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Sabato, 12 Aprile, 2008 - 18:04

Al governo troppo pazienti, ora lavoriamo per una vera sinistra

Bertinotti: «Al governo troppo pazienti, ora lavoriamo per una vera sinistra»
Il candidato Arcobaleno in Campania: «Il Mezzogiorno è un banco di prova di tutti i governi e di tutte le forze politiche»
Ilaria Urbani
Napoli
il manifesto 10 aprile

Non c'è un tema toccato da Bertinotti, in chiusura del suo viaggio in Campania, che ieri non abbia scaldato gli animi dei cittadini e militanti giunti in piazza Dante a Napoli per ascoltarlo: dal lavoro all'immigrazione, dall'ambiente alle mafie, il Mezzogiorno negli ultimi anni ha infatti conquistato un serie di primati negativi. A partire dalla questione della camorra i cui processi sono stati paragonati dal candidato premier della Sinistra arcobaleno quasi alla vendita dell'anima al diavolo. «C'è un veleno in un posto di lavoro dato dalla camorra perché per quel posto ce ne sono centomila che vengono distrutti. Non è più ammissibile il silenzio, la camorra strangola il territorio ma è anche vero che la frontiera tra legalità e illegalità a volte diventa incerta grazie anche alla complicità tra politica ed economia».
Inevitabile quindi la condanna di una classe dirigente che non ha saputo arginare le ingerenze delle organizzazioni criminali nelle questioni economiche. «Il Mezzogiorno è un banco di prova delle politiche di tutti i governi e di tutte le forze politiche. La Sinistra arcobaleno fa del Mezzogiorno il punto di svolta dopo le politiche economiche liberiste in Italia che hanno prodotto disoccupazione e precarietà in tutto il paese e un attacco sistematico al diritto e al potere dei lavoratori». E, poco prima a Caserta, Bertinotti aveva ricordato che «occorre fare tanto ancora per la sicurezza sui luoghi di lavoro», deponendo un fascio di fiori a corso Trieste dove ha perso la vita un operaio di 39 anni cadendo da un'impalcatura.
Un passaggio poi Bertinotti l'ha rivolto al suo avversario Veltroni che era a pochi chilometri da lì, in piazza del Plebiscito. «Dico a Veltroni che quelli che accusano la sinistra massimalista di aver fatto cadere il governo, sbagliano. Forse abbiamo avuto fin troppa pazienza. Il governo è caduto a causa dei moderati, a causa di Mastella e Dini e la sinistra ha ingoiato una serie di bocconi amari pur di riuscire a intraprendere il superamento del precariato per una politica sui salari e sulle pensioni. Non ci siamo riusciti e ora ripartiamo dall'opposizione». Ma per spiegare le ragioni di «una scelta di parte», poi il leader della Sinistra arcobaleno si rifà alle parole di Gramsci: «Il compito dei rivoluzionari è provare e riprovare, non siamo riusciti a cambiare le cose in tema di lavoro e diritti stando al governo, vuol dire che ci riproveremo da fuori perché il nostro non è solo un cartello elettorale, ma è un progetto che iniziamo insieme per consegnare una vera sinistra alle generazioni future».A ascoltarlo una folla composta dagli operatori sociosanitari precari, disoccupati organizzati, pensionati, migranti e studenti. «Prodi - ha sottolineato Bertinotti - ha risanato i conti ma non i bilanci della famiglie e dei lavoratori». E sul Qurinale: «Qello che ha detto Berlusconi è indicibile: abbiamo tutti il dovere di preservare l'importanza e il valore del capo dello stato, come espressione dello spirito della Repubblica».