.: Discussione: Istituto Nazionale Tumori: sì o no?....

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Marco Morandi

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Inserito da Marco Morandi il 9 Dic 2007 - 22:47
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a mio modesto modo di vedere le righe del documento sono del tutto controoproducenti, dettate dal solito ideologismo/ antiamericanismo che ha più radici nel fanatismo che nella ragione. Se si guarda agli ottimi livelli di assistenza in alcune strutture pubbliche italiane (senza andare a tirare fuori Bush o la Papuasia) vediamo che hanno degli ottimi corrispondenti (qui a Milano e nello specifico) in alcune altre strutture private, mentre alcune pessime strutture private fanno a gara con pessime strutture pubbliche, inutile voler pigliarci tutti per babbei e rifilarci il tormentone  che il pubblico sia sempre buono e il privato sia sempre cattivo. E' sotto gli occhi di tutti anche di chi -come me- non è schierato politicamente che -là dove fosse detto- sarebbe una semplice e pura sciocchezza. Cosa ce ne frega delle percentuali americane se il San Raffaele cura bene e male altrettanto quanto cura bene e male il San Paolo. Negarlo significa negare l'esperienza di milioni di persone, e far capire che ci si fonda su dei ragionamenti stiracchiati in modo da rendere altrettanto poco credibili anche gli altri.

Secondo me se la mettiamo su questo piano il discorso è destinato all'insuccesso, sia per la sua ideologia (chi non è d'accordo che fa? Combatte per il trasferimento?) sia perchè parte da presupporti sbagliati.
A mio modesto modo di vedere il problema del trasferimento non è deprecabile in base al mondo delle scelte ideologiche ma sul piano di
1-mancanza di benefici significativi e certi
2-presenza di altrettanti (o maggiori) benefici per una ristrutturazione in loco (alternativa, più efficace e più economica)
3-danno all'equilibrio cittadino.
Mi spiace che l'impossibilità ad intervenire all'incontro della zona 3 mi abbia impedito di chiedere al rappresentante del comune (in fuga) che senso ha caricare una zona (Nord ovest) di un sacco di cose (dal Politecnico alla Fiera, del Polo Sanitario al Negri, da Architettura all'Expo, alla Bovisa ci hanno portato pure la triennale, ci manca solo il Duomo e la prefettura e poi siamo al completo) e svaligiare la zona nord est, creando un evidente squilibrio cittadino, come de a nord est non vi siano vaste aree dismesse anche nei dintorni del IT o Besta.
Inutile ricordare che l'equilibrio di strutture comporta un equilibrio di infrastutture di supporto, di benessere per i pazienti, e delle duemila persone che (lavorando all'Istituto) si trovano a dover cambiar casa o intasare la città ogni giorno.
Quando poi ci si accorge che per portare 90.000 mq a 120.000 si devono fare bretelle autostradali e interventi faraonici ci si chiede se è razionale e conveniente. A tutti (anche a me) si affacciano le ipotesi dietrologiche più infami, ma sempre secondo me *qui", su "questi piani alternativi" e sullo smascherare la finta convenienza sta il grimaldello per evitare che si ripetano errori di pianificazione territoriale clamorosi (uno fra tutti Malpensa). Se si pone questo problema ad un assessore o ad un responsabile magari lo si inchioda alle sue responsabilità, se si va a fargli una lezione di ideologia che ci caviamo?.
saluti
MM
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In risposta al messaggio di Dario Galimberti inserito il 6 Dic 2007 - 12:35
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