.: Discussione: A Ponte Lambro un piano antidegrado

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 18 Feb 2008 - 17:13
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Da ViviMilano:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/02_Febbraio/18/ponte_lambro.shtml

Il piano

A Ponte Lambro un piano antidegrado

Nove borghi e un bosco, «isole» residenziali immerse nel verde. L'obiettivo? Guardare all'Expo, dimenticare i casermoni

Nove isole immerse in dieci ettari di verde, con un bosco a fare da cornice-barriera dove il quartiere finisce e inizia la tangenziale: un «parco lineare», che sarà cerniera tra via Mecenate e la Cascina Monluè. Sorgerà a Sud, tra il vecchio quartiere Ponte Lambro e la nuova oasi residenziale Santa Giulia, un insediamento per quattromila abitanti. Dove le rogge Spazzola e Spazzolazza accarezzano i campi prima di diventare torrente, ci sarà un quartiere pensato come un borgo, con servizi e negozi e, soprattutto, la piazza. «L'agorà è il vero tema del '900 che non siamo riusciti a risolvere — spiega l'architetto Maurizio De Caro, che ha prodotto il masterplan del nuovo insediamento —. La piazza torna ad essere il vero cuore del quartiere, non un grande slargo per sfrecciare sullo skateboard».

Quartiere popolare ma non solo. Perché l'intervento da 180 milioni di euro prevede un mix di tutte i possibili tipi di edilizia, sovvenzionata, agevolata, libera. Qui troveranno posto anche gli alloggi per le forze di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Come da intesa firmata lo scorso luglio da Comune e Regione che avevano sbloccato 15 milioni di euro di fondi statali destinati al progetto Ponte Lambro 2. Il masterplan racconta una cittadella che riprende la centuriazione romana, lo schema urbanistico-geometrico di una pianta di città che veniva tracciato con l'aiuto di una riga e di una squadra in ogni nuova colonia dove i Romani si stabilivano.

«C'è il collegamento con la città storica, alla quale il nuovo quartiere guarda. Oltre a voler dialogare con la vicina Santa Giulia». Nuovo anche il modo di pensare l'edilizia popolare, dimenticando le due Stecche— le case bianche — di via Ucelli di Nemi. «Partiamo dall'idea che l'estetica della città non è fatta solo dai quartieri a cinque stelle. E una città che mira all'Expo deve poter produrre quartieri a prezzi agevolati degni di essere mostrati». Innovazione, con le facciate esposte a Sud fatte di ampie vetrate e spazi aperti, e quelle a Nord che sembrano "corazzate" contro il gelo e il vento. Un ritorno alla grande tradizione delle case popolari, quella che nei primi anni del secolo scorso (quartieri Molise-Stadera) «hanno permesso a generazioni di architetti di sperimentare quando erano giovani».

Paola D'Amico
18 febbraio 2008