mi sembra che il centro per lo sviluppo sostenibile di cui parla il sindaco sarebbe più sostenibile se fosse virtuale, di associazioni per lo sviluppo nel mondo ce ne sono già in ambito ONU ad esempio; a Roma ha sede la FAO e sul suo conto, come su quello delle organizzazioni solidali più o meno governative, ci sono spesso critiche, sono grossi enti burocratici la cui efficacia è spesso messa in dubbio.
 Se ci si vuole porre un obiettivo, Milano dovrebbe diventare città ecologica, adottare tutte le soluzioni possibili per il risparmio energetico, dotarsi di una viabilità ciclabile e pubblica sull'esempio dei paesi più progrediti, e già in questo campo siamo molto indietro rispetto alle città del centro europa. 
L'expo deve essere integrata in un progetto più ampio, che prima ancora di proporre Milano come modello sappia riconoscere chi rispetto a Milano è più avanti, e oggi sono molte città. La potenza di Milano oggi  sta nei suoi numeri finanziari, mentre gran parte del suo spirito avanguardistico e innovativo si è perso da diversi anni.
Ricordiamoci che l'esposizione universale dei nostri tempi non è come quelle di Londra o Parigi dell' 800, ma quella  di Hannover o Siviglia, cioè una grossa fiera e niente più,  manteniamola nelle giuste proporzioni, così come è riduttivo fare di Milano la "città della moda", sarà riduttivo farne la città dell'expo 2015, pena un inevitabile fallimento, almeno rispetto a delle aspettative che si stanno montando smisuratamente. A Milano nel 2015 ci sarà, tra le altre cose, una fiera (sperando non passi pressochè inosservata) degli anni precedenti e di quelli successivi bisogna comunque che qualcuno se ne occupi.