.: Discussione: Solidarietà e sicurezza

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Maurizio Rotaris

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Inserito da Maurizio Rotaris il 21 Nov 2007 - 19:57
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Ci sono a mio avviso in questo discorso della solidarietà e della sicurezza una serie di nodi di fondo che vanno esplicitati. Certo, ci sono le leggi dello stato e ad esse l’amministratore locale si appella nel momento in cui dice "le cose non si possono cambiare".... sembra col collo storto per non perdere il suo volto compassionevole.

In materia di immigrazione non regolare, per quella che è la mia esperienza, ci sono tre aspetti eclatanti in merito, contro i quali negli ultimi anni mi sono imbattuto e contro i quali nel mio piccolo ho cercato di lottare:

il primo è certamente rappresentato dal lavoro nero degli immigrati irregolari, cosa saputa e risaputa soprattutto in materia di assistenza domiciliare ad anziani e di servizi domestici, ma anche di altre categorie. A fronte del dato che tutti sanno benissimo che quello straniero che richiede di essere regolarizzato, è già in Italia a lavorare, ci troviamo di fronte ad una regolamentazione dei flussi d’ingresso che fingendo spudoratamente di non sapere che quel lavoratore in nero è già presente nel nostro paese, gli chiede di ritornare al proprio (con costi notevoli, pensiamo a un viaggio in Sud America piuttosto che in Russia, oltre a quelli che ha già fatto per arrivare in Italia in modo irregolare) per avere il permesso di tornare nel nostro a lavorare regolarmente. Trovo tutto questo di una ipocrisia paradossale, di una speculazione sulla miseria e sui sacrifici senza spiegazione apparente, oltre ovviamente a ingrassare consolati, ambasciate e intermediari vari, mafie comprese. Ma essendo l’Italia uno dei primi paesi al mondo nelle classifiche della "tratta di esseri umani" tutto si spiega.

Il secondo è rappresentato dal consenso unanime e pubblico espresso da parte di esponenti politici di tutti i partiti dell’arco costituzionale (da Rifondazione Comunista ad Alleanza Nazionale) nel momento in cui alcune delle nostre associazioni (in particolare, i City Angels, SOS e la Fondazione Exodus e la Croce Rossa Italiana) suggerirono una proposta di modifica della legge sull’immigrazione che riguardasse l’equiparazione della necessità di accoglienza dell’immigrato non in regola in stato di estrema necessità (ad esempio il bisogno di ricovero nei mesi invernali da parte di strutture attrezzate allo scopo, anche in funzione di prevenzione sanitaria) come quello già previsto nei loro confronti per l’assistenza sanitaria. Tutti d’accordo, niente da fare, gli stranieri non in regola nelle strutture non ci entrano, poi sommiamo alla fine dell’inverno i morti per freddo, ma è solo cronaca.

Il terzo è certamente da rilevare nel dato oggettivo rappresentato dalle entrate del comune di Milano, una città ricca con entrate considerevoli e che grida "sicurezza" per i cittadini, in particolare riferendosi all’immigrazione irregolare. Bene in questa città la spesa sociale per queste fasce di popolazione è zero, per l’immigrazione regolare è assolutamente insignificante, non so quantificarla in termini di zeri. Mi sembra lo 0,0023% su una popolazione residente di 170 mila persone, ai quali sommiamo qualche decina di migliaia di irregolari a spese sociali zero. Non so a questo punto come si possa parlare ancora di "sicurezza" pensiamo di risolvere aperte questioni sociali di questa portata con vigili urbani, poliziotti, carabinieri, guardie forestali, finanzieri e polizia penitenziaria ?

Un altro elemento sul quale mi viene da riflettere è relativo all’assegnazioni di ristretti fondi per spese sociali da parte dello stato alla nostra città e quindi della rassegnazione con la quale gli assessori di questi servizi, via via succedutisi, hanno allargato le braccia. Una vecchia teoria che ho sentito sostenere in tal senso da parte di esponenti comunali è stata "Certo, se creiamo più servizi a Milano vengono tutti qui, come i palermitani vengono a curarsi nelle nostre cliniche" quindi più accoglienza e più servizi uguali più immigrazione. Il problema è che a Milano queste persone ci vengono comunque, con o senza servizi, perché la città offre, comunque, occasioni che altrove non potrebbero trovare. Non ho osservato significative voci di bilancio comunali in aumento per spese sociali negli ultimi dieci anni. Anzi.

Maurizio

In risposta al messaggio di Maurizio Rotaris inserito il 18 Nov 2007 - 12:21
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