meraviglia Federico Rampini di Repubblica che accusa la sinistra di avere "tradito", die ssere stata l'organizzatrice di una serie di franchi tiratori, addirittura accusando le forze che ne fanno parte di avere tollerato che molti propri elettori facessero voto disgiunto scegliendo Alemanno. Ma credo che siamo ai limiti della "fantapolitica" e del je accuse senza riflessione e ponderazione.
Io vorrei solo sottolineare che l'astensione è aumentata, era già alta al primo turno rispetto al 2006, e al secondo è duplicata. Molte persone hanno preferito andare a Ostia piuttosto di votare Rutelli. Lo so: sarebbe stato giusto recarsi alle urne, avrei voluto votare anch'io, pur essendo residente a Milano, soltanto per dare un voto in più contro una destra irresponsabile e impresentabile, inquietante, revanscista. L'appello che le varie pagine de Il manifesto e di liberazione testimoniano l'alto senso "frontista" che ha animato gli accorati inviti di andare a esprimere la propria preferenza per Rutelli sindaco per evitare l'imbarbarimento democratico e civico della capitale. Non è colpa della sinistra pensando ad arcane e roccambolesche dietrologie, caro Rampini. E' il fatto che molte persone non si sono arrecate alle urne: e bisogna domandarci il perchè e non cercare di trovare difese insensate e infondate che possano scagionare le responsabilità di molti. Io non me la sento, ora, di accreditare la responsabilità a questo o quell'altro partito della coalizione di centrosinistra, ma è chiaro che anche il PD ha le sue grosse responsabilità che vengono da lontano, da scelte che hanno abbassato, eliminato, la pregiudiziale antiberlusconiana come pregiudiziale antifascista unitaria contro una destra nazionale antieuropea. Forse il leader plebiscitariamente eletto alle primarie dovrebbe rivedere le proprie "tattiche" per ora un po' difettose.
Se non si riesce a fare una seria analisi del fatto che coscienze antifasciste e democratiche non siano state neppure sfiorate dalla necessità presente e rilevante di evitare la vittoria di una destra di questa pericolosa matrice neofascista, preferendo astenersi.
Forse se si riuscisse a pensare a questo e a cimentiarci in una seria analisi sociologica e culturale del perchè dell'astensionismo, si potrebbe sperare che le prossime volte non ci sia quell'aumento costante di astensioni, che avrà una radice, una causa, senza trovare subito, come è tradizione, il colpevole fisico o, peggio, colpevolizzare chi non si è presentato alle urne.
Ripartiamo con un altro metodo, perchè i tempi sono molto bui e grevi. E forse occorrerebbe riflettere sul fatto che chi vuole affossare la sinistra forse diventa spettatore passivo di virate spaventose verso destra.

Alessandro Rizzo