.: Discussione: La stagione degli orrori (potature)

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 28 Feb 2010 - 20:50
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Da milano.corriere.it:

dalla parte del cittadino

Quei viali senza più piante
«uccise» da cemento e incuria


Gentile signora Bossi Fedrigotti, sono una cittadina di Milano che vorrebbe attirare l'attenzione dei concittadini su un problema che sta diventando drammaticamente visibile a tutti in città. Mentre il maestro Abbado vorrebbe far piantare novantamila alberi impegnandosi a rendere più vivibile la città, se ne stanno facendo morire la metà di quelli già esistenti, uccidendo in questo modo un patrimonio inestimabile. Come è potuto succedere? Succede che le decine di potatori assunti secondo me non sono per nulla professionali: operano dei veri e propri omicidi tagliando tutti i rami fino al tronco. Non avendo più la pianta il necessario nutrimento che passa attraverso le foglie, deperisce nel giro di poco, vittima delle malattie causate dalla sua improvvisa debolezza procurata dalla potatura. Vorrei poi aggiungere che non è una soluzione uccidere una pianta di quarant'anni e piantarne una nuova, esile come uno stuzzicadenti e non più alta di due metri. Uccidere una pianta è un attentato alla vita. Vuol dire odiare la vita. Perché Milano deve maltrattare il verde in questo modo? Ormai si incontrano sempre più spesso viali che un tempo erano bellissimi e ora sono completamente spogli.
Roberta Pastorelli

Ricordo, tanti anni fa in campagna, il bel viale alberato che fiancheggiava la mia scuola elementare, sul quale una volta all'anno, regolarmente, piombavano i potatori lasciando i tronchi dei tigli (o erano olmi?) orribilmente mutilati, con grandi rami frondosi ridotti a poveri moncherini. A noi bambini sbalorditi di fronte a quel periodico scempio le maestre spiegavano che l'operazione serviva per dare nuove vigore alle piante, un po' come ci si taglia i capelli con l'idea — campata in aria, si sostiene oggi — di rinforzarli. Una zia tedesca versata in botanica, con disprezzo definiva invece quell'intervento "potatura nazionale", avendo notato che la si praticava un po' dovunque in Italia (ma non in Germania). Personalmente non sono botanica e non so dire se hanno ragione per l'appunto i potatori oppure lei, gentile signora Pastorelli, assieme alla zia tedesca. Quel che vedo è che la potatura nazionale continua a essere molto in voga, anche a Milano, dove, per il resto, bisogna riconoscere che agli alberi gran cura non sembra essere dedicata. Stanno per lo più, i poveretti, strangolati alla base— e dunque, condannati a vita breve —da asfalto, cemento o mattonelle, e se sono del tipo giovane, esile, appena piantato, spesso d'estate muoiono per mancanza di annaffiature.

Isabella Bossi Fedrigotti

27 febbraio 2010


In risposta al messaggio di Andrea Giorcelli inserito il 22 Feb 2008 - 00:28
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