.: Discussione: Il ruolo della bicicletta nelle politiche della mobilità e dell'ambiente urbano

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Eugenio Galli

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Eugenio Galli il 22 Maggio 2007 - 15:30
accedi per inviare commenti

Le bici e i marciapiedi: la convivenza è possibile

Alcune voci diffuse in queste ore riferiscono che, in base a una nota interna della Polizia locale di Milano, i vigili sono stati invitati a multare i ciclisti che utilizzano i marciapiedi (la sanzione prevista dal codice della strada per questa contravvenzione è di 36 euro).
In attesa di capire meglio il senso e la rilevanza, ma anche il preciso contenuto, di questa presa di posizione, che giunge mentre ancora Milano attende di vedere realizzato un qualsiasi provvedimento a favore della promozione dell’uso della bici, conviene tornare a spendere qualche riflessione sul tema dei marciapiedi.
Essi sono, come d’altronde la stessa radice semantica denuncia, spazi riservati ai pedoni, cioè a coloro che “marciano a piedi”. Sono esclusi tutti gli altri veicoli, sia in movimento che in sosta.
Non vi è tuttavia alcun dubbio che lo stesso Codice della Strada consenta su di essi il transito delle biciclette. Non direttamente, però.
Infatti, per poter percorrere in bici un marciapiede, in base alla normativa vigente, occorre che il Comune emetta preventivamente, in relazione allo specifico marciapiede, un'ordinanza e disponga la installazione della relativa segnaletica, orizzontale e verticale.
Al riguardo, le possibilità previste dal Codice della Strada all'art. 39 e dal Regolamento del CdS all'art. 122, 9c) - e come definitivamente chiarito dal Decreto ministeriale 30 novembre 1999, n. 557, Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili, in G.U. n. 225, 26 settembre 2000, Serie Generale - sono due:
a) pista ciclabile contigua al marciapiede (segnale alla fig. II. 92/a del Regolamento, con riga per separare la sezione di marciapiede destinata ai pedoni da quella destinata alle biciclette);
b) percorso pedonale e ciclabile (segnale alla fig. II. 92/b, senza riga di separazione, e cioè in promiscuo tra pedoni e ciclisti).
Dunque a Milano, volendolo, decine e decine di marciapiedi larghi (ma non necessariamente) e poco frequentati dai pedoni potrebbero ospitare il transito delle biciclette adottando una delle due opportunità sopra indicate (separazione o promiscuità), offerte dal Codice della Strada, e installando i necessari scivoli. Con costi estremamente contenuti e con sicuri benefici per la città.
Ciò detto, è impossibile non notare che sui marciapiedi milanesi si segnalano sia ciclisti spericolati, incuranti di chi si muove a piedi o con difficoltà, che ciclisti prudenti, i quali semplicemente cercano di tutelare la propria incolumità dal prepotente traffico veicolare percorrendo civilmente tratti di marciapiede.
Una volta chiarito allora che già le norme vigenti prevedono e consentono, a determinate condizioni, l’utilizzo dei marciapiedi da parte delle biciclette, occorre attendere di capire quali siano finalmente gli intendimenti della nostra Amministrazione su questo tema: se verrà cioè privilegiata una lettura meramente formale della norma – per cui ogni bici su un marciapiede non specificamente segnalato, ancorché idoneo, commette contravvenzione – o se invece si intendano sanzionare comportamenti che appaiano concretamente pericolosi.
Milano non ha bisogno né di guerre di religione, né di conflitti – reali o inventati “ad arte” – tra utenti deboli della strada: ciclisti e pedoni stanno dalla stessa parte.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus)

In risposta al messaggio di Paolo Gerolimi inserito il 30 Dic 2005 - 10:20
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]