.: Discussione: A Ponte Lambro un piano antidegrado

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 1 Maggio 2010 - 18:30
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Da chiamamilano di ieri 30 aprile 2010.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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IL MOSTRO “IMBATTIBILE”
L’ecomostro di Ponte Lambro è ancora lì, il degrado pure.

Sono passati vent’ anni, tre Giunte, e cinque mondiali di calcio. Sei con quello che sta per cominciare in Sud Africa.
L’ecomostro di Ponte Lambro, è ancora lì, all’interno del Parco Sud, nel limbo delle decisioni amministrative e dei cavilli burocratici, teatro di spaccio, degrado  e accumulo di rifiuti, meta di sbandati e malviventi.
L’ultima pagina nera di questa faccenda riguarda lo sgombero di lunedì scorso di alcuni gruppi di Rom che si erano accampati nell’area antistante al “palazzo fantasma”, di fronte a quell’albergo di 7 piani e 350 camere che doveva essere pronto  per i mondiali di calcio del ’90 e che non fu mai ultimato. 30 mila metri quadrati di superficie letteralmente abbandonati da due decenni.
Proprietaria del terreno e responsabile dei lavori è  la Beni Stabili Spa, che non riuscì a completare i lavori nel ’90 e l’anno successivo perse i diritti di edificabilità: la Consulta, nel '91, dichiarò illegittima la legge regionale che li aveva concessi e l'area tornò ad essere definita “golenale”, non idonea alla cementificazione per via della vicinanza con il fiume.
L’idea di abbatterlo fu presto accantonata; la proprietà si oppose e un eventuale ricorso alle vie legali, si giudicò, avrebbe allungato enormemente i tempi. Lo scheletro dell’albergo rimase lì, abbandonato a se stesso nella landa desolata, senza un progetto nè un piano per anni e anni.
Solo nel 2008 qualcosa sembrò muoversi. L’Assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli annunciò che era in corso una trattativa con la proprietà per costruire sulle basi già esistenti un campus universitario all'interno del quale sarebbero stati inseriti servizi a disposizione dell'intero quartiere. Il progetto prevedeva anche il risanamento dell' area fluviale del Lambro, con la creazione di un parco fluviale naturalistico di circa 17 ettari, collegato a Monluè da un percorso pedonale e ciclabile.
I lavori avrebbero dovuto partire entro il 2008, ma arrivò un nuovo stop sempre per una questione di vincoli urbanistici.
Da allora tutto tace: si è deciso di aspettare l’approvazione del Piano del Governo del Territorio, all’interno del quale ci saranno le nuove disposizioni legilslative che andranno a regolamentare la zona permettendone l’edificabilità. A restare, oltre all’ecomostro, il degrado e lo squallore circostante.
“Ho scritto una lettera all’Assessore Masseroli per sollecitarlo a chiedere alla proprietà del terreno una messa in sicurezza dell’area –spiega Marco Cormio, Consigliere comunale del Pd–. I rom sono un problema contingente. Naturale che vengano qui, dove trovano spazi ampi e abbandonati a se stessi. Sono anni che l’amministrazione non fa nulla per un’area che continua ad essere ricettacolo di spacciatori e di intrusioni abusive, e che compromette la vivibilità delle zone limitrofe”.
Se Masseroli non dovesse dare risposte esaustive in breve tempo, Cormio si rivolgerà all’assessorato all’Ambiente per chiedere l’avvio di un’ingiunzione alla proprietà. “E’ una questione igienico-sanitaria, prima ancora che burocratica –conclude Cormio–. Il Pgt non sarà deliberato definitivamente prima di un anno e mezzo, nel frattempo basterebbe quantomeno bonificare la zona”.

Giulia Cusumano
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 30 Apr 2010 - 09:24
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