.: Discussione: Legalità per l'inclusione e i diritti

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 31 Gen 2010 - 09:53
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Qui sotto un articolo di avvenire.
Inoltre, la scorsa notte, in un altro campo, sono bruciate sei baracche: una mamma temeva che i topi mordessero la figlia di pochi giorni e quindi ha lasciato una candela accesa di notte, ma purtroppo si è addormentata e la sua baracca e quelle dei vicini sono bruciate. Per fortuna, non ci sono stati nè morti nè feriti, ma sei famiglie hanno perso tutto

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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da Avvenire Milano, p.1 , 30 gennaio 2010
Nuovo sgombero di rom rumeni

 Abbattute 65 baracche in zona Lorenteggio. Critica la Comunità di Sant’Egidio: queste operazioni non risolvono i problemi 
 di DANIELA FASSINI

Sessantacinque barac­che abbattute, nella mattinata di ieri tra via Giambellino e via Molinetto di Lorenteggio: si tratta del­l’ultimo sgombero di accam­pamenti abusivi di rom ro­meni messi in atto dal comu­ne di Milano con l’aiuto del- le forze dell’ordine. L’ultimo in ordine temporale, ma se ne contano oltre 270 negli ultimi due anni e mezzo. Chi tiene la conta, sono i volontari della comunità di Sant’Egidio, da diverso tempo impegnata sul fronte delle alternative allo sgombero degli insediamen­ti abusivi con il progetto 'A­bitare solidale', uno dei tan­ti messi in atto dalla comu­nità e che prevede, un per­corso di accompagnamento all’autonomia abitativa ed e­conomica delle persone. E proprio tra gli sgomberati di ieri, oltre cento rom di origi­ne rumena, la comunità ave­va messo in atto contatti con le scuole della zona per at­tuare il trasferimento dei bambini, già provenienti da precedenti sgomberi in altre zone della città.
  «Per i minori, residenti in quel campo, erano già stati avvia­ti contatti con le scuole della zona per attuare il trasferi­mento dei bambini dalle scuole di provenienza dove frequentavano regolarmente (zona Rubattino e Chiaraval­le) alla zona Lorenteggio ma il susseguirsi così rapido de­gli sgomberi impedisce per­fino la possibilità di conclu­dere le pratiche di iscrizione scolastica» informa Elisa, vo­lontaria della comunità.
Quelle stesse persone erano infatti reduci da numerosi al­tri sgomberi precedenti e, in particolare, provenivano da quelli effettuati in via Rubat­tino e in via Sant’Arialdo, in zona Chiaravalle. «Gli sgom­beri costano molto - aggiun­ge Elisa - quello di Bacula, un anno fa, era costato 30mila euro ».
Un diverso utilizzo del denaro pubblico, per investi­re nell’inserimento dei rom che dimostrano volontà di in­tegrarsi: è questa l’alternativa concreta alla politica degli sgomberi, secondo la comu­nità.
Il progetto 'Abitare So­lidale' ha permesso ad oggi l’inserimento già di alcune fa­miglie come è il caso, ad e­sempio di quella di Leo, 15 anni: «Leo fino a pochi mesi fa mendicava nella zona di Loreto. Lo abbiamo cono­sciuto nel campo di Rubattino eppoi seguito a Segrate, dopo lo sgombero. Non ha mai fatto assenze a scuola, anche nei giorni degli sgom­beri e oggi, grazie al progetto di Sant’Egidio, i suoi genitori hanno un alloggio a canone calmierato in piazzale Cuoco e lui è impegnato con suc­cesso in un percorso profes­sionale di 150 ore per diven­tare meccanico»

Comunicato Stampa: Un immigrato è un essere umano: persone, non criminali. Si lavori per l’integrazione


La Comunità di Sant’Egidio esprime la sua preoccupazione per le recenti affermazioni di uomini di governo su immigrazione e sicurezza. L’irragionevole equiparazione tra immigrazione e criminalità non solo non corrisponde alla verità, ma conduce alla criminalizzazione degli immigrati, non rispetta i diritti delle persone e deforma la realtà.I dati Istat degli ultimi anni mostrano che gli immigrati stabilitisi nel nostro Paese e che si trovano in una situazione di regolarità non violano le leggi per reati penali più dei cittadini italiani.

Se le carceri italiane sono sovraffollate e con un numero elevato di immigrati è a causa del reato di immigrazione clandestina che riguarda l’87% delle denunce relative agli immigrati.
Inoltre la gran parte dei detenuti stranieri sono in attesa di giudizio (quindi non considerabili colpevoli secondo l’art. 27 della Costituzione Italiana). Accomunare immigrazione e criminalità è dunque ingiusto oltre che infondato e occulta, sotto la coltre della polemica mediatica, la questione fondamentale dell’integrazione. Soltanto una vera politica di integrazione e una semplificazione legislativa per regolarizzare la presenza di tanti lavoratori stranieri è la risposta necessaria in questo tempo storico di grandi spostamenti di popolazioni.

La Comunità invita a riflettere sulle recenti parole del Papa: “Un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura, e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell’ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita. Invito, a guardare il volto dell’altro e a scoprire che egli ha un’anima, una storia e una vita: è una persona e Dio lo ama come ama me” (Angelus 10 gennaio 2010).

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Stefano Pasta
stefanopasta@gmail.com
3387336925
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 8 Gen 2010 - 00:57
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