Per portare un contributo ad una discussione che tende ad avvitarsi su se stessa, io parto dal presupposto che la tutela del verde e gli interventi di tipo sociale non devono essere messi in alternativa ma possono interagire positivamente fra loro. E' stato così fino ad ora, dato che realtà come Exodus e il Ceas sono parte integranti del Parco e svolgono una funzione positiva non solo in merito all'azione che svolgono a favore di persone svantaggiate, ma anche in funzione della valorizzazione e della tutela dell'area verde. Il fatto di svolgere la loro attività 365 giorni all'anno per 24 ore su 24 fa di esse dei sensori privilegiati sulla situazione del Parco e sulla sua vivibilità; se a ciò aggiungiamo le attività aperte a tutta la cittadinanza che esse periodicamente promuovono, comprendiamo facilmente che è poco lungimirante opporre la salvaguardia del verde agli interventi sociali. 
Il nostro emendamento alla mozione della maggioranza aveva lo scopo di considerare Exodus e Ceas, tra l'altro nello spirito di sussidiarietà che dovrebbe essere uno dei capisaldi dell'azione del centrodestra, degli interlocutori privilegiati, proprio perché ubicati positivamente all'interno del Parco Lambro, al fine di attuare, sotto la regia del Consiglio di Zona, degli interventi che, coinvolgendo tali realtà, aumentino la vivibilità del Parco. Un esempio potrebbe essere un punto di noleggio di biciclette gestito dagli utenti del Ceas e/o Exodus. Niente di sconvolgente, quindi; non si capisce tutta la preoccupazione del Consigliere Boari per una proposta che invece il centrodestra avrebbe dovuto considerare positivamente, perché basata sul coinvolgimento delle realtà che operano sul territorio e sulla loro collaborazione col Consiglio di Zona e con l'Amministrazione Comunale.

Alberto Farina