.: Discussione: Eterno problema alloggi a Milano. La “ciliegina” del 2008.

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Antonella Fachin

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Antonella Fachin il 24 Ott 2008 - 16:00
Leggi la risposta a questo messaggio accedi per inviare commenti
Da ChaimaMilano del 24 ottobre 2008.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
www.lasinistrainzona.it
----------------------------------------------
PIANO CASA: LE PROMESSE E I FATTI
“Il più grande Piano Casa dall’unità d’Italia ad oggi” per l’Assessore alla Casa Gianni Verga. Guardando carte e i numeri l’ottimismo cala

Il Piano
46 aree, 1 milione e duecentomila metri quadrati di territorio comunale, 20mila nuovi alloggi; cifre importanti, in effetti.
Ma qual è l’effettiva realizzabilità di un disegno tanto ambizioso?
Ce lo spiega Carmela Rozza, consigliere Comunale del Pd ed ex Segretaria provinciale del Sunia ( ascolta l’intervista)
“Di quelle 46 aree, almeno 17, secondo l’analisi del 2005 del Cimep (consorzio intercomunale milanese edilizia popolare) risultano inutilizzabili perché già destinate ad altre funzioni”. (vedi tabella)
Grazie alla Legge Borghini emanata dalla Regione nel 2005, infatti, è diventato possibile utilizzare aree a standard per l’edilizia popolare. E così nel calderone del Piano è stato buttato un po’ di tutto, senza prestare troppa attenzione alla realizzabilità concreta della conversione d’utilizzo: aree occupate da parchi pubblici, mercati rionali o parcheggi Atm, terreni che ricadono nel vincolo dei Navigli o attraversati da elettrodotti pericolosi, spazi a vincolo cimiteriale o ancora da acquistare. L’Assessore Verga ( ascolta l’intervista) nega l’esistenza di una perizia del Cimep, ma assicura che, qualora le aree venissero ritenute non idonee, si procederebbe nella ricerca di altre soluzioni. Conferma insomma che è stato messo sul tavolo un Piano senza certezze sulla sua realizzabilità.
Un’altra questione riguarda le tempistiche; secondo il Piano nel giro di dieci anni nelle 46 aree indicate sorgeranno 20mila alloggi.
Per ogni singolo progetto, però, l’iter burocratico prevede prima una valutazione della Commissione urbanistica, poi l’approvazione del Consiglio Comunale, infine l’individuazione delle volumetrie da destinare ai servizi soppiantati (quelle zone a verde o quei mercati che dovrebbero essere ricollocati). Difficile, visti i tempi biblici che contraddistinguono i percorsi burocratici e amministrativi, che la tabella di marcia possa essere rispettata.

Lavori in corso
Attualmente sono in corso due progetti riguardanti 8 delle 46 aree comprese del Piano.
“Abitare a Milano 1” e “Abitare a Milano 2” porteranno in totale 1040 nuovi alloggi. Solo quelli di via Gallarate però saranno pronti nel 2009; per tutti gli altri bisognerà pazientare un po’. Secondo i dati forniti dall’Assessore Verga per la spesa prevista di 162 milioni di euro il Governo non avrebbe scucito un euro; 140 milioni li avrebbe messi il Comune, i restanti 22 la Regione.
“Quei soldi il Comune li ha presi dai fondi Prerp (Programma Regionale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) del 2001 dell’allora Governo D’Alema, quindi sono di fatto soldi statali”- chiarisce Carmela Rozza.
Infine sono in corso i bandi per le aree destinate ad Housing Sociale su cui, ottimisticamente entro il 2015, dovrebbero nascere 3380 nuove abitazioni.

Progetti in “stand by”
Dal rapporto fornitoci dall’Assessore Verga il Comune starebbe aspettando oltre venti milioni di euro dal Decreto Martinat del 2006. Questo ammanco comporterebbe il blocco degli interventi previsti su Via Tofano, Quarto Oggiaro, via Solari, Via Scaldasole e via Lemene.
“Alcuni di questi soldi sono stati messi a bilancio; non tutti perché erano vincolati al programma di realizzazione. Ciò significa che se il Comune non fosse stato così lento nelle procedure, sarebbero già arrivati tutti i soldi”-denuncia Carmela Rozza.
E di fatto solo per le Torri di Via Tofano, dopo infinite attese, si sta procedendo allo sgombero e alla demolizione in vista della ricostruzione,
Per Quarto Oggiaro non c’è ancora un progetto esecutivo, in via Solari era stato aperto soltanto uno Spazio Abitare che poi è stato chiuso, su via Scaldasole e via Lemene non esistono ancora progetti.
Altri interventi riguardano via Paravia, viale Lombardia, via Presolana e via Solari. Per questi e per il recupero di alcuni alloggi Aler, il Governo Prodi (attraverso il Decreto 159/2007 e previo accordo di programma con Regione e Comune) aveva messo a disposizione circa 50 milioni di euro.
Quattrini mai arrivati, lamenta anche questa volta l’Assessore Verga.
Ma Carmela Rozza ci spiega che la questione è ben più complessa.

Il ruolo del Governo

Il nocciolo sta nella legge 133 del 6 Agosto 2008, articolo 11, comma 12, con la quale il Governo Berlusconi di fatto fa confluire nelle casse dell’attuale Ministero delle Infrastrutture e Trasporti le risorse stanziate precedentemente dal Governo Prodi.
Ai 550 milioni previsti dal Decreto 159/2007 (da cui per Milano Verga lamenta il mancato introito di 50 milioni), si aggiungono 60 milioni che dovevano essere ridistribuiti all’interno del programma “Contratti di quartiere II” (articolo 21-bis del Decreto 222/2007) e 100 milioni destinati alla formazione di apposite società di scopo per l’acquisizione e la realizzazione di edilizia residenziale pubblica (articolo 41) che ora il Governo destinerà alla creazione di un Fondo Immobiliare.
“In poche parole Berlusconi farà il suo Piano casa con i soldi finanziati dal Governo Prodi- denuncia la consigliera del PD- Non solo non aggiungerà un euro, ma sta anche impedendo ai comuni di iniziare a finanziare i progetti approvati precedentemente. Berlusconi ha rubato dalle tasche dei cittadini milanesi 50 milioni di euro”.
Il Piano casa del Governo non è ancora stato varato; per ora l’unica indicazione pervenuta ai comuni è quella di fare cassa vendendo il proprio patrimonio immobiliare secondo nuovi criteri che, come spiega la Rozza, cozzano con le vigenti leggi regionali e comunali.
In tal senso ci si sta già muovendo: la proposta di dismissioni del patrimonio Aler è appena stato presentato in Commissione Casa a palazzo Marino e prevede la messa all’asta di 173 alloggi vuoti e 11.680 occupati tra Milano e Provincia.
“A Roma si decide cosa, quando e con che soldi costruire- conclude la consigliera comunale- La sensazione è che si stia procedendo verso un centralismo, più che verso il decantato federalismo”.

Giulia Cusumano
In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 21 Set 2008 - 16:04
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]