.: Discussione: Il Piano Mobilita' Ciclistica e la partecipazione dei cittadini

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Marco Gianfala

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Inserito da Marco Gianfala il 6 Dic 2007 - 17:14
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Ho letto con molto interesse la Relazione di Sintesi del Piano della Mobilità ciclistica di Milano.

Se Milano arriverà a dotarsi di tutte le strutture indicate nel Piano certamente il salto qualitativo sarà notevole.

Aggiungerei alcune considerazioni.

Parlare di sviluppo della ciclomobilità significa fare grossi investimenti in termini di piste ciclabili, di strutture di sostegno (velostazioni, bike sharing, modifiche al Codice della strada, ecc.) ma, soprattutto occorre motivare i ciclisti ad andare in bici.

La drammatica situazione della qualità dell'aria dei centri urbani e dei gas climalteranti rappresentano un forte stimolo verso contromisure adeguate. Considerato il peso della mobilità in termini percentuali di inquinamento è evidente che la ciclomobilità diffusa può dare una risposta significativa. Ma non sarà sufficiente a motivare i ciclisti. Ci saranno i ciclisti per necessità o per vantaggio, ma la stragrande maggioranza è rappresentata da potenziali ciclisti che potrebbero decidere di andare in bici per questioni di responsabilità sociale o ragioni etiche. Di questi ciclisti normalmente le istituzioni non si curano, perché sono portatori di istanze difficilmente decifrabili, che non rientrano nei normali parametri amministrativi e organizzativi.

Per fare un esempio, per un tema di carattere generale, quali i gas climalteranti e l'effetto serra, è inappropriato affrontarlo su una superficie così limitata come il territorio milanese. Occorre che sia affrontato coinvolgendo i diversi livelli istituzionali e territoriali, cosa che nel piano viene ampiamente sottovalutata. In queste condizioni è difficile motivare un ciclista chiedendogli di affrontare una serie di disagi, e pericoli, per un interesse così generale, sapendo che i comuni vicini operano diversamente. Il ciclista deve sentirsi un privilegiato e ottenere un riconoscimento morale da parte della popolazione tutta. Normalmente non è così e, anzi, per il comune automobilista ogni ciclista in più rappresenterà una macchina che lo intralcerà in meno e chi lo osserva dall'alto del suo macchinone da 3 tonnellate probabilmente lo considera anche un poveretto.

Nè servono a granché i programmi di educazione ambientale: le persone questi temi ormai li conoscono e se non aderiscono non è certo per ignoranza, ma semmai per il prevalere di comportamenti opportunistici. Occorrerebbe un piano generale di mobilità sostenibile, che includa quindi anche il trasporto pubblico, le auto a basso impatto ambientale, l'interscambio e via dicendo, in grado di sostenere una coscienza etica forte, la consapevolezza che ci si stia battendo per una battaglia comune in cui inevitabilmente il livello regionale e nazionale hanno un ruolo determinante. Il Comune farebbe bene a sollecitarli e inserirli nella sua programmazione.

Rispetto al Piano a pag.13 si parla di velostazioni: oltre a manutenzione, riparazione, noleggio e sosta andrebbe prevista anche una qualche forma di ristoro, spazi informativi e di dialogo. Per i ciclisti va sostenuto il senso di appartenenza. Poi si tiene poco conto della promozione dei percorsi sicuri casa-scuola. Chiaro che sono temi molto complessi perché implicano sinergie con i settori dell'istruzione, della viabilità, della vigilanza urbana, del commercio, della partecipazione dei genitori, ma la complessità dei problemi non dovrebbe portare alla cancellazione di queste opportunità.

Tenderei poi a privilegiare progetti pilota di zona o di quartiere: è molto più motivante trovarsi immersi in quartieri sicuri, curati, bene organizzati che prefigurino il meglio della ciclomobilità che trovarsi immersi in situazioni frammentate e stressanti.


Come presidente di ViviBicocca auspico un progetto pilota nel nostro quartiere in grado di valorizzare l'esistente e realizzare quelle strutture, come la passerella ciclopedonale Sarca-Testi-Berbera, il bike sharing, la ciclofficina, le aree ciclopedonali, la moderazione del traffico e via dicendo in grado di garantire uno standard qualitativo eccellente al servizio di tutti.

Marco Gianfala

In risposta al messaggio di Eugenio Galli inserito il 4 Dic 2007 - 21:40
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