.: Discussione: Milano Expo 2015: Cittadini condannati alla protesta o coinvolti nelle proposte?

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 30 Apr 2008 - 22:11
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Da ViviMilano - caso del giorno:
http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2008/04_Aprile/30/caso.shtml

Un prato è la speranza per l'Expo dei valori

Quale potrebbe essere il simbolo dell’Expo? Un edificio, un museo, un monumento, un parco? La proposta di Scaparro: «Aulì Ulè»

Caro Schiavi, ho letto le ultime dichiarazioni di Renzo Piano. Non posso dire di condividere tutto (in particolare, il suo timore che l’Expo scateni la corsa all’oro). Mi conforta però il suo giudizio positivo sul senso globale dell’evento, e come lui mi auguro che l’Expo possa aiutarci a rendere migliore la nostra città. Tra i vari argomenti, Piano si sofferma brevemente sulla vexata quaestio del simbolo dell’Expo. E ci offre due suggerimenti preziosi. Il primo, è l’invito a creare qualcosa che possa essere utilizzato e amato dalla città. Il secondo, è avere il coraggio di stimolare con concorsi l’emergere di nuove idee e di nuovi talenti, lasciando spazio ai giovani. Non so quale potrebbe essere il simbolo dell’Expo: un edificio, un museo, un monumento, un parco. Non è molto importante. In linea teorica, troverei più coerente che fosse fuori Milano, per dare maggior forza al legame che esiste tra la città e la sua area metropolitana. Lasciamo spazio ai talenti, con fiducia. L’idea giusta arriverà.

Franco De Angelis

Caro De Angelis, credo che la corsa all’oro per l’Expo sia già cominciata con il rialzo dei titoli immobiliari per i proprietari delle aree interessate all’esposizione; il secondo round sarà quello dei megaingaggi e delle consulenze, e il terzo la destinazione delle risorse, quei 20 milioni di euro che pesano come una Finanziaria. Anch’io, come tutti, mi auguro che l’Expo ci possa aiutare a rendere migliore Milano ma, senza pregiudizi, aspetto i fatti. Per ora il mio entusiasmo si è acceso attorno a un progetto che mi ricorda una vecchia canzone di Morandi che cominciava così: «C’è un grande prato verde dove nascono speranze...» Il progetto si chiama Aulì Ulè, è un parco per la memoria dei bambini, l’ha proposto Fulvio Scaparro e ha già un esercito di fans tra i lettori del Corriere. Voglio pensare che l’Expo si ritrovi in un simbolo così, capace di dare speranza al futuro. Non abbiamo bisogno di torri, ma di riscoprire i valori che contano.

Giangiacomo Schiavi

30 aprile 2008

Sempre da ViviMilano:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/04_Aprile/30/citylife_moratti.shtml

Il sindaco ha ribadito che il progetto CityLife deve andare avanti

La Moratti dà via libera ai grattacieli «storti»


Sgarbi: Berlusconi resta contrario. Majorino (Pd): sui grattacieli il centrodestra ha dato vita a uno spettacolo indecente

MILANO - Il grattacielo «sbilenco» di Libeskind? Si farà. Il sindaco Letizia Moratti ha dato via libera al progetto CityLife in Fiera. L'assessore all'Urbanistica, Carlo Masseroli porterà in giunta la variante il 9 maggio (o al massimo il 16) e due giorni dopo la società che sta realizzando l'intervento procederà alla demolizione del padiglione 20. Quindi, semaforo verde. Il sindaco, due settimane fa, subito dopo le elezioni politiche, in una riunione ristretta, si è limitata a una battuta laconica: «Su CityLife andiamo avanti». E c'è da capirla. La questione è delicatissima.

La posizione assunta dal premier in pectore Silvio Berlusconi è durissima. Ed è stata reiterata pochi giorni fa all'assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi: «Quella di Berlusconi non è una boutade - attacca il critico d'arte - Mi ha detto e ribadito che fino a che lui sarà vivo, quei grattacieli sbiruli non si faranno. Me lo ha confermato anche Gianni Letta ». Grande prudenza. Ma anche la necessità di sfidare le ire del Cavaliere. Il progetto, frutto di un concorso, è in una fase troppo avanzata per poter apportare delle modifiche strutturali. Innescare una reazione a catena potrebbe avere degli effetti imprevedibili. Possibili ricorsi, blocchi dei lavori, ripercussioni sulla Fiera che con i soldi di CityLife ha costruito i nuovi padiglioni di Pero-Rho.

E soprattutto, l'Expo alle porte: arrivare al 2015 con la vecchia Fiera in disarmo non sarebbe un bel biglietto da visita. Da qui la decisione di procedere con la variante che prende atto della realizzazione della fermata della metropolitana, lo spostamento e l'interramento delle aree commerciali, il conseguente allargamento del parco (circa 10mila metri quadrati in più), lo spostamento di alcuni edifici residenziali all'interno del perimetro (per venire incontro alle richieste dei residenti che criticavano la realizzazione di case troppo alte sui confini dell'ex recinto fieristico) e il ridisegno delle vie pedonali in connessione con le strade esistenti. Dopo l'approvazione bisognerà aspettare tre mesi per le osservazioni. A quel punto la giunta approverà il progetto in maniera definitiva.

Resta l'avvertimento di Sgarbi. «La città non può essere decisa da tre architetti. È quello che ripete Berlusconi. Non può accettare che Milano abbia architetture del genere. E se fosse provato che il progetto di Libeskind è un progetto già presentato altrove e bocciato sarebbe la riprova che non sono stati concepiti per Milano, ma sono caduti sulla città. Sarebbe gravissimo ». Insomma, situazione delicata. Complicata ancor di più dalla posizione dei comitati dei residenti

«La vera e unica "macchia indelebile"
del progetto CityLife - attacca il verde Enrico Fedrighini non è la forma delle torri né lo sviluppo in verticale della città: la vera macchia è stata una scelta urbanistica compiuta dall'attore privato con l'unico obiettivo (legittimo) della massima rendita, e che ha visto invece l'attore pubblico, il Comune, nel ruolo di osservatore defilato e marginale al momento della scelta progettuale. Questo è il modello da non seguire in vista di Expo». «Sui grattacieli il centrodestra ha dato vita a uno spettacolo indecente - attacca Pierfrancesco Majorino, Pd - Mi mi auguro che le battute di Berlusconi non siano fatte apposta per intimidire qualche privato. Il progetto in sé può essere utile, ma il centrodestra ha gestito il progetto CityLife come il giardino di casa sua, senza nessun tipo di confronto pubblico».

Maurizio Giannattasio
30 aprile 2008

In risposta al messaggio di Fiorella De Cindio inserito il 2 Apr 2008 - 10:45
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