.: Discussione: Limitazioni al traffico veicolare privato

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Fiorello Cortiana

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Inserito da Fiorello Cortiana il 8 Nov 2006 - 10:19
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Non ho alcuna preclusione, tantomeno ideologica, su un provvedimento come il ticket, ma sarebbe grave se restasse l'unico o, peggio, se si partisse da lì invece che da un approccio sistemico capace di fare tesoro delle esperienze pregresse.Se è vero che "chi inquina paga" non è altrettanto conseguente che "chi paga può continuare ad inquinare".
Proviamo a tornare al referendum che promuovemmo nel 1985, relativo alla chiusura del centro al traffico, alla tariffa unica metropolitana che mettemmo in atto durante i due Dicembre in cui eravamo al governo regionale, insieme al tavolo sugli orari di ingresso e uscita dagli uffici, piuttosto che sul taglio di 1200 Km di previsione di autostrade e tangenziali di Prandini e su 5000 MLD di Lire messi invece per le rotaie.Quando governammo in Regione avevamo dato vita al "Tavolo della mobilità" al quale partecipavano le FS, le FNM, ATM, MM, i taxisti le autolinee, da questa concertazione uscivano le scelte immediate e di indirizzo strategico. Non capisco coloro che continuano a sostenere il ticket come unica e salvifica misura, ciò di cui occorre prendere atto è il passaggio definitivamente compiuto da Milano e dalla sua area metropolitana da "città fabbrica", con i suoi luoghi e i suoi orari definiti di afflusso/deflusso, ad una realtà segnata da un'economia di servizi e socialmente atomizzata. Se già ora l'economia europea è basata per il 70% sui servizi, proviamo a pensare quanto sale questa percentuale nell'area metropolitana milanese. Credo che occorrano proposte sufficientemente rigide sull'organizzazione della circolazione delle merci, così come sulla circolazione per via digitale di informazioni e servizi. Soprattutto bisogna avere chiaro che il traffico deriva strettamente dalla pianificazione urbanistica: in relazione alla allocazione di funzioni sul territorio si genereranno una qualità ed una quantità di traffico legate alla natura delle funzioni allocate. Non so quanto reti dei 12.000.000 di mq di aree industriali dismesse tra Milano e provincia, ma  gestire in un unico tavolo la pianificazione del territorio e quindi la disposizione dei servizi, in condizione di scarsità, è l'unica modalità con una prospettiva. E' evidente che a questo tavolo dovrebbero partecipare anche coloro che hanno interessi fondiari ed immobiliari, i quali, altrimenti, per altre vie cercano di influenzare le decisioni pubbliche di pianificazione. Inoltre, grazie alla Rete Civica è possibile una partecipazione informata di tutti i cittadini e delle loro forme associative. Credo che possiamo sotenere questo approccio forti non solo della sua sensatezza logica, ma confortati da tante esperienze messe in atto con successo.
 
 
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 7 Nov 2006 - 09:33
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