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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 30 Mar 2008 - 11:40
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Caro Sergio,
grazie per la risposta formulata in modo completo e decisamente interessante. Alcune riflessioni a quello che lei sostiene in modo argomentativo e coinvolgente.
Innanzitutto iniziamo dalla fine del suo intervento che ho letto con attenzione: dice che le kermesse sono bellissime ma mordere le calcagna degli amministratori pubblici produce di più.
Convergo ampiamente con questa affermazione, tant'è che il sottoscritto oltre a segnalare interessanti iniziative artistiche e culturali, che esprimono idee e valori, mi viene in mente la grande mobilitazione per il clima avutasi con un festival internazionale della musica, "Live 8", e che riescono a sensibilizzare coloro che non vengono a conferenze canoniche ma che sono coinvolti dalla forza dirompente dell'arte musicale, in questa circostanza, dicevo il sottoscritto è impegnato attivamente in consiglio di zona, 4 mi spiace non coincidere con la zona che lei vive nei suoi drammatici problemi ambientali, ma non è l'unica le assicuro a Milano, affinchè ci sia un contrasto alle non politiche di facciata dell'amministrazione, giustamente lei cita la non funzionalità del provvedimento dell'ecopass (ecotax forse semplifica meglio la sua portata e natura), "pannicello caldo per una tisi cronica", e una proposta politica in merito, ne abbiamo con i colleghi fatte diverse, a partire dalla richiesta di costituire in zona una ricicleria dei rifiuti, tema, questo, non solo presente come emergenza a Napoli ma anche a Milano, come bene lei descrive.
Non solo: ma i temi ambientali mi hanno sempre interessato e interessano diversi settori della nostra società. Il problema, come sottolinea bene Luca Mercalli, a una maggiore sensibilità ecologista della cittadinanza non corrispondono scelte amministrative adeguate a dare risalto agli obiettivi da raggiungere in tempi brevi, brevissimi, siamo in ritardo dice Al Gore, e lo siamo veramente, in materia di difesa dell'ecosistema e dell'equilibrio bioclimatico sostenibile e umanamente compatibile.
Ho un'impressione: molto ambientalismo moderno è ambientalismo di superficie, magari propagandistico, fortemente strumentale. Non corrisponde a questo un impegno effettivo e interessante utile a dare risalto a un percorso di abbattimento dei fattori e delle cause che conducono a uno squilibrio ecologico forte. Io parlo degli insufficienti e risibili, pretestuosi, provvedimenti della Giunta milanese in merito di politiche di gestione del traffico: da una parte si provvede a inserire come sperimentazione, ricordiamolo, quindi temporale, l'ecopass solo per le zone del centro e solo in alcune fasce di orario giornaliero; dall'altra si costruiscono raccordi di strade statali e provinciali di innesto nel tessuto cittadino, nella mia zona come consiglieri de La Sinistra, L'arcobaleno, stiamo opponendoci all'arrivo della Paullese in città, in pieno centro abitato, che apporterebbe chiaramente un aumento del traffico veicolare, un aumento delle emissioni di anidride carbonica, di polveri sottili, una maggiore pericolosità per il passaggio pedonale e ciclistico in un quartiere, quale quello adiacente a Brenta e quello adiacente a Piazzale Cuoco, ad alto tasso residenziale. Non solo. Ma altre scelte, questa volta si badi bene della commissione amministrativa istruita ad hoc per la valutazione dei progetti di intervento per la costruzione di parcheggi sotterranei (eredità di un Albertini commissario e padrone assoluto del traffico), sono assolutamente controtendenti a questa linea di politica ambientale di superficie, di apparenza: sto riferendomi specificatamente ai progetti di intervento integrato per l'edificazione di parcheggi sotterranei in zone e vie che non sono compatibili ad assorbire un numero elevato di autovetture e di non sono adeguate urbanisticamente a ospitare non solo i lavori di costruzione, ma anche il flusso veicolare continuo che deriverebbe dall'edificazione del parcheggio. Mi riferisco a vie storicamente sostenibili a livello ambientale e urbanistico, per l'avanzata progettazione e la sua sperimentalità, quale via Frapolli, oppure Via Cena, oppure in Sant'Ambrogio, che sta arrecando dissesto a un'area che dovrebbe essere pedonale e garante di un rispetto delle bellezze archeoglogiche e artistiche presenti. Ma altri parcheggi aumenta la presenza esponenziale di veicoli automobilistici privati e incentiva all'ìutilizzo, abitudine già ampiamente consolidata nel DNA dell'italiano medio.

La politica potrebbe in questo ambito cambiare le abitudini e i costumi delle persone e rendere l'uso dei mezzi pubblici o della bicicletta, vedi Velib a Parigi e il suo ottimo successo, concorrente e preferibile a quella del mezzo privato. A Milano non vedo questa tendenza, anzi vedo una filosofia contraddittoria e inutile presente dietro ai vari provvedimenti espressi.

Forse vedere, in questo caso, le buone pratiche attive in altre amministrazioni di grandi città europee, come Berlino, Londra, e Parigi appunto, potrebbe aiutare a provvedere a costruire una politica seria, coerente e completa in campo ambientale e di gestione ecosostenibile del traffico.
Io cerco, da opposizione, a lavorare in questa direzione.

Un caro saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
In risposta al messaggio di Sergio Caramazza inserito il 23 Mar 2008 - 19:50
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