Vorrei che l’Expo fosse l’occasione per rendere più “umana” una città imbruttita più che altro dall’atteggiamento dei suoi abitanti e dei suoi amministratori; un buon modo di iniziare il percorso sarebbe senz’altro quello di renderla più attraente: città più piacevole significa abitanti meglio disposti verso di essa.

Allora: una città di pianura priva di caratteristiche orografiche significative (leggi: monti, mari, laghi, fiumi) diventa un luogo piacevole solo se ha molte e ben curate aree verdi fruibili dai cittadini. Dove curate significa anche controllate, in modo che non vengano deturpate dai soliti incivili, italiani o stranieri che siano.

Bene: nei fatti, stiamo andando verso quella direzione? La risposta è scontata: no. E il Parco Cascina Bianca è uno dei tanti esempi lampanti. Tutta la fascia esterna della zona Barona, che è dotata di una quantità di verde incredibile, potrebbe diventare un posto invidiabile. Penso a tutto ciò che si potrebbe fare: una pista ciclabile parallela a via Mazzolari che dal Parco Teramo scende fino a via De Pretis, l’attraversa, si tuffa nel Parco Cascina Bianca per collegarsi alla ciclabile che va a Famagosta M2; un parcheggio sicuro per bici a Famagosta M2; piste ciclabili lungo la de Nicola e lungo via Voltri; aree cani e bambini separate e ben tenute all’interno dei parchi; sistemazione dei vialetti, nuove panchine, nuovi alberi, irrigazioni puntuali; piantumazione di tutti gli spartitraffico; sistemazione a parco delle aree che circondano l’Ospedale S.Paolo. E non costerebbe tanto, rispetto ad un bilancio come quello del Comune di Milano si tratterebbe di briciole! Eppure non si fa, probabilmente perché si tratta di attività che non danno un vantaggio sul breve termine. Speranze?