.: Discussione: Legalità per l'inclusione e i diritti

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 29 Dic 2009 - 10:48
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Per opportuna informazione riporto l'appello della comunità di Sant'Egidio.
Nell'appello c'è una una domanda: In Italia ci sono 800.000 bambini immigrati (il 23% del totale degli immigrati), e tra loro oltre 500.000 sono nati in Italia: perché continuare a trattarli da “stranieri”, complicando il loro percorso di inclusione nel Paese che già considerano il loro?


Con l'occasione segnalo che io, figlia di emigranti italiani in Inghilterra, sono diventata inglese per diritto di nascita sul suolo inglese (ius soli= diritto di suolo) e sono intaliana per nascita da genitori italiani (ius sanguinis= diritto di sangue). Perchè mai chi nasce sul suolo italiano, anche se figlio di stranieri, non può essere considerato italiano, come io sono stata considerata inglese?
I figli di italiani nati all'estero sono italiani: perchè mai il figlio di stranieri nato in Italia deve rinunciare alla cittadinanza dei suoi genitori se il loro paese riconosce il diritto di sangue, come l'Italia?

Sono passati oltre 40 anni e in Italia siamo indietro anni luce dal senso di civiltà e democrazia della Gran Bretagna!!
Auspico che si sappia imparare dalle esperienze degli altri paesi, che hanno già inventato l'acqua calda, senza voler inventare un modo nuovo di scaldare l'acqua!!!
Noi italiani, purtroppo, anziché ragionare con buon senso e mettere in atto soluzioni che sappiano far progredire il nostro paese nel senso di comunità e di nazione, continuiamo a "intossicare" l'azione politica di scelte ideologiche che creano problemi nel tempo, invece di risolverli!
Ciò è ancora più grave se tali azioni sono promosse da persone che professano la religione cattolica. Invito quindi tutte le persone che vanno a messa e si sono impegnate a professare nei fatti la loro fede nei valori di Gesù Cristo a riflettere sulle scelte politiche che fanno per non contraddire quei valori: Dio li vede e poi giudicherà!... o no?
I volontari della comunità di Sant'Egidio cercano di essere coerente con quei valori di cristianità, amore verso il prossimo e accoglienza.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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22 DICEMBRE 2009
Appello della Comunità di Sant'Egidio ai deputati italiani sulla riforma della legge sulla cittadinanza
 

“Siamo preoccupati per il testo base su cui inizierà la discussione sulla riforma della cittadinanza. Dopo tanto parlare, il testo è un passo indietro rispetto alla legge attuale.
Sono anni che segnaliamo un anacronismo tra la nostra legge sulla cittadinanza e la realtà del Paese e dei nuovi cittadini; pensiamo soprattutto ai bambini nati e cresciuti in Italia, a quelli che vi sono giunti da piccoli e hanno frequentato le nostre scuole: non sono minimamente considerati”.
 

Alla vigilia dell’inizio della discussione in Parlamento relativa alla riforma della legge sulla cittadinanza, il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, lancia un appello ai parlamentari di tutte le forze politiche:
 

In Italia ci sono 800.000 bambini immigrati (il 23% del totale degli immigrati), e tra loro oltre 500.000 sono nati in Italia: perché continuare a trattarli da “stranieri”, complicando il loro percorso di inclusione nel Paese che già considerano il loro?
Mi auguro che il 2010 sia l’anno in cui il nostro Parlamento sappia promuovere una legge che può cambiare la vita di migliaia di persone, ma anche il futuro del nostro Paese”.
 
In particolare auspichiamo:
  • Che sia attribuita la cittadinanza, al momento della nascita, al bambino nato in Italia da genitori stranieri già regolarmente soggiornanti, i quali mostrino in concreto di volersi inserire nella società italiana.
  • Che al positivo inserimento del minore nel nostro Paese, anche se nato all’estero, corrispondano adeguate modalità di attribuzione della cittadinanza, già prima del compimento della maggiore età; rendendo altresì disponibili procedure opportunamente agevolate di naturalizzazione nei primi anni dell’età adulta per coloro che siano comunque giunti durante la minore età in Italia.
  • Che a coloro che diventano cittadini non venga anacronisticamente imposta la rinuncia alla cittadinanza di origine, salva la ricorrenza di imperiose, specifiche ed eccezionali esigenze di politica estera e di interesse nazionale.
  • Che ai giovani nati o vissuti in Italia sin dalla tenera età, ma già divenuti maggiorenni sotto il vigore della legge n.91/1992, sia transitoriamente consentito di valersi delle nuove regole di acquisto della cittadinanza durante la minore età.
 

www.santegidio.org
In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 23 Dic 2009 - 14:50
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