.: Eventi

« Aprile 2024
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          

.: Candidati

.: Link

Pagina Personale

.: Ultimi 5 commenti

.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Giovedì, 3 Aprile, 2008 - 12:16

«Sì a pensione a vedovo gay»

«Sì a pensione a vedovo gay»
Alberto D'Argenzio
Bruxelles
da Il Manifesto 2 aprile 2008

Nella pensione di reversibilità non si possono fare differenze tra coppie gay ed eterosessuali e nemmeno tra diritti determinati da un matrimonio e quelli derivati da un'unione di fatto, questo ha stabilito ieri la Corte di giustizia del Lussemburgo. La sentenza emessa rappresenta una pietra miliare per i diritti degli omosessuali, un passo in avanti però limitato a quei paesi che in una qualche maniera riconoscono uno status alle coppie di fatto, etero e gay. L'Italia rimane quindi ancora una volta tagliata fuori, troppo legata ai suoi ritardi legislativi e culturali.
«Salutiamo questa decisione che va nella direzione della lotta alla discriminazione - commenta la portavoce del commissario al lavoro Vladimir Spidla - il diritto a pretendere il pari trattamento dipende però dalla presenza o meno negli Stati membri di una legislazione che non discrimina le coppie gay nel diritto di famiglia. E ricordiamo che spetta agli stati membri legiferare sul diritto di famiglia, non alla Commissione». Anche l'Ilga, l'Associazione internazionale di gay e lesbiche, canta vittoria, pur con un pizzico di amaro in bocca: «La sentenza - afferma Patricia Prendeville, direttrice di Ilga Europa - elimina una discriminazione ma ne crea un'altra: i gay, le lesbiche e i transgender della Ue sono divisi in due categorie, tra chi risiede in un paese in cui può chiedere la pensione di reversibilità e chi in uno in cui è impossibile. Attendiamo con impazienza che la Ue elimini questa discriminazione basata sulla nazionalità e/o sul luogo di residenza». Peccato che fino ad ora Franco Frattini, ossia il commissario competente (al momento autosospesosi per la campagna elettorale), si è ben guardato dal prendere qualsiasi iniziativa per perorare il riconoscimento dei diritti dei gay, anche quelli maturati, per esempio, da una coppia italiana che si sposa in Spagna, Olanda o Belgio e poi torna a vivere in patria. E dire che questo è un ambito in cui Bruxelles ha margine di azione.
Tornando alla pensione di reversibilità, questa vittoria è il frutto di una battaglia personale, quella del tedesco Tadao Maruko. Nel 2001 Maruko costituiva un'unione solidale a norma di legge (tedesca) con il suo partner, di professione costumista teatrale e come tale iscritto fin dal 1959 alla Versorgungsanstalt der deutschen Bühnen, la cassa del personale artistico dei teatri tedeschi, l'Enpals teutonico. Nel 2005 il convivente di Maruko moriva, e allora quest'ultimo chiedeva alla Versorgungsanstalt di usufruire di una pensione di reversibilità, in quanto vedovo-partner. La domanda, però, veniva respinta: i partner superstiti di unioni solidali non hanno tale beneficio, diceva l'Enpals tedesca. Di diverso avviso la Corte Ue del Lussemburgo.