.: Discussione: Un giornale dei lettori per raccontare Milano

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 29 Set 2007 - 14:42
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Da ViviMilano:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2007/09_Settembre/29/rivoluzione_buon_cittadino.shtml


Lunedì prima tappa a Ponte Lambro

Comincia la rivoluzione del buon cittadino

Storie, disagi e progetti: parte il viaggio nei quartieri. Il Corriere della Sera proverà a risolvere i problemi insieme ai milanesi
   
Esiste una città che ogni giorno ci parla e che non sempre ascoltiamo, una città che vive di segni e di piccoli gesti, di lunghe attese e molte speranze, la città di quelli che si indignano, si arrabbiano ma anche si innamorano, di quelli che fuggirebbero subito e di quelli che non se ne andrebbero mai, la città dei grandi scontenti e dei fragili sogni, dei mille disagi e dei tanti progetti: da lunedì proveremo a cercarla con un camper che è anche il simbolo di un viaggio, la cronaca che si trasferisce in strada, dentro un quartiere. Milano vista da un camper forse è la stessa di sempre, una spremuta di nevrosi e di fretta: ma noi cercheremo di guardare da vicino se l'immagine corrisponde, se in questi tempi di politica sfuggente anche i canali di ascolto si sono esauriti; se qualcosa del nostro quartiere sta cambiando in meglio o in peggio, se è possibile risolvere con un po' di buona volontà qualche problema, se c'è un dialogo che si può stimolare anche attraverso le pagine del giornale.

È un modo per rendere un servizio, per mostrare una passione che il mestiere di giornalista a volte può esprimere anche senza cercare uno scoop: semplicemente provando ad aiutare i cittadini a risolvere un piccolo problema sotto casa. Abbiamo tante volte evocato il ritorno al senso civico e auspicato la rivoluzione del buon cittadino: cominciamo a fare qualcosa di concreto. Ponte Lambro è la prima tappa. Lunedì saremo lì. In un quartiere che abbiamo più volte raccontato, una periferia che a volte ci è sembrata sprofondare in un vicolo cieco e altre volte è stata sul punto di rinascere, con proclami, progetti e promesse che la politica non ha mantenuto.

Poi ci sposteremo all'Isola, mercoledì, epicentro delle trasformazioni dell'area Garibaldi-Repubblica: sempre con il camper, perché in questo itinerario dalla parte del cittadino ci saranno i cronisti del Corriere, i fotografi, le telecamere di Corriere.it, i forum su Internet. Tornare sulla strada per raccogliere i frammenti sparsi della quotidianità e trasformarli in racconti e denunce, ci sembra un gesto corretto verso i lettori. Ci spiace solo non avere con noi chi l'aveva suggerita, questa trasferta in camper: Guido Vergani ed Emilio Tadini. Dicevano che bisognava avvicinare di più il giornale alla città, ai quartieri; ripetevano che dovevamo essere tutti un po' cronisti da marciapiede. Per dare un po' di speranza ai milanesi onesti, proviamo da lunedì a trasformare una pagina del Corriere in una piccola isola di resistenza civile.

Giangiacomo Schiavi
29 settembre 2007



da ViviMilano:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2007/09_Settembre/29/camper_corriere.shtml


Si mette in moto il camper del Corriere

Parte il viaggio nella città che cambia

Dar voce ai cittadini raccogliendo proteste, disagi e nuovi progetti:
a partire da lunedì il viaggio in dodici tappe nei quartieri di Milano
   
C'è il bello e c'è il brutto viaggiando verso la periferia. Il brutto è il grigiore dei casermoni, è il verde scarso e abbandonato, è lo sporco dei cassonetti traboccanti e dei sacchi neri gettati mezzi aperti dietro un angolo, sono le auto, le auto e ancora le auto che intasano (quasi come in centro) ogni luogo, naturalmente anche i marciapiedi. Il bello è, invece, lo stesso verde che resiste — così luminoso e pulito in questi giorni di pioggia —, è il dignitoso decoro che si vede, che si respira nonostante certi scorci sconsolanti di strade, slarghi e piazze; e sono i caratteristici palazzi e palazzetti storici, che se li si vedesse in capo al mondo li si riconoscerebbe per milanesi, con i fregi sopra le finestre, con balconi ornati e portoni di legno e non ancora di metallo, che resistono in piedi fino quasi all'estrema periferia, a volte anche ridipinti di fresco, di bel giallo nostrano.

Ma ci sono anche un brutto e un bello contradditori e particolari, che a volte si affiancano, come fossero in lotta per la supremazia, a volte, invece, si ignorano tenendosi a distanza, come se dove c'è l'uno non potesse stare l'altro. Bello e brutto voluti e realizzati dai cittadini, iniziativa del tutto privata, impossibile da attribuire all'amministrazione. Sono i graffiti sui muri e i fiori sui balconi che corrono paralleli, s'inseguono, si sovrappongono, convivono o si evitano fin dove la città si trasforma in campagna vera. È vero che esistono anche dei graffiti nobili, opere d'arte che potrebbero abbellire certi muri troppo grigi e tristi, ma il novantanove per cento di queste oscure pitture rabbiose più che abbellire i muri sembrano volerli fermamente sconciare. E certo non abbelliscono i quartieri, ma li rendono più cupi e più trascurati e, forse, anche malfrequentati, in ragione della regola ben nota anche sa mai scritta (a causa delle molte eccezioni), secondo la quale il brutto non può che attirare il brutto.

Tuttavia, nel bel mezzo dello sconcio, magari uno o due piani più su, ecco la prima di queste eccezioni: i gerani su balconi e finestre, le rose e i ficus, l'edera e la vite americana, a volte rigogliosi, a volte striminziti, però impavidi, anche sul più squallido casermone. Parlano, i fiori, di grazia e di gentilezza, di pazienza e di ostinata buona volontà, esattamente come i graffiti parlano di rabbia, di noia, forse, a volte, anche di violenza. Sono una traccia di speranza, i vasi e le piante, una bandiera esposta che annuncia: in questa casa ancora si preferisce il bello, malgrado il brutto che avanza. E se perfino sul balcone di un palazzo della zona più avvilente di Quarto Oggiaro, che al piano terra ospita il bar campione dello spaccio, dove non si vorrebbe entrare nemmeno bene accompagnati, spuntano in vasi ben ordinati piccoli gerani (o sono cactus?), non potrebbe essere il segno di una resistenza tenace, bello che potrebbe attirare altro bello?

Isabella Bossi Fedrigotti
29 settembre 2007

 

L'iniziativa in 5 punti:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2007/09_Settembre/29/pop_iniziativa.shtml

Le dodici tappe del camper:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2007/09_Settembre/29/pop_mappa.shtml

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 27 Set 2007 - 15:02
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