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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Martedì, 25 Marzo, 2008 - 22:04

Emma Bonino ai giovani: nessuno vi può garantire

Ho ascoltato su Repubblica online, precisamente nella pagina Repubblica TV, le risposte che la candidata Emma Bonino, del Partito Democratico, ha dato ad alcune domande fatte dalle lettrici e dai lettori.
Una domanda mi ha fortemente interessato, forse per il suo contenuto che ritengo essere molto importante, forse per l'aspetto politico delle risposte che sono state date che, a parere del sottoscritto, sono fortemente disarmanti e prive di prospettiva: sto parlando della questione sul voto dei giovani, dove si dichiarava che molte intenzioni di voto e di scelta ricadono sulle forze politiche del centrodestra. Ci si chiedeva, e me lo domando in primis anche io, da che cosa è dovuta questa opzione, dato che, come si sa, il centrodestra in 5 anni di governo Berlusconi ha garantito solo maggiore precarietà non solo lavorativa, elemento già di indicazione di un livello di inciviltà notevole, ma anche esistenziale, essendoci la totale negazione della possibilità di autodeterminarsi come soggetto attivo, progettando il proprio futuro. Emma Bonino ha risposto con coerenza, devo dire, ma con frasi e concetti che definirei fortemente nichilisti e invitanti i giovani a considerare come dato di fatto, quasi in un'enunciazione apologetica del sistema di mercato globalizzato e uniformante, l'attuale situazione che obbligherebbe ad accettare senza se e senza ma una condizione di lavoro temporale, a tempo determinato, magari a semplice progetto della serie "ti uso e ti getto", magari a basso costo sociale, magari senza garanzie assicurative e previdenziali, magari senza diritti, questo è chiaro dato che si tratta di occupazioni atipiche diventate drammaticamente tipiche, dove anche la maternità diventa un elemento di discriminazione notevole e tragico.
Emma Bonino a questa domanda risponde semplicemente che ora per il Partito Democratico c'è maggiore libertà di prevedere politiche per i giovani senza nessun tipo di restrizione e di ridimensionamento della portata delle stesse, dato che esiste una distanza verso la sinistra comunista e verso un opportunismo di centro. Credo che già qui si debba rispondere data la portata dire accusatoria di certe aggettivazioni. La distanza verso la sinistra che, in senso uniformante e omologante, definisce essere solamente comunista, con termine che rieccheggia la caccia alle streghe indetta da Berlusconi da tempo ormai, in modo strumentale e fazioso, potrebbe garantire al PD scelte più coraggiose in tema di flessibilità dei rapporti di lavoro: la ricetta della Bonino potrebbe, così, trovare compimento, dopo 2 anni di contenimento delle spinte ultraliberiste e fortemente sviluppiste da lei sempre professate. Le sue proposte? Non possono che essere convergenti con l'assioma che delinea la risposta che Emma garantisce e desprime nei confronti di migliaia di giovani che chiedono un futuro socialmente più sostenibile e il diritto di diventare soggetti attivi e partecipi della programmazione della propria vita, in libertà e autonomia: "nessuno ti può garantire" dichiara in modo disarmante. Ossia voi che antrate giovani nel mondo dell'attuale mercato del lavoro lasciate, come un Dante condotto da Virgilio, ma senza Virgilio, ogni speranza fuori da questo inferno esistenziale e sociale, dove la logica del darwinismo economico e sociologico del motto "homo homini lupus, ergo bellum omnium contra omnes" impera in modo indefesso, inderogabile, continuativo, senza soluzione di continuità alcuna. Ma Emma si pronuncia come fosse una mamma che sa bene cosa vogliono i propri figli, in quanto li conosce come le proprie tasche, dicendo che da parte dei giovani esiste non "la richiesta di protezione ma di opportunità, ossia aprire porte e finestre". Si deduce che se tu entri nel mercato del lavoro, a prescindere dalla tua formazione professionale, che diventa sempre più obsoleta e inadatta con le logiche produttivistiche attuali dell'iperliberismo che rende la lavoratrici e e il lavoratore una mente d'opera al servizio assoggettante e assoggettato del profitto aziendale, devi accettare, se ancora hai velleità di coperture future previdenziali e di una pensione assicurata, di una minima copertura sociale qualora tu fossi soggetto a infortunio sul luogo di lavoro, cosa che capita ultimamente con una certa frequenza, la logica che impone il sistema attuale del mercato del lavoro voluto e decretato dall'economia della finanziarizzazione della ricchezza. Perchè? Semplicemente non esiste, dice Emma "nessuna alternativa alla globalizzazione" e quindi invita con tono scherzoso i giovani a "mordere il mondo e la vita", avendo più coraggio e rischiando di più.
Io credo che in queste parole, ripeto in un'ottica di coerenza intellettuale della Bonino, colei che nel 2000 ha presentato dei quesiti referendari dove si chiedeva di abrogare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, dove si chiedeva di abrogare la ritenuta sul proprio stipendio per il rinnovo d'ufficio dell'adesione ai sindacati, ci sia un inquietante disegno che non può sposarsi con delle proposte che fino a ieri venivano lanciate dai palchi dal candidato alla presidenza del consiglio per il PD, Walter Veltroni. dove si dichiarava con tanto slancio propagandistico che ci saranno salari minimi per i precari. Nelle parole di Veltroni, però, non esistevano enunciati quali: progressivamente superiamo l'atipicità dei contratti a tempo determinato, obbligando le aziende anche con incentivi fiscali ad assumere dopo la seconda volta di rinnovo del contratto atipico; richiedendo l'obbligo formativo, la continuità professionale nella progressione, senza creare dispersione formativa; prevedendo a forme di tutela sociale universali; concependo forme di contrattazione non aziendale, non decentrata, ma collettiva, nazionale.
"Non si può tutelare il posto fisso": si ostina a ripetere Emma. Ma mi domando: è opportuno dire ai nostri giovani che devono adeguarsi a una logica che vuole privarli totalmente di garanzie minime, quelle che sono state conquistate nei tempi e che neppure il Governo Fillon, su mano della presidenza Sarkozy, si è permesso di eliminarle? Credo che il PD stia aumentando la propria conflittualità interna dovuta alle contraddizioni palesi che sono nutrite al loro interno, dove un radicalismo iperliberista avanza non lasciando spazio a chi ancora oggi si ostina a pensare che il PD abbia spazio per chi propone un modello altro di società. Senza programmi chiari si è più vulnerabili verso i poteri forti egemoni: ed è questa la natura assoluta di un partito nato su basi che mettono insieme diverse anime confliggenti e che da tempo ha accettato di mettere tra i propri candidati di spicco figure del capitalismo neppure illuminato, magari democratico, come giustamente sostenuto e sottolineato anche da Gallino. 
Noto sem,pre maggiormente una certa deriva preoccupante.

Alessandro Rizzo