.: Discussione: Milano Expo 2015: Cittadini condannati alla protesta o coinvolti nelle proposte?

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Lorenzo Cerati

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Inserito da Lorenzo Cerati il 1 Maggio 2008 - 20:20
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L'expo porterà finanziamenti. Milano ha bisogno, come opere di grandi dimensioni, di una rete infrastrutturale, in particolare di metropolitane e collegamenti ferroviari con gli aeroporti. Qui bisognerebbe investire, collegando l'area dell'expo, magari progettando una linea sotterranea a Nord di Milano.
Il simbolo, per l'expo, è l'ultimo dei problemi, (e le motivazioni dell'expo stridenti e contraddittorie, tanto che è meglio non entrare nell'argomento dei valori, considerato che già oggi l'aumento dei prezzi dei cereali crea un problema vero di alimentazione nel mondo e non è chiaro cosa sarà messo in mostra su questo tema nel 2015, se OGM, nuove macchine agricole, cosa? non certo un salone dei sapori formato globale, mi auguro)
Una coerenza auspicabile starà nel costruire meno parcheggi possibili, ad esempio, e per ogni punto di attrazione progettato pensare alla sua raggiungibilità con i mezzi pubblici, nell'applicare a Milano principi di risparmio energetico.
L'estetica dei nuovi manufatti sarà importante più della loro simbologia, che è un mito molto presente nel dibattito culturale milanese ma che non ha secondo me motivi umanamente percepibili per la propria esistenza.
Vivere in una città bella, come lo sono Roma o Parigi, ad esempio, porta uno stato d'animo diverso dal vivere in una città contratta dal vincolo della simbologia, di una giustificazione morale che poi non è rivolta al costo dell'opera, ma solo ad un impressione che le opere per il loro aspetto fanno ad un misterioso pudore.
Bella può voler dire con bei parchi, begli edifici, senza auto sui marciapiedi, con la gente in bicicletta, viali alberati, il problema non è certo lasciare un simbolo a futura memoria, il problema è fare una città all'altezza della complessità dei suoi dibattiti concettuali, una città dove la gente possa vivere e muoversi anche a piedi.
City life come è noto con l'expo non centra e sarà costruito con i soldi delle compagnie assicuratrici, se ne è già discusso moltissimo e il progetto pare sarà modificato prendendo atto delle richieste degli abitanti della zona, l'architettura di Milano, non compiuta, dove ci sono zone da costruire deve sperimentare, significa allargare il campo delle suggestioni estetiche cui la città può attingere, prendendo magari dall'estero quello che oggi in Italia non c'è.

Un problema di tutta la nostra economia e non solo di Milano è l'accentramento di potere e risorse, mentre bisognerebbe favorire la piccola iniziativa privata e sviluppare tutto quello che è pubblico, a questo scopo consiglierei di opporsi se ad esempio dovessero progettare un nuovo centro commerciale nell'ambito delle strutture correlate all'expo, cosa che non avrebbe senso ma che non mi stupirebbe.

La speranza nel futuro la potrebbero dare: la varietà, l'apertura al mondo, il senso che l'iniziativa individuale possa portare a qualcosa, quindi la presenza di tanti soggetti che possano muoversi in maniera autonoma nell'imprenditoria, o nella produzione creativa (letteraria o artistica che sia), o nell'editoria o dovunque ci sia da pensare. E' chiaro che non è l'expo a dover fare questo, ma è il clima nella gestione del comune a poterlo fare.
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 30 Apr 2008 - 22:11
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